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La città
Bosco: circoscritto l'incendio ma il vento fa ancora paura
Ingenti i danni al polmone verde e le opposizioni puntano il dito contro Valente
Gravina - lunedì 14 agosto 2017
10.16
Brucia ancora il Bosco comunale di Gravina. Al terzo giorno di lavoro la preoccupazione è per i focolai disseminati in tutta l'area.
Durante la notte l'area è stata presidiata da squadre di Vigili del Fuoco e dell'Arif, Polizia Municipale, Protezione Civile comunale, Carabinieri Forestali. A terra si lavora già dall'alba. Probabile un nuovo intervento dei mezzi aerei già a breve per sconfiggere definitivamente il fuoco e dichiarare il cessato allarme.
Per tutta la giornata di domenica il forte vento di maestrale, che soffia ad una media di quasi 40 km/h con raffiche ancor più violente, ha vanificato i tentativi di spegnimento messi in atto da Vigili del Fuoco e squadre dell'Arif, coordinate sul posto dal responsabile regionale Mimmo Ragno. Con loro anche la Polizia Municipale e la Protezione Civile comunale, agli ordini del maggiore Nicola Cicolecchia. Insieme agli assessori all'ambiente ed alla protezione civile, rispettivamente Felice Lafabiana e Claudia Stimola, presente in zona sin da ieri anche il sindaco Alesio Valente, che in contatto col presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ottenuto l'invio a Gravina di un Canadair e due fire boss.
Le fiamme, che hanno raggiunto anche i 20 metri di altezza ed un'ampiezza di oltre 300 metri, sono state faticosamente circoscritte, ma l'insistere del vento facilita la continua riaccensione di focolai, rendendo arduo il lavoro dei soccorritori che comunque continuano senza sosta nella loro battaglia, tra ostacoli e rischi. I danni più gravi si registrano a Rifezza e Capasa, già per gran parte interessate dal terribile incendio del 2012. Colpite anche Lamafredda e La Monarca. Il fuoco fermato a Iazzo Campanale ed ai margini del vivaio comunale.
"Ringrazio tutti questi uomini e donne – dice il sindaco Alesio Valente - per l'impegno che stanno profondendo, sfidando il pericolo. Un intervento necessario, il loro, nonostante tutte le misure di prevenzione adottate". Dal generale al particolare: "Sin da luglio - ricorda il primo cittadino - abbiamo messo in campo risorse e uomini: torrette di avvistamento, un'autobotte attiva giorno e notte, una convenzione con la Regione per avere sempre l'Arif al Bosco. Negli ultimi giorni abbiamo impiegato anche il drone della Polizia Municipale per rafforzare i controlli. Non è bastato a fermare gli incendiari. Hanno ferito al cuore la nostra comunità. Mi auguro che le forze dell'ordine riescano ad assicurare alla giustizia questa gentaglia". Nel caso, assicura Valente, "il Comune si costituirà parte civile: nessuno sconto per chi ha colpito Gravina al cuore".
Le indagini: affidate ai Carabinieri Forestali guidati dal colonnello Giovanni Misceo, puntano a far luce sull'accaduto ed a dare un nome a chi ha appiccato il fuoco a Difesa Grande, mandando in fumo centinaia di ettari di pineta e di macchia mediterranea, in parte coincidenti con l'area già interessata, nel 2012, da altro devastante incendio e per la quale pochi giorni fa, al termine del periodo di intangibilità previsto per legge, era stata avviata la procedura per il rimboschimento.
In città intanto non si spengono le polemiche.
Dalle opposizioni consiliari arriva unanime la richiesta di convocazione di un consiglio comunale monotematico per ottenere chiarimenti su quanto sta accadendo al Bosco.
"Le drammatiche vicende che stanno portando alla distruzione della nostra riserva naturale- dichiarano le consigliere pentastellate - richiedono un'improrogabile convocazione dell'assemblea consiliare, al fine di comprendere in che modo l'attuale amministrazione intende affrontare questa emergenza e quali misure ritiene di dover adottare per porre fine a questo scempio. Occorre accertare, a tutti i livelli, responsabili e responsabilità -continuano le consigliere- ed è necessario predisporre un piano efficace per contrastare le gesta scellerate di malfattori e delinquenti. Non possiamo più restare a guardare- concludono le consigliere- la nostra comunità si aspetta azioni concrete e risolutive".
Mimmo Romita, invece, si augura che presto le autorità possano inchiodare i criminali che hanno appiccato l'incendio "in nome di interessi illeciti".
Tuttavia l'ex candidato sindaco chiama alle proprie responsabilità l'intera amministrazione comunale colpevole di non aver mai messo in campo un'opera di prevenzione.
"A Gravina – afferma Romita - non viene fatta rispettare la legge regionale che impone la creazione di spazi spartifuoco per evitare il propagarsi delle fiamme a partire dalle stoppie bruciate dagli agricoltori. Mancano presìdi fissi, telecamere di sorveglianza, non si effettuano opere di pulizia sistematica e lavori silvo-colturali. Il Nucleo Ambientale della Polizia Municipale, che dovrebbe vigilare sul bosco, è affetto da una cronica mancanza di uomini e mezzi, con un organico dimezzato rispetto alle necessità. Di qui le difficoltà, a cascata, dei volontari della Protezione Civile e degli operai stagionali, adibiti unicamente alla sorveglianza del bosco dall'alto delle vedette e senza poteri di intervento, ogni anno protagonisti di un braccio di ferro con l'amministrazione per l'emissione del bando, degli operai della Regione, pure loro sprovvisti dei mezzi necessari, mentre da decenni si invoca una caserma dei Vigili del fuoco a Gravina".
