
Cinema e Teatro
Al Teatro Vida, lo spettacolo "Il re muore"
sabato 6 maggio 2017 fino a domenica 7 maggio
Teatro Vida, via Giardini - Gravina in Puglia
Sabato 6 maggio alle ore 21.00 e domenica 7 maggio alle ore 17.30, presso il Teatro Vida, la compagnia "La Terra Smossa" mette in scena per la prima volta una commedia del teatro dell'assurdo di Eugène Ionesco "Il re muore" (1962). Regia di Gianni Ricciardelli.
Sinossi
Una sola guardia a difesa di un reame. Un'unica ancella, Juliette, a servizio di un intero regno. Un tempo grandioso e dai confini illimitati, oramai incomprensibilmente in rovina. Due regine meravigliosamente agli antipodi.
Un male misterioso ed incurabile ha colpito l'intero universo e tutti i suoi abitanti, a partire dal Sovrano, il Re Berenger I, costretto ad affrontare il suo mortale destino.
Il Re muore è la personale visione di Ionesco della vita e del mondo, della lotta con la morte, una sorta di resa dei conti. L'Autore in questo testo racconta la condizione umana attraverso una favola dalle dimensioni e dai colori grotteschi, in un'atmosfera surreale e metafisica, "dipingendo" i personaggi alla maniera di de Chirico.
Per scelta registica, in questa messa in scena la farsa e il dramma convivono non solo nel re-maschera, che è uomo e contemporaneamente umanità, ma soprattutto attraverso i personaggi femminili, archetipo della Grande Madre secondo Jung: «La magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile».
I ritmi rock sono il giusto sottofondo ad una favola oniricamente delirante.
Sinossi
Una sola guardia a difesa di un reame. Un'unica ancella, Juliette, a servizio di un intero regno. Un tempo grandioso e dai confini illimitati, oramai incomprensibilmente in rovina. Due regine meravigliosamente agli antipodi.
Un male misterioso ed incurabile ha colpito l'intero universo e tutti i suoi abitanti, a partire dal Sovrano, il Re Berenger I, costretto ad affrontare il suo mortale destino.
Il Re muore è la personale visione di Ionesco della vita e del mondo, della lotta con la morte, una sorta di resa dei conti. L'Autore in questo testo racconta la condizione umana attraverso una favola dalle dimensioni e dai colori grotteschi, in un'atmosfera surreale e metafisica, "dipingendo" i personaggi alla maniera di de Chirico.
Per scelta registica, in questa messa in scena la farsa e il dramma convivono non solo nel re-maschera, che è uomo e contemporaneamente umanità, ma soprattutto attraverso i personaggi femminili, archetipo della Grande Madre secondo Jung: «La magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile».
I ritmi rock sono il giusto sottofondo ad una favola oniricamente delirante.