commissario ciro trotta
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Palazzo di città

Case occupate abusivamente: al via i pignoramenti

Palazzo di città stringe il cerchio. Si passa alla fase esecutiva

Il Comune fa sul serio. Chi occupa abusivamente gli immobili di proprietà comunale dovrà rimborsare l'ente delle somme dovute al Municipio.

Tornano in cronaca le vicende del patrimonio immobiliare municipale, costituito dai tanti appartamenti, in molti casi fatiscenti, ricavati all'interno della casa mandamentale come negli ex conventi di santa Sofia, santa Teresa, san Sebastiano e santa Maria. Tutti di proprietà comunale, nessuno nella disponibilità comunale: da tempo, infatti, quegli immobili sarebbero occupati in assenza di contratto e per ciascuno di essi nessun canone di locazione sarebbe mai stato versato nelle casse del Comune, almeno fino ad epoca recente.

La storia parte da lontano ed ha come protagonisti, il più delle volte, i commissari prefettizi che nell'ultimo ventennio hanno provvisoriamente retto le sorti di Palazzo di città. Così è nel 1994, quando il commissario Giuseppe Maiullari delibera procedersi "al recupero dei canoni vantati dall'ente in relazione agli immobili di proprietà comunale occupati sine titulo". Si apre la pagina giudiziaria: 33 cause vengono definite nel 1999 dalla sezione stralcio del Tribunale di Bari. Un'altra ventina, affidate alla sezione di Altamura, arrivano a sentenza nel 2008. Per le prime è l'amministrazione Barbi, nel 2001, a dare il via al recupero coattivo delle somme riconosciute in giudizio. Per le seconde, invece, nel 2009 è un altro commissario prefettizio, Domenico Di Gioia, ad ordinare il passaggio alla fase esecutiva.

Risultato? Il recupero avviato nel 2001 non si sarebbe tradotto in effetti concreti. Quello promosso 8 anni più tardi avrebbe invece consentito al Comune di incassare quantomeno parte del credito. Lo si ricava dalla delibera con cui un altro commissario prefettizio, il Prefetto Ciro Trotta, nel febbraio del 2012, richiamate le sollecitazioni dell'Ufficio legale, ha prescritto altresì la verifica "dello stato di idoneità ad uso abitativo degli immobili comunali"; la regolarizzazione "delle posizioni debitorie pregresse, con la conseguente eventuale formalizzazione del rapporto locativo"; la modifica del regolamento comunale delle entrate, "per consentire la rateizzazione delle entrate patrimoniali, anche di quelle rinvenienti da sentenza".

Ora, mentre sui presunti ritardi relativi alla prima tranche di sentenze rimaste ineseguite avrebbero da mesi aperto un'inchiesta sia la Corte dei Conti sia la Procura di Bari, Palazzo di città si attrezza per fare la sua parte. Senza sconti per nessuno. Nei giorni scorsi, infatti, il commissario straordinario ha stanziato la somma di 20.000 euro "per intraprendere l'azione esecutiva nei confronti dei soggetti debitori, alcuni dei quali nelle more deceduti, ragion per cui è necessario agire nei confronti degli eredi, già individuati a seguito di apposite ricerche anagrafiche".

Saranno almeno un centinaio, secondo le stime municipali, le famiglie interessate dalla notifica degli atti esecutivi. A curare l'intera pratica, l'ufficio legale municipale.
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