
Mondo Giovane
Bullismo, una piaga che aumenta
Intervista a Nunzia Giglio, assistente sociale
Gravina - martedì 8 gennaio 2019
18.22
Dopo la testimonianza di una vittima di bullismo raccolta qualche settimana fa, Gravinalilfe continua ad occuparsi di questo tema e ha contattato l'assistente sociale Nunzia Giglio per avere dei dati sul fenomeno e capire quali strade sia giusto seguire. Proponiamo un'intervista.
Quanti sono i casi di bullismo che ha registrato in un anno?
In un anno, con l'attività nelle scuole, ho registrato almeno 20 casi.
Numeri in aumento?
Il fenomeno è in aumento. È difficile per i genitori capire e accettare, molto spesso danno le colpe ai figli.
Età?
Adolescenti dai 12 ai 16 anni. Ma mi è capitato anche un caso in cui sia la vittima che il bullo avevano 10 anni e il tema era l'estrazione sociale. Oppure il caso di un bambino di 8 anni che obbligava un suo coetaneo ad obbedirgli.
Maschi e femmine?
Sia maschi che femmine. Il bullismo è per razzismo, fisicità e indirizzo sessuale.
Che tipo di attività ha svolto nelle scuole?
Ho fatto 4 corsi in 2 scuole di Santeramo per spiegare il bullismo, come difendersi e come capire i segnali e gli indicatori. Bisogna far capire ai ragazzi il concetto di diversità. Molto spesso la colpa è dei genitori che sottolineano determinati comportamenti e atteggiamenti.
Le vittime denunciano?
Ci sono denunce in anonimo, molte. Ma ci sono tanti che non denunciano e molte mamme che minimizzano.
Qual è a suo avviso la strada da seguire?
Insegnare il rispetto e a non dominare gli altri. Da solo il bullo è fragile, diventa forte in branco. Insegnare ai ragazzi la consapevolezza di se stessi, l'autostima.
Ci sono modelli e messaggi sbagliati nella pubblicità ma anche nella società. Manca il rispetto per l'altro. Rispetto è la parola chiave.
Angela Mazzotta
Quanti sono i casi di bullismo che ha registrato in un anno?
In un anno, con l'attività nelle scuole, ho registrato almeno 20 casi.
Numeri in aumento?
Il fenomeno è in aumento. È difficile per i genitori capire e accettare, molto spesso danno le colpe ai figli.
Età?
Adolescenti dai 12 ai 16 anni. Ma mi è capitato anche un caso in cui sia la vittima che il bullo avevano 10 anni e il tema era l'estrazione sociale. Oppure il caso di un bambino di 8 anni che obbligava un suo coetaneo ad obbedirgli.
Maschi e femmine?
Sia maschi che femmine. Il bullismo è per razzismo, fisicità e indirizzo sessuale.
Che tipo di attività ha svolto nelle scuole?
Ho fatto 4 corsi in 2 scuole di Santeramo per spiegare il bullismo, come difendersi e come capire i segnali e gli indicatori. Bisogna far capire ai ragazzi il concetto di diversità. Molto spesso la colpa è dei genitori che sottolineano determinati comportamenti e atteggiamenti.
Le vittime denunciano?
Ci sono denunce in anonimo, molte. Ma ci sono tanti che non denunciano e molte mamme che minimizzano.
Qual è a suo avviso la strada da seguire?
Insegnare il rispetto e a non dominare gli altri. Da solo il bullo è fragile, diventa forte in branco. Insegnare ai ragazzi la consapevolezza di se stessi, l'autostima.
Ci sono modelli e messaggi sbagliati nella pubblicità ma anche nella società. Manca il rispetto per l'altro. Rispetto è la parola chiave.
Angela Mazzotta