Con questo quadro è chiaro che dopo aver salvato il Bosco, Alesio Valente dovrà impegnarsi per difendere la sua amministrazione.
Durante la notte l'area è stata presidiata da squadre di Vigili del Fuoco e dell'Arif, Polizia Municipale, Protezione Civile comunale, Carabinieri Forestali. A terra si lavora già dall'alba. Probabile un nuovo intervento dei mezzi aerei già a breve per sconfiggere definitivamente il fuoco e dichiarare il cessato allarme.
Per tutta la giornata di domenica il forte vento di maestrale, che soffia ad una media di quasi 40 km/h con raffiche ancor più violente, ha vanificato i tentativi di spegnimento messi in atto da Vigili del Fuoco e squadre dell'Arif, coordinate sul posto dal responsabile regionale Mimmo Ragno. Con loro anche la Polizia Municipale e la Protezione Civile comunale, agli ordini del maggiore Nicola Cicolecchia. Insieme agli assessori all'ambiente ed alla protezione civile, rispettivamente Felice Lafabiana e Claudia Stimola, presente in zona sin da ieri anche il sindaco Alesio Valente, che in contatto col presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ottenuto l'invio a Gravina di un Canadair e due fire boss.
Le fiamme, che hanno raggiunto anche i 20 metri di altezza ed un'ampiezza di oltre 300 metri, sono state faticosamente circoscritte, ma l'insistere del vento facilita la continua riaccensione di focolai, rendendo arduo il lavoro dei soccorritori che comunque continuano senza sosta nella loro battaglia, tra ostacoli e rischi. I danni più gravi si registrano a Rifezza e Capasa, già per gran parte interessate dal terribile incendio del 2012. Colpite anche Lamafredda e La Monarca. Il fuoco fermato a Iazzo Campanale ed ai margini del vivaio comunale.
"Ringrazio tutti questi uomini e donne – dice il sindaco Alesio Valente - per l'impegno che stanno profondendo, sfidando il pericolo. Un intervento necessario, il loro, nonostante tutte le misure di prevenzione adottate". Dal generale al particolare: "Sin da luglio - ricorda il primo cittadino - abbiamo messo in campo risorse e uomini: torrette di avvistamento, un'autobotte attiva giorno e notte, una convenzione con la Regione per avere sempre l'Arif al Bosco. Negli ultimi giorni abbiamo impiegato anche il drone della Polizia Municipale per rafforzare i controlli. Non è bastato a fermare gli incendiari. Hanno ferito al cuore la nostra comunità. Mi auguro che le forze dell'ordine riescano ad assicurare alla giustizia questa gentaglia". Nel caso, assicura Valente, "il Comune si costituirà parte civile: nessuno sconto per chi ha colpito Gravina al cuore".
Le indagini: affidate ai Carabinieri Forestali guidati dal colonnello Giovanni Misceo, puntano a far luce sull'accaduto ed a dare un nome a chi ha appiccato il fuoco a Difesa Grande, mandando in fumo centinaia di ettari di pineta e di macchia mediterranea, in parte coincidenti con l'area già interessata, nel 2012, da altro devastante incendio e per la quale pochi giorni fa, al termine del periodo di intangibilità previsto per legge, era stata avviata la procedura per il rimboschimento.
In città intanto non si spengono le polemiche.
Dalle opposizioni consiliari arriva unanime la richiesta di convocazione di un consiglio comunale monotematico per ottenere chiarimenti su quanto sta accadendo al Bosco.
"Le drammatiche vicende che stanno portando alla distruzione della nostra riserva naturale- dichiarano le consigliere pentastellate - richiedono un'improrogabile convocazione dell'assemblea consiliare, al fine di comprendere in che modo l'attuale amministrazione intende affrontare questa emergenza e quali misure ritiene di dover adottare per porre fine a questo scempio. Occorre accertare, a tutti i livelli, responsabili e responsabilità -continuano le consigliere- ed è necessario predisporre un piano efficace per contrastare le gesta scellerate di malfattori e delinquenti. Non possiamo più restare a guardare- concludono le consigliere- la nostra comunità si aspetta azioni concrete e risolutive".
Mimmo Romita, invece, si augura che presto le autorità possano inchiodare i criminali che hanno appiccato l'incendio "in nome di interessi illeciti".
Tuttavia l'ex candidato sindaco chiama alle proprie responsabilità l'intera amministrazione comunale colpevole di non aver mai messo in campo un'opera di prevenzione.
"A Gravina – afferma Romita - non viene fatta rispettare la legge regionale che impone la creazione di spazi spartifuoco per evitare il propagarsi delle fiamme a partire dalle stoppie bruciate dagli agricoltori. Mancano presìdi fissi, telecamere di sorveglianza, non si effettuano opere di pulizia sistematica e lavori silvo-colturali. Il Nucleo Ambientale della Polizia Municipale, che dovrebbe vigilare sul bosco, è affetto da una cronica mancanza di uomini e mezzi, con un organico dimezzato rispetto alle necessità. Di qui le difficoltà, a cascata, dei volontari della Protezione Civile e degli operai stagionali, adibiti unicamente alla sorveglianza del bosco dall'alto delle vedette e senza poteri di intervento, ogni anno protagonisti di un braccio di ferro con l'amministrazione per l'emissione del bando, degli operai della Regione, pure loro sprovvisti dei mezzi necessari, mentre da decenni si invoca una caserma dei Vigili del fuoco a Gravina".
Con questo quadro è chiaro che dopo aver salvato il Bosco, Alesio Valente dovrà impegnarsi per difendere la sua amministrazione.