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Boom per San Michele piccolo
La Pro Loco premia "Lə Ballunə pə la fest Sandə Məchelə". Esposti i resti umani nell'ossario della chiesa rupestre.
Gravina - giovedì 9 maggio 2013
14.10
Come ogni otto maggio, Gravina ha ricordato l'apparizione dell'Arcangelo Michele sul monte Gargano.
Tanta la gente che ha affollato i vicoli del centro storico nella serata di martedì. Tanti i gravinesi che hanno riscoperto il piacere di passeggiare tra le vie addobbate a festa. Il menù 2013 per le celebrazioni del santo è stato di quelli semplici ma efficaci: tradizione, cultura e sapori tipici. Lo spettacolo teatrale a cura della scuola "Ingannamorte", gli assaggi dei piatti tipici gravinesi preparati dai soci dell'Auser, il ritorno dei resti umani all'interno della chiesa grotta di san Michele e il primo concorso "Lə Ballunə pə la fest Sandə Məchelə" (I Balloni per la Festa di San Michele), bandito dall'assessorato comunale alla cultura e dalla Pro Loco di Gravina, hanno dato valore aggiunto alla festività di san Michele "piccolo".
Il cuore di Gravina, così, è stato il polo attrattivo, con lo scenario presepiale, suggestivo e naturale della gravina, che ha accolto i tantissimi partecipanti nel ventre materno che la grotta simboleggia. E quest'anno, agli occhi dei visitatori, un'altra novità: l'esposizione dei resti ossei dei gravinesi trucidati nel 999 d. C. dai mercenari saraceni e conservati sino a pochi giorni fa nella chiesa di san Bartolomeo.
Calata San Michele, strada che da piazza Notar Domenico conduce fino alla grotta passando per il rione Fondovito, è stata addobbata dai partecipanti al concorso con i "balloni", addobbi caratteristici, stesi, come un tempo, tra una casa e quella antistante sull'altro lato della strada. I balloni erano "i segni tangibili del Santo" e simboleggiavano lo status delle famiglie che si adoperavano per abbellire il quartiere. Una sorta di esposizione pubblica degli abiti comprati dai pellegrini del Gargano o ricevuta in dono dai devoti di SanMichele di Monte Sant'Angelo e, di fatto, una forma di ostentazione della ricchezza. Coperte, copriletti, coltri fra le più belle e pregiate, in seta, in velluto, in ciniglia, stoffe damascate con frange e colori, capi ornamentali di vestiario femminile, fazzoletti colorati, abiti femminili bianchi della prima comunione, mutande femminili, corsetti, veli, abiti da sposa, i "pannaruli"(coprispalle rettangolari) e le "ziaredde" (nastrini colorati usati in passato per legare i capelli femminili). Rosa, celeste, viola, panna, blu, giallo oro, verde chiaro.
Una passeggiata verso la grotta del culto all'insegna dei colori e della resurrezione, significato della festività, con i fedeli in marcia verso la cavità rupestre luogo di passaggio dalla terra al cielo e viceversa.
Ad arricchire il programma, anche le installazioni dei ragazzi di Bosco Città e la bellissima mostra "Gravine accamme jère", curata dal personale della Fondazione Santomasi all'interno della chiesa di San Giovanni.
I vincitori del concorso (le famiglie Capozzo, Parente e Gramegna), votati durante la serata dagli stessi gravinesi accorsi, saranno premiati in Comune nei prossimi giorni.
(A cura di Grazia Cozzoli)
Tanta la gente che ha affollato i vicoli del centro storico nella serata di martedì. Tanti i gravinesi che hanno riscoperto il piacere di passeggiare tra le vie addobbate a festa. Il menù 2013 per le celebrazioni del santo è stato di quelli semplici ma efficaci: tradizione, cultura e sapori tipici. Lo spettacolo teatrale a cura della scuola "Ingannamorte", gli assaggi dei piatti tipici gravinesi preparati dai soci dell'Auser, il ritorno dei resti umani all'interno della chiesa grotta di san Michele e il primo concorso "Lə Ballunə pə la fest Sandə Məchelə" (I Balloni per la Festa di San Michele), bandito dall'assessorato comunale alla cultura e dalla Pro Loco di Gravina, hanno dato valore aggiunto alla festività di san Michele "piccolo".
Il cuore di Gravina, così, è stato il polo attrattivo, con lo scenario presepiale, suggestivo e naturale della gravina, che ha accolto i tantissimi partecipanti nel ventre materno che la grotta simboleggia. E quest'anno, agli occhi dei visitatori, un'altra novità: l'esposizione dei resti ossei dei gravinesi trucidati nel 999 d. C. dai mercenari saraceni e conservati sino a pochi giorni fa nella chiesa di san Bartolomeo.
Calata San Michele, strada che da piazza Notar Domenico conduce fino alla grotta passando per il rione Fondovito, è stata addobbata dai partecipanti al concorso con i "balloni", addobbi caratteristici, stesi, come un tempo, tra una casa e quella antistante sull'altro lato della strada. I balloni erano "i segni tangibili del Santo" e simboleggiavano lo status delle famiglie che si adoperavano per abbellire il quartiere. Una sorta di esposizione pubblica degli abiti comprati dai pellegrini del Gargano o ricevuta in dono dai devoti di SanMichele di Monte Sant'Angelo e, di fatto, una forma di ostentazione della ricchezza. Coperte, copriletti, coltri fra le più belle e pregiate, in seta, in velluto, in ciniglia, stoffe damascate con frange e colori, capi ornamentali di vestiario femminile, fazzoletti colorati, abiti femminili bianchi della prima comunione, mutande femminili, corsetti, veli, abiti da sposa, i "pannaruli"(coprispalle rettangolari) e le "ziaredde" (nastrini colorati usati in passato per legare i capelli femminili). Rosa, celeste, viola, panna, blu, giallo oro, verde chiaro.
Una passeggiata verso la grotta del culto all'insegna dei colori e della resurrezione, significato della festività, con i fedeli in marcia verso la cavità rupestre luogo di passaggio dalla terra al cielo e viceversa.
Ad arricchire il programma, anche le installazioni dei ragazzi di Bosco Città e la bellissima mostra "Gravine accamme jère", curata dal personale della Fondazione Santomasi all'interno della chiesa di San Giovanni.
I vincitori del concorso (le famiglie Capozzo, Parente e Gramegna), votati durante la serata dagli stessi gravinesi accorsi, saranno premiati in Comune nei prossimi giorni.
(A cura di Grazia Cozzoli)