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Eventi
Apre i battenti la seconda edizione di Archè
Il modello del festival Internazionale di Archeologia per ragazzi di Vaste. Marchetti: "L'archeologia maestra di vita".
Gravina - martedì 3 settembre 2013
11.23
E' stata inaugurata ieri sera, presso il Museo Archeologico in piazza Cattedrale, la seconda edizione di Archè, il festival dell'archeologia organizzato dall'assessorato all'espressività artistiche del Comune di Gravina. Tema centrale della serata inaugurale è stato il Festival internazionale di Archeologia per ragazzi di Vaste, frazione del comune di Poggiardo,in provincia di Lecce.
L'obiettivo del Festival internazionale di Archeologia per ragazzi, giunto ormai quest'anno alla sedicesima edizione, è quello di comunicare ai giovani il bisogno di conoscere meglio le proprie radici e l'impegno a difenderle. I ragazzi, dai 6 ai 16 anni, che partecipano al festival salentino, alloggiano per dieci giorni in strutture idonee, messe a disposizione dal Comune, e seguono una serie di attività che vanno dall'Archeologia all'Antropologia, dai laboratori didattici alle escursioni, dal cinema al teatro, unendo la conoscenza della storia al divertimento. Fino ad oggi il festival ha registrato più di 2000 presenze provenienti da tutta Italia e anche dall'estero. L'emozione di lavorare sul cantiere fianco a fianco con gli archeologi e utilizzare i loro strumenti di lavoro regala ai ragazzi la gioia di scoprire e inoltre rispettare quello che è il proprio passato.
L'appuntamento di ieri sera, coordinato dalla professoressa Angela Amendola si è aperto con l'intervento del sindaco di Poggiardo, Giuseppe Colafati: "Il nostro piccolo comune si propone con questo festival internazionale di affidare ai ragazzi la custodia dell'ambiente e delle sue bellezze. Ciò viene realizzato anche grazie alla collaborazione con l'Università del Salento, che con il suo staff di grande valore si pone in maniera diretta con i ragazzi appassionandoli e rendendoli protagonisti di un esperienza formativa coinvolgente".
"Camminare per le strade della vita significa studiare, conoscere gli eventi e i protagonisti che hanno costruito e costruiscono il nostro presente", ha aggiunto l'assessore alla pubblica istruzione del comune di Poggiardo, Orsi Giuseppe Giovanni, "la storia delle civiltà ci insegna che il progresso è figlio delle idee dell'uomo e della sua creatività che ha bisogno di essere innaffiata costantemente per produrre conoscenza. Gli strumenti essenziali da usarsi sono i saperi ed è qui che si collocano queste iniziative. La cultura è l'unico volano che può valorizzare i nostri territori".
Ad illustrare meglio le tante attività in cui i ragazzi si cimentano la dottoressa Elenia Spagna, direttrice del Festival: "Molti bambini arrivano già con la passione dell'archeologia, vivono la figura dell'archeologo come un personaggio misterioso e affascinante. E per loro trovare un piccolo frammento, lavare i cocci, farne il rilievo e successivamente le foto sono attività estremamente emozionanti".
A seguire Corrado Notario, responsabile scientifico del Museo Diffuso di Cavallino, ha illustrato la sua relazione sull'Ecomuseo, realtà ancora poco presente nel sud Italia. Il microfono è passato poi all'assessora alla cultura Laura Marchetti per i saluti finali: "Ci sembrava interessate aprire questa seconda edizione con questa serata, e vedere come le nuove generazioni sanno ben cimentarsi con l'archeologia. L'Archè è anche ciò che rimane nella terra, e quindi ciò che dobbiamo mantenere e rievocare attraverso l'archeologia", ha aggiunto. "L'archeologia per le generazioni future è anche il filo conduttore dei nostri incontri. E' questa la disciplina che ci insegna le nostre origini e conserva la nostra civiltà: abbiamo origine nell'acqua, nella pietra e nel cielo come ricorderemo nei vari incontri di questa settimana".
