
Editoriale
Della rozzezza di Gravinalife
.... (e dintorni)
Gravina - venerdì 27 gennaio 2012
20.17
È vero. Abbiamo sbagliato. Impenitenti come siamo, allergici ad ogni forma di potere già costituito come pure di quello ancora in erba, abbiamo peccato di lesa maestà.Ci scrive sul nostro forum il Maestro Tommaso Colafiglio da Gravina: chi vorrà leggere integralmente le sue parole, potrà farlo cliccando sul nome dell'interessato. Sostiene pubblicamente il nostro, con parole che a noi poveri giornalai ignari di note e ritornelli suonano stonate, l'essere Gravinalife e la sua redazione, testualmente, "l'esempio di una rozzezza ormai tipica e consolidata nell'ambiente gravinese, nel quale si esalta la forma, l'amico o il nulla e si snobba tutto il resto, soprattutto quando il resto è troppo, o non conviene o semplicemente chissenefrega". A tanto egli giunge per aver la redazione omesso, nel riprendere, montare e pubblicare un video sui reading di Sergio Rubini, di menzionare l'autore del brano che riecheggia in apertura di uno dei due filmati. Il nome tritato, masticato e gettato nel cestino dell'oblio è quello del Maestro. Che, afferma, avendo la redazione di Gravinalife "dimostrato di non sapere cosa significa uno spettacolo, un palco, una video ripresa ed un articolo vero e completo", lamenta l'essere stato il brano di sua proprietà usato senza autorizzazione. Sarebbe bastata anche una semplice citazione, pare accontentarsi ad un certo punto, ma neppure quella c'è. E tanto basta per passare alle urlate accuse di rozzezza e incompetenza. Ha ragione, Maestro. Citandola letteralmente per non errare una volta ancora, ammettiamo di non sapere, fino a poco tempo fa, "cosa significa" quello che lei, bontà sua, per nostra fortuna ha voluto spiegarci. Ma sappiamo, più modestamente, cosa significhi (nel pentagramma il congiuntivo non è richiesto, nel nostro mestiere sì) e quanto costi, in termini di risorse umane ed economiche, assicurare a Gravina ed alla Murgia, o quantomeno provarci senza mai pensare di essere i primi della classe, un servizio informativo completo e plurale. Quel video, Maestro, come ella ben saprà conoscendo i segreti del giornalismo e la legislazione in materia di diritto d'autore, non aveva bisogno di alcun riferimento obbligato alla sua esimia persona, né tantomeno d'essere accompagnato da una sua preventiva autorizzazione: le note registrate e poi trasmesse, frutto del suo indiscusso e indiscutibile estro, sono uscite dalla sfera della sua creatività e del suo possesso quando ella ha accettato, le auguriamo dietro giusta retribuzione, di renderle parte integrante di una manifestazione pubblica, quella poi ripresa e diffusa (da noi come da altri) in tutta Italia e nel resto del pianeta in adempimento dell'elementare, per quanto bistrattato, diritto-dovere di cronaca. Avremmo dovuto chiederle un'autorizzazione per offrire al mondo qualcosa (la libertà, la musica, l'arte di Sergio Rubini) che per definizione non ha padroni? No. Avremmo dovuto citarla? Fosse stato utile all'economia della notizia, sì. Avremmo potuto regalarle almeno un'inquadratura? Forse. Il servizio non è stato dei migliori? Può essere. Ma se pure le nostre ragioni fossero infondate (e non lo crediamo), ci chiediamo: cosa abbiamo fatto di male per meritare, da ella e da quanti l'hanno seguita nel forum, nei blog e finanche su facebook, l'accusa di rozzezza, di disinteresse, di scarsa attenzione ai giovani, di esaltazione degli amici degli amici?Ci rifletta, Maestro. Se a qualche marziano ignaro delle diatribe gravinesi dovesse capitare di leggere le sue parole, potrebbe sorgere un gigantesco equivoco. L'omino verde, in effetti, potrebbe pensare che quelle parole si riferiscano magari ai tanti artisti locali valorizzati (gratuitamente, ma questo non fa notizia) da Gravinalife con la rubrica "Eventomania", e magari pure a quel giovane Tommaso Colafiglio che di "Eventomania" fu tra i primi ospiti, il 15 giugno del 2010. E noi, poveri terrestri, non vorremmo che questo accadesse. Perché, contrariamente a quel che lei mostra di ritenere, abbiamo grande stima e fiducia nei giovani gravinesi, anche in lei, che congedandosi e facendoci omaggio dei suoi cordiali saluti si dice "fiducioso" nelle nostre "recidive". Con questa chiosa, che da sola varrebbe il prezzo del libro se la storia che stiamo raccontando fosse un romanzo e non una favola triste, ella ci illumina di immenso: oltre al dono della musica, Maestro, lei dimostra di possedere anche quello della veggenza. Infatti, pensiamo proprio che qualche errore, anche in futuro, continuerà a caratterizzare il nostro operato. Del resto, non ci reputiamo infallibili (pensi che triste sorte ci è toccata). Per questo vogliamo crescere ancora, imparare, migliorarci. La perfezione, se esiste, la lasciamo a chi scambia l'essere con l'apparire, la sostanza con la forma, l'umiltà con l'arroganza. A proposito: da ultimo, nel salutarla cordialmente, osiamo apporre la nostra firma solo per risparmiarle il rovello di capire chi si nasconda dietro l'oscuro, desueto, poco musicale termine "redazione":Francesco Dipalo - Emma Grassi - Marina Dimattia - Gianpaolo Iacobini – Benny Pisicoli - Eva Selvaggiuolo.