
La città
Chiudere il centro di accoglienza di via Cagliari
L’accorato appello di un cittadino arriva al Prefetto
Gravina - mercoledì 5 luglio 2017
"Oggi, in via Cagliari si è sfiorata la tragedia".
Comincia così il racconto di un residente della zona a poche ore dall'incendio scoppiato in una palazzina utilizzata come Centro di Accoglienza Straordinaria e che da anni ospita un numero non precisato di immigrati.
L'incendio è stato domato in pochi minuti dai vigili del fuoco intervenuti nella zona ma dell'intera vicenda resta la preoccupazione dei cittadini.
"Sono cinque anni che questo Centro è in funzione: ne ho viste e ne vedo di tutti i colori" continua il racconto di un residente che denuncia scarsa vigilanza dei luoghi e condizioni igienico sanitarie discutibili.
In coda la richiesta di intervento rivolta al sindaco della città e alle istituzioni che hanno competenza in materia a cui si chiede "la chiusura immediata del Centro poiché non ci sono più i presupposti per una convivenza civile e sicura".
La richiesta di intervento è stata inviata dal consigliere regionale Mario Conca al prefetto di Bari invitandolo ad "esercitare il suo potere di controllo e verifica per evitare le tragedie annunciate e il rispetto delle regole di sicurezza nei centri di accoglienza che nel caso di specie sembrano essere totalmente disattese".
In attesa di risposte, inoltre, il consigliere pentastellato ha stigmatizzato anche il comportamento del Municipio gravinese accusato di aver consentito la proliferazione dei CAS, ovvero "centri di accoglienza straordinaria privati che prevedono solo vitto e alloggio".
"Il comune di Gravina – spiega Conca in una nota di risposta ad un cittadino - avrebbe dovuto aderire al progetto SPRAR, come tanti altri comuni virtuosi. Caratteristica principale dei progetti territoriali del Sistema di protezione, all'interno delle misure di accoglienza integrata, è la realizzazione di attività di accompagnamento all'inserimento sociale attraverso la conoscenza del territorio e l'effettivo accesso ai servizi locali, come l'assistenza socio-sanitaria. Sono inoltre previste attività per facilitare l'apprendimento dell'italiano e l'istruzione degli adulti, l'iscrizione a scuola dei minori in età dell'obbligo scolastico, interventi di orientamento ed informativa legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status, percorsi formativi e di riqualificazione professionale per promuovere l'inserimento lavorativo".
Progetti che a detta del consigliere cinque stelle sono stati archiviati a favore di semplici servizi mensa e dormitori.
Comincia così il racconto di un residente della zona a poche ore dall'incendio scoppiato in una palazzina utilizzata come Centro di Accoglienza Straordinaria e che da anni ospita un numero non precisato di immigrati.
L'incendio è stato domato in pochi minuti dai vigili del fuoco intervenuti nella zona ma dell'intera vicenda resta la preoccupazione dei cittadini.
"Sono cinque anni che questo Centro è in funzione: ne ho viste e ne vedo di tutti i colori" continua il racconto di un residente che denuncia scarsa vigilanza dei luoghi e condizioni igienico sanitarie discutibili.
In coda la richiesta di intervento rivolta al sindaco della città e alle istituzioni che hanno competenza in materia a cui si chiede "la chiusura immediata del Centro poiché non ci sono più i presupposti per una convivenza civile e sicura".
La richiesta di intervento è stata inviata dal consigliere regionale Mario Conca al prefetto di Bari invitandolo ad "esercitare il suo potere di controllo e verifica per evitare le tragedie annunciate e il rispetto delle regole di sicurezza nei centri di accoglienza che nel caso di specie sembrano essere totalmente disattese".
In attesa di risposte, inoltre, il consigliere pentastellato ha stigmatizzato anche il comportamento del Municipio gravinese accusato di aver consentito la proliferazione dei CAS, ovvero "centri di accoglienza straordinaria privati che prevedono solo vitto e alloggio".
"Il comune di Gravina – spiega Conca in una nota di risposta ad un cittadino - avrebbe dovuto aderire al progetto SPRAR, come tanti altri comuni virtuosi. Caratteristica principale dei progetti territoriali del Sistema di protezione, all'interno delle misure di accoglienza integrata, è la realizzazione di attività di accompagnamento all'inserimento sociale attraverso la conoscenza del territorio e l'effettivo accesso ai servizi locali, come l'assistenza socio-sanitaria. Sono inoltre previste attività per facilitare l'apprendimento dell'italiano e l'istruzione degli adulti, l'iscrizione a scuola dei minori in età dell'obbligo scolastico, interventi di orientamento ed informativa legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status, percorsi formativi e di riqualificazione professionale per promuovere l'inserimento lavorativo".
Progetti che a detta del consigliere cinque stelle sono stati archiviati a favore di semplici servizi mensa e dormitori.