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Convegno su "La politica del terrore. Il terrorismo: storia, concetti, metodi"

La storia del terrorismo racchiusa nel libro di Renzo Paternoster

"Il terrorismo ha origini antiche: affonda le sue radici nel lontano I sec. a.C., peccato però che, nonostante le diverse forme in cui si è manifestato nel corso dei secoli, l'uomo non abbia imparato nulla dalla storia. Il motivo è semplice: pone la sua attenzione non alla causa dei fatti, bensì al fatto accaduto in sé, non indaga sulla loro natura."

Con queste parole, Renzo Paternoster ha dato inizio al dibattito sul terrorismo che ha avuto luogo nella giornata di ieri, giovedì 10 Marzo presso le Officine Culturali "Peppino Impastato", in occasione della presentazione del suo libro, "La politica del terrore. Il terrorismo: storia, concetti, metodi", un vero e proprio excursus storico originale, rigoroso e impegnativo con un linguaggio chiaro e accessibile che lo rende fruibile alla massa.

Dall'incontro, al quale erano presenti in qualità di relatori il sindaco di Gravina Alesio Valente e il senatore Nicola Latorre, Presidente della Commissione Permanente Difesa, è emerso che il terrorismo è un fenomeno flessibile, che si manifesta in molteplici versioni di violenza.

"Ma il terrorismo non va associato al fenomeno dei flussi migratori. Visti gli ultimi episodi come quello vicino dell'attentato a Parigi è naturale avere paura per la propria incolumità,– ha affermato il primo cittadino gravinese – ma non bisogna classificare l'emigrato come un terrorista, in quanto questa generalizzazione non fa altro che inasprire la della violenza e del terrorismo stesso. Dovremmo anzi essere pronti ad accoglierli senza pregiudizi, con un atteggiamento di apertura al dialogo ed al confronto, altrimenti faremmo solamente il gioco dei terroristi."

E su queste considerazioni pacifiste, si è elevato l'intervento brillante del Senatore Latorre, il quale ha esordito: "Il terrorismo non va confuso con la guerra. Quest'ultima ha come attori un amico ed un nemico; nel terrorismo sono tre le parti in gioco: un nemico, un soggetto da terrorizzare e una vittima, che non è il fine ma il mezzo per incutere terrore. Con l'ISIS, si è dinanzi ad una forma unica di terrorismo: è un vero e proprio progetto politico-statuale, annunciato con il califfato, che usa il terrorismo parallelamente all'attività bellica. In più utilizzano le loro campagne pubblicitarie con il loro scopo non di infondere il terrore sic et sempliciter, ma di colpire i nostri valori."

A chiudere il ciclo di interventi, la riflessione di Renzo Paternoster che in accordo con gli altri due relatori, ha invitato i presenti a meditare sulla questione islamica: "in tutto il mondo sono presenti gli islamici, ma non tutti sono dei terroristi, anzi la stragrande maggioranza è anch'essa vittima di una cultura che usa Dio come pretesto per generare violenza. Ma ricordate, e con ciò concludo, che arruolare Dio nel proprio esercito è segno di arroganza, combattere in suo nome una bestemmia."
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