
La città
Chiude l’ufficio del giudice di pace?
Il Ministero conferma la chiusura. Nell'incertezza gli avvocati chiedono l'intervento dell'amministrazione
Gravina - giovedì 6 marzo 2014
14.28
L'ufficio del giudice di pace di Gravina è nuovamente a rischio chiusura. Con il decreto legislativo numero 14 del 19 febbraio 2014, entrato in vigore lo scorso 28 febbraio, è stata ribadita la volontà di sopprimere gli uffici dislocati sul territorio nazionale, tra cui quello di Gravina come si evince dall'elenco allegato al decreto. Inoltre, come già stabilito nei precedenti decreti, il personale amministrativo in servizio presso gli uffici soppressi verrà reintegrato in parte presso la sede del tribunale o della procura limitrofa, mentre la restante parte sarà trasferita presso l'ufficio del giudice di pace a cui saranno trasferite le funzioni delle sedi soppresse.
Per salvare gli uffici territoriali, il Ministero ha concesso agli enti locali sessanta giorni di tempo per formulare la richiesta, in forma singola o associata con altri comuni limitrofi, di mantenere in funzione l'ufficio " facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché' la formazione del personale amministrativo".
In pratica, poiché il decreto è entrato in vigore a fine febbraio, entro il 28 aprile il comune di Gravina dovrà manifestare la propria volontà a mantenere in vita l'ufficio e a farsi carico di tutte le spese per assicurare il funzionamento dello stesso.
Una procedura che in via Vittorio Veneto hanno già formulato e approvato diverso volte, prima con il Commissario prefettizio e poi con la giunta attualmente in carica, ma che evidentemente non basta per evitare la scure della chiusura definitiva.
Intanto mentre gli enti locali e le associazioni dell'ordine forense sono in subbuglio, dal Ministero della giustizia nella mattinata di oggi, 6 marzo, è partita una precisazione: "In merito a interpretazioni non corrette - si legge in una nota - ed all'elenco delle sedi degli uffici dei giudici di pace che continueranno ad operare sul territorio in esso contenuto, l'Ufficio stampa del Ministero della giustizia precisa quanto segue. Il malinteso è nato dall'inclusione nel decreto legislativo in questione di un elenco relativo ad uffici del giudice di pace soppressi: il suddetto elenco non poteva e non doveva tener conto delle numerose istanze prodotte dagli Enti locali interessati al mantenimento, a proprie spese, dell'ufficio giudiziario. Si conferma, pertanto -conclude la nota- che l'esito delle domande presentate dai Comuni interessati sarà stabilito esclusivamente con il decreto ministeriale previsto dall'art. 3, co. 3 del decreto legislativo n. 156 del 7 settembre 2012, di prossima emanazione".
Una postilla ingarbugliata su cui tanti legali si stanno interrogando in queste ore. A Gravina, al fine di evitare la mannaia ministeriale, dall'associazione cittadina degli avvocati è già pronta la richiesta da inoltrare alla giunta comunale e finalizzata all'approvazione di un nuovo provvedimento con cui l'amministrazione provveda a ribadire la propria volontà di farsi carico di tutte le spese per la gestione dell'ufficio stanziando fondi propri per fare fronte a tutti i costi, compresi gli stipendi per gli impiegati destinati all'ufficio.
Una proposta da inoltrare velocemente con la consapevolezza che il Ministero si è riservato dodici mesi di tempo, a partire da aprile 2014, per decidere definitivamente sul futuro degli uffici territoriali.
In attesa dell'ennesimo decreto già annunciato dal Ministero conviene correre ai ripari poichè in casi come questo dove l'incertezza regna sovrana, la prudenza diventa obbligatoria.
Per salvare gli uffici territoriali, il Ministero ha concesso agli enti locali sessanta giorni di tempo per formulare la richiesta, in forma singola o associata con altri comuni limitrofi, di mantenere in funzione l'ufficio " facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché' la formazione del personale amministrativo".
In pratica, poiché il decreto è entrato in vigore a fine febbraio, entro il 28 aprile il comune di Gravina dovrà manifestare la propria volontà a mantenere in vita l'ufficio e a farsi carico di tutte le spese per assicurare il funzionamento dello stesso.
Una procedura che in via Vittorio Veneto hanno già formulato e approvato diverso volte, prima con il Commissario prefettizio e poi con la giunta attualmente in carica, ma che evidentemente non basta per evitare la scure della chiusura definitiva.
Intanto mentre gli enti locali e le associazioni dell'ordine forense sono in subbuglio, dal Ministero della giustizia nella mattinata di oggi, 6 marzo, è partita una precisazione: "In merito a interpretazioni non corrette - si legge in una nota - ed all'elenco delle sedi degli uffici dei giudici di pace che continueranno ad operare sul territorio in esso contenuto, l'Ufficio stampa del Ministero della giustizia precisa quanto segue. Il malinteso è nato dall'inclusione nel decreto legislativo in questione di un elenco relativo ad uffici del giudice di pace soppressi: il suddetto elenco non poteva e non doveva tener conto delle numerose istanze prodotte dagli Enti locali interessati al mantenimento, a proprie spese, dell'ufficio giudiziario. Si conferma, pertanto -conclude la nota- che l'esito delle domande presentate dai Comuni interessati sarà stabilito esclusivamente con il decreto ministeriale previsto dall'art. 3, co. 3 del decreto legislativo n. 156 del 7 settembre 2012, di prossima emanazione".
Una postilla ingarbugliata su cui tanti legali si stanno interrogando in queste ore. A Gravina, al fine di evitare la mannaia ministeriale, dall'associazione cittadina degli avvocati è già pronta la richiesta da inoltrare alla giunta comunale e finalizzata all'approvazione di un nuovo provvedimento con cui l'amministrazione provveda a ribadire la propria volontà di farsi carico di tutte le spese per la gestione dell'ufficio stanziando fondi propri per fare fronte a tutti i costi, compresi gli stipendi per gli impiegati destinati all'ufficio.
Una proposta da inoltrare velocemente con la consapevolezza che il Ministero si è riservato dodici mesi di tempo, a partire da aprile 2014, per decidere definitivamente sul futuro degli uffici territoriali.
In attesa dell'ennesimo decreto già annunciato dal Ministero conviene correre ai ripari poichè in casi come questo dove l'incertezza regna sovrana, la prudenza diventa obbligatoria.