
Mondo Giovane
“Canzone X”, il nuovo brano di Paologatto
Aperta denuncia a violenza e razzismo, 8° capitolo di “Embrioni”
Gravina - venerdì 9 aprile 2021
11.53
Un urlo disperato verso un'umanità persa in cui violenza, disprezzo e arroganza hanno la precedenza anche sul rispetto di una vita. Un pelino provocatorio tanto basta per scuotere le coscienze sopite e rassegnate, per schierarsi e dire la sua.
Il cantautore gravinese Paologatto, all'anagrafe Paolo Iacovelli, è senza freni nel nuovo brano (con videoclip in cui è protagonista) che racconta la sfortunata storia di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di origine capoverdiana barbaramente ucciso di botte a Colleferro.
Canzone X è l'ottavo capitolo del progetto "Embrioni", una collana di videoclip iniziata e ispirata al concepimento della primogenita di Paologatto, che al momento è ancora gestante nel grembo della compagna Laura. "EMBRIONI" è una raccolta di 9 videoclip che vengono pubblicati on line con una cadenza di 21 giorni. Riprese secche e dirette in cui l'unica ricerca è ristretta alle location: uteri e casse armoniche naturali capaci di conferire ai suoni colori diversi e irripetibili. Tutto il resto è ridotto all'essenziale: chitarra, voce, ed emozioni. La pubblicazione, esclusivamente on line, ha un ruolo peculiare in questa "gestazione": il progetto infatti (a fruizione completamente gratuita) si evolve in base a reazioni e umori del pubblico fruitore, e i feedback determinano scaletta e location del successivo video.
A concludere la saga, l'esperimento finale dell'Embrione "Ω": una canzone scritta e realizzata in itinere da diversi artisti e musicisti (volontari) a distanza, anche sconosciuti tra loro, come una staffetta di strofa in strofa.
"Povero agnello di dio, e povero chi lo amerà… chi lo amerà?", con una domanda amara si chiude un brano che sembra pensato apposta per il periodo pasquale, si avverte la presenza religiosa nei simboli di fede presenti nel videoclip, come il crocifisso ben in mostra, ma anche la centralità di un padre che si arrende alla crudeltà umana. Non il famoso agnello che toglie i peccati del mondo, ma una vittima di cui avere compassione.
Alcune domande a Paologatto sul brano e sul videoclip in rete da domenica 4 aprile.
Canzone X, perchè questo titolo? Cosa rappresenta?
Richiama Malcom X che ha scelto un cognome anonimo per ribellarsi ai cognomi dati dai bianchi ai neri per ricordare loro che erano stati liberati dalla schiavitù, non erano nati liberi. Il brano è dedicato alle vittime d'ignoranza e razzismo, a tutte le persone di colore e pone l'accento sull'incapacità di accogliere l'altro.
Il brano e soprattutto il videoclip presentano tanti elementi, ce li racconta?
La canzone parla della terribile morte di un ragazzo, Willy, ucciso dall'ignoranza e dal menefreghismo. Noi tutti dovevamo farci sentire e non l'abbiamo fatto. La fiaccolata per Willy dopo la sua morte non serviva a niente, bisognava manifestare tutti insieme e chiedere scusa alla famiglia per le bestie che hanno ammazzato quel ragazzo. Questo ragazzo si è immolato per colpa di tutti noi, lo chiamo agnello di Dio perché non siamo stati capaci di difenderlo. È morto di botte per strada, per difendere un amico, davanti a tutti.
Con questa canzone ho deciso di schierarmi contro ogni violenza, è arrivato il momento di fare qualcosa.
Il video presenta degli elementi religiosi. Credo molto nel cristianesimo, non nella dottrina, per l'energia che si può sprigionare dalla preghiera di un Padre Nostro come un mantra tibetano.
Il video rappresenta al meglio tutto questo, è prodotto da "i Santiaco Producciones", la società di produzione che ho avviato con la mia compagna e socia Laura Santoro, con mio fratello Simone Iacovelli e in collaborazione con la "XFamily".
Nel testo si avverte la centralità di una presenza paterna. Un padre amorevole o carnefice?
Il testo parte dal punto di vista soggettivo di un padre, a parlare è il padre di Willy, un ragazzo ammazzato di botte da 4 fascisti. Inizialmente il padre è orgoglioso del coraggio del figlio, poi c'è la presa di coscienza di averlo messo al mondo senza averglielo spiegato. Il padre è vittima, perché gli hanno ucciso il figlio, ma allo stesso tempo carnefice. Anche uno degli assassini di Willy stava per diventare padre, la compagna era incinta.
È l'archetipo di un padre che è sia lama che ferita, perché i padri spesso nell'incapacità o impreparazione per il ruolo, che nessuno insegna, fanno degli errori che lasciano cicatrici profonde. Anch'io sto per diventare padre, e ci sarà anche per me questo passaggio da essere figlio a essere padre.
L'uscita a Pasqua è una coincidenza, simboleggia per me una resurrezione che muoio come figlio e rinasco come padre.
Le madri hanno una responsabilità importante nella crescita e nell'educazione dei figli al rispetto, ma anche nei confronti dei comportamenti dei loro compagni. Nel video racconto anche questo, molto spesso le donne coccolano uomini violenti. La stessa regista del videoclip, Elisabetta Tonon, è molto attiva con l'associazione "Io sono mia" nel difendere donne vittime di violenza che tendono a perdonare e giustificare i propri compagni.
"Quando finirà? Non finirà". Una frase ripetuta con dolore nella canzone, davvero non c'è speranza in questa umanità?
