
Eventi
Concluso il primo concorso letterario in dialetto gravinese
Ninni Gramegna e Peppino Zuccaro i vincitori.
Gravina - venerdì 31 gennaio 2014
13.27
Il dialetto gravinese, un patrimonio da salvare.
Questo l'obiettivo primario del primo concorso letterario dedicato al vernacolo dal titolo "In principio fu il nostro dialetto", bandito dall'associazione culturale "Amici della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi" e conclusosi nella serata di giovedì nell'auditorium dell'istituto tecnico "Bachelet".
sul podio, ex equo per Ninni Gramegna con "Addou u ciel ie senza stell" e Peppino Zuccaro con "L'emigrante" che si sono guadagnati il primo posto nella sezione componimenti in versi. I dieci concorrenti e i venti componimenti in gara sono stati giudicati da un'attenta giuria composta da esperti di linguistica dialettale.
Non una semplice premiazione, ma un appuntamento che ha saputo ben coniugare la riflessione sulla lingua locale con la recitazione e la musica, coinvolgendo e divertendo il folto pubblico presente in sala.
La serata, presentata da Annalisa Colavito, si è aperta con i saluti della dirigente dell'istituto, Antonella Sarpi: "E' importante - ha spiegato la dirigente- comprendere a scuola come la cultura dialettale sia qualcosa di più alto del semplice parlare in maniera spontanea la lingua di quartiere. Fondamentale è il confronto con coloro che veicolano questa cultura che va preservata nella sua integrità e nel suo valore".
La presidente dell'associazione "Amici della Fondazione", la professoressa Marisa D'agostino, ha poi spiegato il perché del concorso: "Come associazione ci siamo preoccupati di dare voce anche a questo aspetto culturale, avendo come obiettivo quello di promuovere e far fruire tutti i beni storici e culturali della nostra città". L'Unesco ha lanciato di recente un'allarme, quello di salvare le lingue locali, istituendo una giornata per la loro salvaguardia proprio nel mese di gennaio. Se ci fermassimo un pò - ha aggiunto - in questa società multimediale che corre troppo, e prestassimo ascolto anche a questo modo di fare teatro, troveremmo nel dialetto un punto di forza e coesione".
Il dibattito è stato intervallato da una rappresentazione teatrale messa in scena dagli studenti dell'istituto che hanno letto diverse poesie composte dal Professor Ninì Riviello. L'autore intervenendo ha ribadito: "Un'espressione dialettale è la manifestazione del nostro essere più profondo. Il dialetto è radice e fonte della nostra storia, e quindi della nostra vita". Della stessa opinione è anche il professor Fedele Raguso: "Il dialetto è una lingua naturale che ha in sé tutte le regole di una lingua ufficiale e una grammatica vera e propria. Spesso però viene considerato molto da chi è lontano, e abbandonato da chi è vicino".
La dottoressa Nunzia Granieri, segretaria di giuria, invitando tutti a tramandare quanto più possibile il lessico locale, ha ribadito il suo impegno nella composizione di un dizionario etimologico del dialetto gravinese: "Il mio augurio è quello di raccogliere quanto più materiale possibile per poterlo tramandare ai posteri prima che la lingua, in continua evoluzione, cambi veste".
Prima della premiazione, ancora spazio agli studenti e agli ex studenti dell'istituto tecnico, che hanno abilmente messo in scena una divertente rappresentazione teatrale "La buste de la munnezze", scritta da Ninì Riviello, con la regia di Peppino Zuccaro, sceneggiata dalla professoressa Domenica Mastogiacomo. A seguire un altro intermezzo teatrale "Da dè dò" a cura del duo artistico composto da Giorgio Zuccaro e Saverio Paternoster. In chiusura ancora musica con l'ospite Mimmo Virgilio, il "re della serenata gravinese".
