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“Ajr, jousce e crè”: una commedia al passo con i tempi
Divertimento garantito per una storia tutta in vernacolo. La Compagnia CTG 81 nell'ottava replica della commedia tutta gravinese
Gravina - martedì 29 novembre 2011
Dopo aver ospitato negli studi di Gravinalife la compagnia teatrale gravinese 81, dopo aver udito il vociferare paesano positivamente impressionato dalla commedia "Ajr, jousce e crè", la curiosità era tanta, così le "Officine Culturali" di Gravina hanno ospitato anche noi tra gli spettatori dell'ottava replica dello spettacolo tutto gravinese dal titolo, appunto, "Ajr, jousce e crè".
Ninì Riviello l'autore, Gianni Tullo il regista, nonché adattatore della trama, numerosi gli interpreti di una commedia esilarante dall'agrodolce sapore "casalingo". Tre atti, nessuno dei quali meno coinvolgente degli altri, per un finale con il botto…e tutto questo nella lingua che rende ancora più familiare il tutto: il vernacolo, quella lingua semplice, simpatica e se ci si impegna, neppure volgare.
Non è mancata, infatti, sobrietà di linguaggio nel vernacolo recitato dalla Compagnia Teatrale 81, battute brillanti e mai scurrili, appagando a pieno le aspettative del variegato pubblico; inappuntabile la recitazione di tutti gli attori: i rapporti familiari tra gli stessi sembravano assolutamente veritieri, così da tirar fuori una vera e propria grande famiglia.
Tanti i punti di forza di una storia che ha trascinato tutti gli spettatori, una vicenda quotidiana, una finestra sulla vita di tutti noi; sarà che ancora nelle nostre case, la rabbia, il dispiacere, la sofferenza vengano rese in dialetto, sarà che gli attori si sono così tanto immedesimati nella parte da farci sentire tutti a casa, sarà che tra vicini in paese si sta ancora dalla "voc o nees" e poi si sparla reciprocamente a più non posso, sarà che tra coniugi non sempre regna la tranquillità e l'amore favolistico, sarà che ogni nonno vive in attesa di una carezza…sarà che "Ajr, jousce e crè" è sempre al passo con i tempi, è sempre jousce.
Ninì Riviello l'autore, Gianni Tullo il regista, nonché adattatore della trama, numerosi gli interpreti di una commedia esilarante dall'agrodolce sapore "casalingo". Tre atti, nessuno dei quali meno coinvolgente degli altri, per un finale con il botto…e tutto questo nella lingua che rende ancora più familiare il tutto: il vernacolo, quella lingua semplice, simpatica e se ci si impegna, neppure volgare.
Non è mancata, infatti, sobrietà di linguaggio nel vernacolo recitato dalla Compagnia Teatrale 81, battute brillanti e mai scurrili, appagando a pieno le aspettative del variegato pubblico; inappuntabile la recitazione di tutti gli attori: i rapporti familiari tra gli stessi sembravano assolutamente veritieri, così da tirar fuori una vera e propria grande famiglia.
Tanti i punti di forza di una storia che ha trascinato tutti gli spettatori, una vicenda quotidiana, una finestra sulla vita di tutti noi; sarà che ancora nelle nostre case, la rabbia, il dispiacere, la sofferenza vengano rese in dialetto, sarà che gli attori si sono così tanto immedesimati nella parte da farci sentire tutti a casa, sarà che tra vicini in paese si sta ancora dalla "voc o nees" e poi si sparla reciprocamente a più non posso, sarà che tra coniugi non sempre regna la tranquillità e l'amore favolistico, sarà che ogni nonno vive in attesa di una carezza…sarà che "Ajr, jousce e crè" è sempre al passo con i tempi, è sempre jousce.