don peppe logluosso
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Don Peppe Logruosso, Un prete rapper anche in Vaticano

Intervista al sacerdote musicista gravinese

La musica come strumento per comunicare il Vangelo ai giovani. Questo il credo di Don Peppe Logruosso, che continua, dopo i Catholic Music Award, a fare incetta di premi e riconoscimenti. Come quello conseguito qualche settimana orsono, quando il parroco 40enne gravinese, in servizio come assistente religioso presso l'ospedale martini di Torino, ha ritirato il Premio musica della Pontificia Accademia Mariana Internazionale consegnato per un brano dedicato alla Madonna e ispirato ad una preghiera di Don Tonino Bello. Una giornata indimenticabile per il prete rapper che a distanza di poche ore dalla cerimonia di premiazione ha anche incontrato Papa Leone XIV.

Un periodo intenso per don Peppe che vive la musica come un ponte per raggiungere anche chi è lontano dalla chiesa. Per fare ciò il sacerdote usa la musica rap che utilizza un linguaggio diretto, immediato che quindi viene più facilmente compreso dalle giovani generazioni.

Un orgoglio per la città di Gravina che vede ancora una volta un suo figlio riuscire ad emergere oltre i confini della città.
Siamo riusciti a raggiungere Don Peppe che, nonostante i numerosi impegni, ci ha dedicato qualche minuto del suo tempo per rispondere alle nostre domande.


Come si concilia la vocazione religiosa con quella musicale?
La mia vocazione religiosa e quella musicale non sono due strade parallele, ma due vie che si intrecciano e si arricchiscono a vicenda. Per me la musica è sempre stata un linguaggio privilegiato per comunicare ciò che spesso le parole non riescono a dire. Essere prete significa innanzitutto annunciare il Vangelo, e credo che la musica mi permetta di farlo in modo diretto, creativo e universale. Non è mai stata una "passione a parte", ma una dimensione che sento profondamente integrata nella mia vita e nel mio ministero. La musica diventa un luogo in cui la fede prende voce, diventa esperienza condivisa, diventa ponte tra la mia interiorità e chi ascolta.

Che emozioni hai provato al cospetto del Papa?
Trovarmi davanti al Papa è stata un'emozione difficile da descrivere.
Da una parte c'è il peso della storia e della responsabilità che Papa Leone porta sulle spalle, dall'altra una umanità disarmante.
Sentire il suo sguardo, il suo ascolto e la sua vicinanza mi ha fatto percepire con forza che la Chiesa è viva proprio perché si nutre di persone vere, capaci di accogliere e accompagnare.
In quel momento ho avvertito un senso di gratitudine profonda, come se tutti i miei impegni e i miei sogni trovassero un riconoscimento più grande.
È stato un incontro che ha rafforzato la mia speranza e il mio desiderio di continuare a servire con autenticità.


Quale motivazione ha accompagnato il premio della Pontificia Accademia Mariana Internazionale ritirato a Roma?
Il riconoscimento ricevuto a Roma non è stato per me un traguardo personale, ma un segno che ciò che cerco di trasmettere attraverso la musica può toccare davvero la vita delle persone. La motivazione che mi accompagna è proprio questa: offrire parole e suoni che possano diventare compagni di viaggio, incoraggiamento, forza nei momenti di fragilità.
La musica, quando nasce da un'esperienza autentica, diventa qualcosa che non appartiene più solo a chi la scrive, ma a chi la accoglie e la fa propria. Per questo non smetto di ringraziare le ed. Paoline che hanno prodotto tutti i brani pubblicati finora, Gipo Montesanto che ha curato l'arrangiamento di "Vergine della Notte", Peppe Lorusso che ha curato la post produzione ma anche tutta la famiglia della d_Gang che mi accompagna in questo progetto e percorso: Mino, Riccardo e tutti i ragazzi e le ragazze che hanno cantato, suonato e annunciato con me!

Ritirare quel premio è stato come dire: "Sì, questa strada ha senso, continua a percorrerla".

Quali sono le prossime fatiche musicali e spirituali che ti attendono?
Questo è un tempo molto intenso, perché oggi è uscito il mio nuovo singolo 5J, un brano che sento particolarmente vicino e che porta con sé un messaggio forte di rinascita e di fiducia. E poi, l'8 ottobre uscirà il mio primo album, Un altro viaggio, che raccoglie tutti i singoli pubblicati finora e un inedito a cui tengo moltissimo, Vergine della Notte, premiato il 6 settembre a Roma. È un progetto che segna una tappa importante, un po' come un diario musicale che racconta il percorso di questi anni.
Sul piano spirituale, il mio impegno resta quello quotidiano: l'accompagnamento delle persone, la vita in comunità, l'ascolto delle storie di chi incontro. Credo che anche la musica sia parte di questa missione, e le due cose non si escludono ma si completano. Ogni nuovo cammino diventa in realtà una possibilità di annuncio e di vita condivisa.

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