Il concorso si conclude con l'augurio di poter dare seguito alla prima edizione, e magari, come proposto dal professor Fedele Raguso, trasformare il concorso letterario in un vero festival del dialetto gravinese. La sostanza e i talenti, di sicuro non mancano.
Questo l'obiettivo primario del primo concorso letterario dedicato al vernacolo dal titolo "In principio fu il nostro dialetto", bandito dall'associazione culturale "Amici della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi" e conclusosi nella serata di giovedì nell'auditorium dell'istituto tecnico "Bachelet".
sul podio, ex equo per Ninni Gramegna con "Addou u ciel ie senza stell" e Peppino Zuccaro con "L'emigrante" che si sono guadagnati il primo posto nella sezione componimenti in versi. I dieci concorrenti e i venti componimenti in gara sono stati giudicati da un'attenta giuria composta da esperti di linguistica dialettale.
Non una semplice premiazione, ma un appuntamento che ha saputo ben coniugare la riflessione sulla lingua locale con la recitazione e la musica, coinvolgendo e divertendo il folto pubblico presente in sala.
La serata, presentata da Annalisa Colavito, si è aperta con i saluti della dirigente dell'istituto, Antonella Sarpi: "E' importante - ha spiegato la dirigente- comprendere a scuola come la cultura dialettale sia qualcosa di più alto del semplice parlare in maniera spontanea la lingua di quartiere. Fondamentale è il confronto con coloro che veicolano questa cultura che va preservata nella sua integrità e nel suo valore".
La presidente dell'associazione "Amici della Fondazione", la professoressa Marisa D'agostino, ha poi spiegato il perché del concorso: "Come associazione ci siamo preoccupati di dare voce anche a questo aspetto culturale, avendo come obiettivo quello di promuovere e far fruire tutti i beni storici e culturali della nostra città". L'Unesco ha lanciato di recente un'allarme, quello di salvare le lingue locali, istituendo una giornata per la loro salvaguardia proprio nel mese di gennaio. Se ci fermassimo un pò - ha aggiunto - in questa società multimediale che corre troppo, e prestassimo ascolto anche a questo modo di fare teatro, troveremmo nel dialetto un punto di forza e coesione".
Il dibattito è stato intervallato da una rappresentazione teatrale messa in scena dagli studenti dell'istituto che hanno letto diverse poesie composte dal Professor Ninì Riviello. L'autore intervenendo ha ribadito: "Un'espressione dialettale è la manifestazione del nostro essere più profondo. Il dialetto è radice e fonte della nostra storia, e quindi della nostra vita". Della stessa opinione è anche il professor Fedele Raguso: "Il dialetto è una lingua naturale che ha in sé tutte le regole di una lingua ufficiale e una grammatica vera e propria. Spesso però viene considerato molto da chi è lontano, e abbandonato da chi è vicino".
La dottoressa Nunzia Granieri, segretaria di giuria, invitando tutti a tramandare quanto più possibile il lessico locale, ha ribadito il suo impegno nella composizione di un dizionario etimologico del dialetto gravinese: "Il mio augurio è quello di raccogliere quanto più materiale possibile per poterlo tramandare ai posteri prima che la lingua, in continua evoluzione, cambi veste".
Prima della premiazione, ancora spazio agli studenti e agli ex studenti dell'istituto tecnico, che hanno abilmente messo in scena una divertente rappresentazione teatrale "La buste de la munnezze", scritta da Ninì Riviello, con la regia di Peppino Zuccaro, sceneggiata dalla professoressa Domenica Mastogiacomo. A seguire un altro intermezzo teatrale "Da dè dò" a cura del duo artistico composto da Giorgio Zuccaro e Saverio Paternoster. In chiusura ancora musica con l'ospite Mimmo Virgilio, il "re della serenata gravinese".
Il concorso si conclude con l'augurio di poter dare seguito alla prima edizione, e magari, come proposto dal professor Fedele Raguso, trasformare il concorso letterario in un vero festival del dialetto gravinese. La sostanza e i talenti, di sicuro non mancano.