
La città
Consulta dello sport, si parte delle infrastrutture
Tanti i progetti ma scarseggiano le risorse
Gravina - lunedì 27 aprile 2015
13.07
Confrontarsi e collaborare con le associazioni sportive locali. Questo l'obiettivo che si pone la Consulta dello sport partendo dall'annosa questione delle strutture sportive alla ricerca di spazi adeguati.
All'assessore allo sport, Vito Loglisci il compito di spiegare le funzionalità dell'organo consultivo: "L'impiantistica, la medicina dello sport, i rapporti diretti con il Coni che chiamano in prima linea il mondo della scuola". E ricostruendone la cronistoria ha spiegato: "La storia parte nel 2010 e nel febbraio 2014 è stato stilato il nuovo regolamento che coinvolge tutte le realtà sportive".
Tra le grosse realtà sportive, anche il Coni (Comitato olimpico nazionale italiano). Intermediario tra comitato ed amministrazione, Franco De Lucia fiduciario comunale Coni: "Dalla Consulta parte la necessità di promuovere attività sportive nel nostro territorio, per dare la possibilità ai nostri ragazzi di elevarsi al ruolo di campioni".
"Vorremmo più attenzione", ha rincarato Elio Sannicandro, presidente regionale del Coni, "lo sport è importante per la salute, il welfare e per l'inclusione. Basti pensare ai progetti di recupero nelle periferie o nelle zone più disagiate, è uno strumento educativo e non è casuale il nostro rapporto con le scuole. E non solo, può diventare anche uno strumento di promozione del territorio".
Esigenze, problemi e proposte raccolte dall'assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Giannini che ha replicato puntando il dito contro la scarsità di finanziamenti disponibili e la mancanza di competenze specifiche, "appannaggio delle politiche giovanili e dello sport", tuttavia ha consigliato: "La comunità europea sta implementano le risorse per le attività di inclusione, dobbiamo quindi cercare di cogliere dei collegamenti con piani legati al welfare". Fondamentali sono i progetti: "Da candidare ai finanziamenti europei gestiti dalla regione o quelli dalla città metropolitana di Bari che fruirà di 115 milioni ma il progetto deve avere la certezza di concludersi nell'arco temporale della programmazione". "Vorrei precisare che sarebbe utile che la scuola mettesse a disposizione le proprie strutture sportive, perché i dirigenti non si vogliono assumere le responsabilità o per scarsità di risorse".
Per essere strumento educativo e di inclusione, l'attività fisica deve essere praticata in maniera sana. A tal proposito Giuseppe Costanza, medico dello sport, ha precisato che anche nelle discipline sia a livelli agonistici che amatoriali, è importante la giusta misura: "In un territorio sano con il giusto supporto medico. Non dare troppa enfasi agli integratori né all' eccessiva attività fisica". Inevitabile il riferimento al ruolo della scuola anche per Costanza che ha sottolineato: "Già nelle scuole è necessaria una giusta informazione, che abbia anche un senso nelle relazioni con gli educatori allo sport che hanno il ruolo di sensibilizzare ed educare".
All'assessore allo sport, Vito Loglisci il compito di spiegare le funzionalità dell'organo consultivo: "L'impiantistica, la medicina dello sport, i rapporti diretti con il Coni che chiamano in prima linea il mondo della scuola". E ricostruendone la cronistoria ha spiegato: "La storia parte nel 2010 e nel febbraio 2014 è stato stilato il nuovo regolamento che coinvolge tutte le realtà sportive".
Tra le grosse realtà sportive, anche il Coni (Comitato olimpico nazionale italiano). Intermediario tra comitato ed amministrazione, Franco De Lucia fiduciario comunale Coni: "Dalla Consulta parte la necessità di promuovere attività sportive nel nostro territorio, per dare la possibilità ai nostri ragazzi di elevarsi al ruolo di campioni".
"Vorremmo più attenzione", ha rincarato Elio Sannicandro, presidente regionale del Coni, "lo sport è importante per la salute, il welfare e per l'inclusione. Basti pensare ai progetti di recupero nelle periferie o nelle zone più disagiate, è uno strumento educativo e non è casuale il nostro rapporto con le scuole. E non solo, può diventare anche uno strumento di promozione del territorio".
Esigenze, problemi e proposte raccolte dall'assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Giannini che ha replicato puntando il dito contro la scarsità di finanziamenti disponibili e la mancanza di competenze specifiche, "appannaggio delle politiche giovanili e dello sport", tuttavia ha consigliato: "La comunità europea sta implementano le risorse per le attività di inclusione, dobbiamo quindi cercare di cogliere dei collegamenti con piani legati al welfare". Fondamentali sono i progetti: "Da candidare ai finanziamenti europei gestiti dalla regione o quelli dalla città metropolitana di Bari che fruirà di 115 milioni ma il progetto deve avere la certezza di concludersi nell'arco temporale della programmazione". "Vorrei precisare che sarebbe utile che la scuola mettesse a disposizione le proprie strutture sportive, perché i dirigenti non si vogliono assumere le responsabilità o per scarsità di risorse".
Per essere strumento educativo e di inclusione, l'attività fisica deve essere praticata in maniera sana. A tal proposito Giuseppe Costanza, medico dello sport, ha precisato che anche nelle discipline sia a livelli agonistici che amatoriali, è importante la giusta misura: "In un territorio sano con il giusto supporto medico. Non dare troppa enfasi agli integratori né all' eccessiva attività fisica". Inevitabile il riferimento al ruolo della scuola anche per Costanza che ha sottolineato: "Già nelle scuole è necessaria una giusta informazione, che abbia anche un senso nelle relazioni con gli educatori allo sport che hanno il ruolo di sensibilizzare ed educare".