La speranza è crescere bambini che diventino migliori di noi e così via via per le successive generazioni. Noi abbiamo il dovere di farlo, perché adesso abbiamo tutti gli strumenti per scoprire il mondo e correggere il tiro. La nostra speranza sono quindi i bambini, educarli nel migliore dei modi al rispetto dell'altro. Perché un bambino che viene al mondo è di tutti e tutti siamo responsabili del suo futuro.
Il cantautore gravinese Paologatto, all'anagrafe Paolo Iacovelli, è senza freni nel nuovo brano (con videoclip in cui è protagonista) che racconta la sfortunata storia di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di origine capoverdiana barbaramente ucciso di botte a Colleferro.
Canzone X è l'ottavo capitolo del progetto "Embrioni", una collana di videoclip iniziata e ispirata al concepimento della primogenita di Paologatto, che al momento è ancora gestante nel grembo della compagna Laura. "EMBRIONI" è una raccolta di 9 videoclip che vengono pubblicati on line con una cadenza di 21 giorni. Riprese secche e dirette in cui l'unica ricerca è ristretta alle location: uteri e casse armoniche naturali capaci di conferire ai suoni colori diversi e irripetibili. Tutto il resto è ridotto all'essenziale: chitarra, voce, ed emozioni. La pubblicazione, esclusivamente on line, ha un ruolo peculiare in questa "gestazione": il progetto infatti (a fruizione completamente gratuita) si evolve in base a reazioni e umori del pubblico fruitore, e i feedback determinano scaletta e location del successivo video.
A concludere la saga, l'esperimento finale dell'Embrione "Ω": una canzone scritta e realizzata in itinere da diversi artisti e musicisti (volontari) a distanza, anche sconosciuti tra loro, come una staffetta di strofa in strofa.
"Povero agnello di dio, e povero chi lo amerà… chi lo amerà?", con una domanda amara si chiude un brano che sembra pensato apposta per il periodo pasquale, si avverte la presenza religiosa nei simboli di fede presenti nel videoclip, come il crocifisso ben in mostra, ma anche la centralità di un padre che si arrende alla crudeltà umana. Non il famoso agnello che toglie i peccati del mondo, ma una vittima di cui avere compassione.
Alcune domande a Paologatto sul brano e sul videoclip in rete da domenica 4 aprile.
Canzone X, perchè questo titolo? Cosa rappresenta?
Richiama Malcom X che ha scelto un cognome anonimo per ribellarsi ai cognomi dati dai bianchi ai neri per ricordare loro che erano stati liberati dalla schiavitù, non erano nati liberi. Il brano è dedicato alle vittime d'ignoranza e razzismo, a tutte le persone di colore e pone l'accento sull'incapacità di accogliere l'altro.
Il brano e soprattutto il videoclip presentano tanti elementi, ce li racconta?
La canzone parla della terribile morte di un ragazzo, Willy, ucciso dall'ignoranza e dal menefreghismo. Noi tutti dovevamo farci sentire e non l'abbiamo fatto. La fiaccolata per Willy dopo la sua morte non serviva a niente, bisognava manifestare tutti insieme e chiedere scusa alla famiglia per le bestie che hanno ammazzato quel ragazzo. Questo ragazzo si è immolato per colpa di tutti noi, lo chiamo agnello di Dio perché non siamo stati capaci di difenderlo. È morto di botte per strada, per difendere un amico, davanti a tutti.
Con questa canzone ho deciso di schierarmi contro ogni violenza, è arrivato il momento di fare qualcosa.
Il video presenta degli elementi religiosi. Credo molto nel cristianesimo, non nella dottrina, per l'energia che si può sprigionare dalla preghiera di un Padre Nostro come un mantra tibetano.
Il video rappresenta al meglio tutto questo, è prodotto da "i Santiaco Producciones", la società di produzione che ho avviato con la mia compagna e socia Laura Santoro, con mio fratello Simone Iacovelli e in collaborazione con la "XFamily".
Nel testo si avverte la centralità di una presenza paterna. Un padre amorevole o carnefice?
Il testo parte dal punto di vista soggettivo di un padre, a parlare è il padre di Willy, un ragazzo ammazzato di botte da 4 fascisti. Inizialmente il padre è orgoglioso del coraggio del figlio, poi c'è la presa di coscienza di averlo messo al mondo senza averglielo spiegato. Il padre è vittima, perché gli hanno ucciso il figlio, ma allo stesso tempo carnefice. Anche uno degli assassini di Willy stava per diventare padre, la compagna era incinta.
È l'archetipo di un padre che è sia lama che ferita, perché i padri spesso nell'incapacità o impreparazione per il ruolo, che nessuno insegna, fanno degli errori che lasciano cicatrici profonde. Anch'io sto per diventare padre, e ci sarà anche per me questo passaggio da essere figlio a essere padre.
L'uscita a Pasqua è una coincidenza, simboleggia per me una resurrezione che muoio come figlio e rinasco come padre.
Le madri hanno una responsabilità importante nella crescita e nell'educazione dei figli al rispetto, ma anche nei confronti dei comportamenti dei loro compagni. Nel video racconto anche questo, molto spesso le donne coccolano uomini violenti. La stessa regista del videoclip, Elisabetta Tonon, è molto attiva con l'associazione "Io sono mia" nel difendere donne vittime di violenza che tendono a perdonare e giustificare i propri compagni.
"Quando finirà? Non finirà". Una frase ripetuta con dolore nella canzone, davvero non c'è speranza in questa umanità?
La speranza è crescere bambini che diventino migliori di noi e così via via per le successive generazioni. Noi abbiamo il dovere di farlo, perché adesso abbiamo tutti gli strumenti per scoprire il mondo e correggere il tiro. La nostra speranza sono quindi i bambini, educarli nel migliore dei modi al rispetto dell'altro. Perché un bambino che viene al mondo è di tutti e tutti siamo responsabili del suo futuro.