
Palazzo di città
Caso eolico: il Comune punta a monetizzare
Nessuno stop ai lavori. Si tratta per ottenere royalties. La linea da seguire adottata con una delibera di giunta.
Gravina - mercoledì 12 giugno 2013
15.40
I reperti archeologici avranno un grande valore. Il paesaggio andrà pure tutelato. Ma in cambio delle royalties si può chiudere un occhio e pure l'altro e andare tranquillamente avanti.
Chissà se rimarrano delusi quanti, negli ultimi giorni, s'erano mobilitati per chiedere al Comune ed agli enti sovracomunali competenti di bloccare e rivedere il procedimento di autorizzazione dell'impianto eolico in fase di ultimazione ai confini tra Gravina e Poggiorsini. Fatto sta che Palazzo di città ha assunto adesso una linea chiara ed ufficiale nella quale di tutto si parla tranne che di ciò.
La presa di posizione è racchiusa nella delibera con cui, in mattinata, la giunta municipale al gran completo, presieduta dal sindaco Alesio Valente, ha dato disco verde ad un atto di indirizzo sull'installazione degli impianti eolici sul territorio comunale. Nel deliberato si prende spunto, chiaramente, "dagli ultimi articoli di stampa e dal dibattito che si sta generando sul parco eolico in costruzione nel territorio della nostra città", in ordine al quale "l'amministrazione comunale intende far chiarezza, spiegando all'opinione pubblica lo stato dell'arte del procedimento al fine di evitare strumentali equivoci".
Tuttavia, le parole d'ordine che da un paio di settimane riecheggiano in cronaca fra grandi polemiche, ovvero tutela del patrimonio archeologico e salvaguardia del paesaggio, non fanno capolino. Mai, neppure una volta. Piuttosto, viene ripercorso l'iter della pratica, ricalcando il comunicato già in proposito dato alle stampe dal Municipio a fine maggio. Quindi, richiamata la richiesta di autorizzazione unica da parte della "Nuova Energia srl" (risalente al 31 luglio 2006), citate le norme di indirizzo approvate dal consiglio comunale il 3 agosto 2007, evidenziato come mai nel tempo il Comune di Gravina abbia sottoscritto alcuna convenzione con la società in questione (al contrario del Comune di Poggiorsini, che vi ha invece provveduto il 18 dicembre 2009), la giunta municipale ricorda che anche gli atti di impegno sottoscritti nella primavera 2011 tra la società, il Comune e la Regione non risultavano prevedere di forme di compensazione in favore del Comune di Gravina, anche se "con nota del 19 dicembre 2011 la stessa società ha rappresentato e comunicato al Comune di Gravina la volontà di estendere la convenzione anche al nostro Comune".
S'arriva così all'era Valente: "Nel 2012, avendo già sottoscritto, precedentemente all'entrata in vigore delle nuove linee guide nazionali del 2010 (quelle che hanno privato i Comuni di ogni potere, ndr) apposita convenzione, la società ed il Comune di Poggiorsini hanno siglato una nuova convenzione, concordando di rivisitare il primo impegno per adeguarlo alle nuove disposizioni, prevedendo un ristoro ambientale del 3% del fatturato derivante dalla valorizzazione dell'energia elettrica prodotta dalle turbine ivi indicate", al netto di "tributi, tasse, imposte, oneri, canoni, contribuzioni e imposizioni comunali di qualsiasi tipo". E quando il 24 maggio dello stesso anno si insedia la nuova amministrazione comunale, arriva "l'incontro con i vertici della Nuova Energia srl, al fine di rappresentare l'esigenza di vedersi riconoscere un giusto ed equo indennizzo a titolo di ristoro ambientale". Nelle more, però, la "Nuova Energia srl" vede finire il 95% delle sue quote sociali nella cassaforte della "Fri-El Green Power", e tutto ricomincia. Con gli assessori Nicola Lagreca e Maddalena Grillo "incaricati di intessere rapporti con la società, al fine di concludere l'annosa questione del corrispettivo". Risultati ottenuti? "I membri della giunta municipale, che si stanno avvalendo dell'assistenza dell'avvocatura comunale - si legge in delibera - negli incontri finora svoltisi hanno cercato di portare a casa il massimo risultato possibile, anche se fino ad oggi non si è ancora addivenuti ad un esito positivo".
Resta lo sfregio ambientale. Che in molti lamentano, che in tanti dicono di voler provare ad arginare nonostante l'avanzato stato dei lavori e che per l'amministrazione comunale, "con voti palesi e unanimi", diventa semplicemente motivo per batter cassa: "A fronte del danno subito dal territorio, è volontà di questa amministrazione mettere in atto tutte le azioni possibili per ottenere il massimo ristoro ambientale consentito dalla legge".