A conclusione della serata si è tenuto il concerto multisensoriale "Le Voci degli Accordi", ideato e realizzato dalla liutista Gabriella Perugini. Unico tema conduttore delle musiche è stato la pietra, come scrigno che ingloba le memorie dell'uomo senza tempo, accomunando quello contemporaneo con quello del passato e del futuro.
L'obiettivo del Festival internazionale di Archeologia per ragazzi, giunto ormai quest'anno alla sedicesima edizione, è quello di comunicare ai giovani il bisogno di conoscere meglio le proprie radici e l'impegno a difenderle. I ragazzi, dai 6 ai 16 anni, che partecipano al festival salentino, alloggiano per dieci giorni in strutture idonee, messe a disposizione dal Comune, e seguono una serie di attività che vanno dall'Archeologia all'Antropologia, dai laboratori didattici alle escursioni, dal cinema al teatro, unendo la conoscenza della storia al divertimento. Fino ad oggi il festival ha registrato più di 2000 presenze provenienti da tutta Italia e anche dall'estero. L'emozione di lavorare sul cantiere fianco a fianco con gli archeologi e utilizzare i loro strumenti di lavoro regala ai ragazzi la gioia di scoprire e inoltre rispettare quello che è il proprio passato.
L'appuntamento di ieri sera, coordinato dalla professoressa Angela Amendola si è aperto con l'intervento del sindaco di Poggiardo, Giuseppe Colafati: "Il nostro piccolo comune si propone con questo festival internazionale di affidare ai ragazzi la custodia dell'ambiente e delle sue bellezze. Ciò viene realizzato anche grazie alla collaborazione con l'Università del Salento, che con il suo staff di grande valore si pone in maniera diretta con i ragazzi appassionandoli e rendendoli protagonisti di un esperienza formativa coinvolgente".
"Camminare per le strade della vita significa studiare, conoscere gli eventi e i protagonisti che hanno costruito e costruiscono il nostro presente", ha aggiunto l'assessore alla pubblica istruzione del comune di Poggiardo, Orsi Giuseppe Giovanni, "la storia delle civiltà ci insegna che il progresso è figlio delle idee dell'uomo e della sua creatività che ha bisogno di essere innaffiata costantemente per produrre conoscenza. Gli strumenti essenziali da usarsi sono i saperi ed è qui che si collocano queste iniziative. La cultura è l'unico volano che può valorizzare i nostri territori".
Ad illustrare meglio le tante attività in cui i ragazzi si cimentano la dottoressa Elenia Spagna, direttrice del Festival: "Molti bambini arrivano già con la passione dell'archeologia, vivono la figura dell'archeologo come un personaggio misterioso e affascinante. E per loro trovare un piccolo frammento, lavare i cocci, farne il rilievo e successivamente le foto sono attività estremamente emozionanti".
A seguire Corrado Notario, responsabile scientifico del Museo Diffuso di Cavallino, ha illustrato la sua relazione sull'Ecomuseo, realtà ancora poco presente nel sud Italia. Il microfono è passato poi all'assessora alla cultura Laura Marchetti per i saluti finali: "Ci sembrava interessate aprire questa seconda edizione con questa serata, e vedere come le nuove generazioni sanno ben cimentarsi con l'archeologia. L'Archè è anche ciò che rimane nella terra, e quindi ciò che dobbiamo mantenere e rievocare attraverso l'archeologia", ha aggiunto. "L'archeologia per le generazioni future è anche il filo conduttore dei nostri incontri. E' questa la disciplina che ci insegna le nostre origini e conserva la nostra civiltà: abbiamo origine nell'acqua, nella pietra e nel cielo come ricorderemo nei vari incontri di questa settimana".
A conclusione della serata si è tenuto il concerto multisensoriale "Le Voci degli Accordi", ideato e realizzato dalla liutista Gabriella Perugini. Unico tema conduttore delle musiche è stato la pietra, come scrigno che ingloba le memorie dell'uomo senza tempo, accomunando quello contemporaneo con quello del passato e del futuro.