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Palazzo di città

Campo sportivo, vincoli e dubbi frenano il progetto ucraino

L'amministrazione prepara una controproposta

Tanto rumore per nulla. O poco più.

Almeno stando alle dichiarazioni del sindaco Alesio Valente a proposito del progetto per la ristrutturazione del campo sportivo comunale.
Valente, più che glorificare il progetto, preferisce rassicurare i tifosi della Fbc con cui ha condiviso tanti pomeriggi fatti di promesse e rassicurazioni. L'ultima arriva direttamente dalla sua pagina facebook: "per il campo comunale l'assessore Santomasi mi ha chiesto un altro giorno di tempo. Il provvedimento è pronto ma voleva controllare il quadro economico. Giovedì in ogni caso chiudiamo la partita".
Tradotto: il comunale avrà presto un nuovo manto erboso il cui rifacimento sarà interamente finanziato da palazzo di città.
Del resto, che il progetto degli ucraini non avesse entusiasmato il primo cittadino era cosa chiara. Prima il suo totale silenzio sulla vicenda, poi, le parole riportate sempre attraverso facebook e scritte a poche ore dall'ufficializzazione della notizia: "Tutto ciò che riguarda il presunto progetto di 10 milioni di euro dei russi vi informo che non c'è nulla di ufficiale. Nulla è stato protocollato in Comune. Solo incontri interlocutori informali tra alcuni rappresentanti istituzionali. Tuttavia ritengo che in un momento nel quale ci candidiamo verso l'Unesco bisogna essere davvero cauti verso interventi che potrebbero essere invasivi. L'habitat rupestre va sempre e comunque preservato. Vale molto più di un progetto di 10 milioni di euro", sentenzia Valente anticipando la controproposta già avanzata dalla delegazione gravinese ai due stranieri: "Realizzare il progetto in altre zone meno vincolate della città".

Parole che dimostrano una certa chiusura da parte del primo cittadino anche se poi è lo stesso Valente a rilanciare: "Aspettiamo di vedere il progetto e capiremo cosa fare".
Chi invece non ha gradito la superficialità con cui i due investitori ucraini sono stati accolti in città è l'assessore all'ambiente Christian Divella che pur condividendo la linea suggerita dal sindaco e del resto già ribadita dall'assessore Francesco Santomasi sulla necessità di tutelare il nostro paesaggio e sulla certezza che nessun ecomostro sarà realizzato a ridosso della gravina, non ha gradito la facile ironia che in tanti hanno rivolto nei confronti dei due stranieri: "Prima di entrare nel merito del progetto, ritengo che un po' tutti dobbiamo sentirci innanzitutto fieri dell'interesse dimostrato nei confronti della città da questi due stranieri. Gravina è una bella città e a quanto pare piace a tutti. Da amministratori, ma anche da cittadini che hanno a cuore le sorti del paese, abbiamo il dovere di ascoltare ogni proposta, non fosse altro che per dovere di ospitalità. Per il resto i cittadini stiano sereni: nessuno vuole deturpare il paesaggio e nessuno vuole fare facile speculazione. Ricordiamo, però, che Gravina non può farsi sfuggire tutte le occasioni senza nemmeno capire di che si tratta".
Divella invita alla calma e conferma quanto già ribadito dal sindaco "Nulla è stato ancora ufficializzato".

A suonare invece l'allarme contro una possibile invasione straniera è Laura Marchetti, l'assessore alla cultura, che rivolge agli stessi cittadini un appello di rivoluzionaria memoria: "La gravina di Gravina è patrimonio dell'umanità. I lapponi o i cinesi, i russi o gli svedesi, non possono appropriarsene. Vi prego di condividere".
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