E l'archeologia, il paesaggio, la storia di un popolo, gli appelli alla memoria ed all'eterno? Nel cestino dei valori negoziabili.
Chissà se rimarrano delusi quanti, negli ultimi giorni, s'erano mobilitati per chiedere al Comune ed agli enti sovracomunali competenti di bloccare e rivedere il procedimento di autorizzazione dell'impianto eolico in fase di ultimazione ai confini tra Gravina e Poggiorsini. Fatto sta che Palazzo di città ha assunto adesso una linea chiara ed ufficiale nella quale di tutto si parla tranne che di ciò.
La presa di posizione è racchiusa nella delibera con cui, in mattinata, la giunta municipale al gran completo, presieduta dal sindaco Alesio Valente, ha dato disco verde ad un atto di indirizzo sull'installazione degli impianti eolici sul territorio comunale. Nel deliberato si prende spunto, chiaramente, "dagli ultimi articoli di stampa e dal dibattito che si sta generando sul parco eolico in costruzione nel territorio della nostra città", in ordine al quale "l'amministrazione comunale intende far chiarezza, spiegando all'opinione pubblica lo stato dell'arte del procedimento al fine di evitare strumentali equivoci".
Tuttavia, le parole d'ordine che da un paio di settimane riecheggiano in cronaca fra grandi polemiche, ovvero tutela del patrimonio archeologico e salvaguardia del paesaggio, non fanno capolino. Mai, neppure una volta. Piuttosto, viene ripercorso l'iter della pratica, ricalcando il comunicato già in proposito dato alle stampe dal Municipio a fine maggio. Quindi, richiamata la richiesta di autorizzazione unica da parte della "Nuova Energia srl" (risalente al 31 luglio 2006), citate le norme di indirizzo approvate dal consiglio comunale il 3 agosto 2007, evidenziato come mai nel tempo il Comune di Gravina abbia sottoscritto alcuna convenzione con la società in questione (al contrario del Comune di Poggiorsini, che vi ha invece provveduto il 18 dicembre 2009), la giunta municipale ricorda che anche gli atti di impegno sottoscritti nella primavera 2011 tra la società, il Comune e la Regione non risultavano prevedere di forme di compensazione in favore del Comune di Gravina, anche se "con nota del 19 dicembre 2011 la stessa società ha rappresentato e comunicato al Comune di Gravina la volontà di estendere la convenzione anche al nostro Comune".
S'arriva così all'era Valente: "Nel 2012, avendo già sottoscritto, precedentemente all'entrata in vigore delle nuove linee guide nazionali del 2010 (quelle che hanno privato i Comuni di ogni potere, ndr) apposita convenzione, la società ed il Comune di Poggiorsini hanno siglato una nuova convenzione, concordando di rivisitare il primo impegno per adeguarlo alle nuove disposizioni, prevedendo un ristoro ambientale del 3% del fatturato derivante dalla valorizzazione dell'energia elettrica prodotta dalle turbine ivi indicate", al netto di "tributi, tasse, imposte, oneri, canoni, contribuzioni e imposizioni comunali di qualsiasi tipo". E quando il 24 maggio dello stesso anno si insedia la nuova amministrazione comunale, arriva "l'incontro con i vertici della Nuova Energia srl, al fine di rappresentare l'esigenza di vedersi riconoscere un giusto ed equo indennizzo a titolo di ristoro ambientale". Nelle more, però, la "Nuova Energia srl" vede finire il 95% delle sue quote sociali nella cassaforte della "Fri-El Green Power", e tutto ricomincia. Con gli assessori Nicola Lagreca e Maddalena Grillo "incaricati di intessere rapporti con la società, al fine di concludere l'annosa questione del corrispettivo". Risultati ottenuti? "I membri della giunta municipale, che si stanno avvalendo dell'assistenza dell'avvocatura comunale - si legge in delibera - negli incontri finora svoltisi hanno cercato di portare a casa il massimo risultato possibile, anche se fino ad oggi non si è ancora addivenuti ad un esito positivo".
Resta lo sfregio ambientale. Che in molti lamentano, che in tanti dicono di voler provare ad arginare nonostante l'avanzato stato dei lavori e che per l'amministrazione comunale, "con voti palesi e unanimi", diventa semplicemente motivo per batter cassa: "A fronte del danno subito dal territorio, è volontà di questa amministrazione mettere in atto tutte le azioni possibili per ottenere il massimo ristoro ambientale consentito dalla legge".
E l'archeologia, il paesaggio, la storia di un popolo, gli appelli alla memoria ed all'eterno? Nel cestino dei valori negoziabili.