Classe di ferro
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Classe di ferro: l’anziano in primo piano

Pathos e profonda commozione in platea

Gli anziani hanno ancora molto da dire e possono donare tanto ai propri cari se solo si sentono, da loro, Amati. A dare testimonianza di questo pensiero, sul palcoscenico del teatro Vida, nel weekend dell'11 e 12 gennaio, la compagnia "La Barcaccia" nella rappresentazione teatrale "Classe di ferro".

La brillante commedia di Aldo Nicolaj, diretta da Dario Niccolini ed interpretata da Dante Ricci, Claudio Belfiori e Murgia Bellagamba, rispettivamente nei panni di Bocca Libero, Lapaglia Luigi e Ambra, mette, infatti, in evidenza le problematiche legate alla terza età, rappresentate con una delicatezza e uno humour piuttosto inconsueti che lasciano lo spettatore con un profondo velo di tristezza negli occhi.

I tre protagonisti in scena, hanno tutti anche nella vita reale oltre i 70 anni, espediente che rende l'opera più veritiera che mai. Bocca, Lapaglia e Ambra, conosciutisi casualmente durante le loro passeggiate quotidiane in un giardino pubblico di una grande città, si raccontano la loro vita quotidiana, il loro rapporto con figli e nipoti. Se, in un primo momento, narrano un mondo semplice e spensierato, subito dopo si scopre che il loro è un mondo apparente che, al suo interno cela malinconie, passioni violente, timori e insicurezze.
A creare empatia con il pubblico, contribuisce il linguaggio semplice con cui avvengono i dialoghi che mettono in evidenza i caratteri differenti dei tre protagonisti: irritabile e lunatico quello di Bocca, docile e tollerante quello di Lapaglia, dolce e spontaneo quello di Ambra. I giochi di luce con predominanza di rosso e giallo alternati a buio, delineano i cambiamenti dal mondo ideale a quello reale e persino la scelta della musica, "Incontri" di Osvaldo Topa, non è affatto casuale. Molto probabilmente delinea l'incontro tra differenti generazioni, anziani-figli-nipoti.

In platea, si alternano momenti di profonda tristezza causati dalle verità narrate in scena sul mondo dell'anziano a momenti di leggerezza e lieve humour grazie all'interpretazione degli attori che, nonostante la forte tematica affrontata dell'abbandono degli anziani a se stessi, riescono a strappare tra le lacrime qualche accenno di sorriso dovuto ad un'amara ironia come nel caso della seguente affermazione "Se scappassimo dai nemici, lo capirei… ma stiamo scappando dai nostri figli!"

Un'opera che fa riflettere e cerca di far capire che l'anziano ha bisogno di vivere in condizioni di vita sempre più umane ed è importante dar valore al suo insostituibile ruolo nella vita familiare.

Prossimo appuntamento al teatro Vida, il 25 e 26 gennaio con Machbeth portato in scena dalla compagnia Dautore.

Ufficio stampa: Dr.ssa Emanuela Grassi
33 fotoClasse di ferro
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