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Palazzo di città
Fondazione Santomasi, nulla di fatto
La maggioranza vota e l'opposizione annulla
Gravina - giovedì 13 febbraio 2014
19.25
Ennesimo rinvio per l'elezione del consiglio di amministrazione della Fondazione Santomasi. Sembrava cosa fatta e invece, non sono bastate due ore di camera caritatis per trovare un accordo e dare alla Fondazione Ettore Pomarici Santomasi un nuovo consiglio di amministrazione.
La maggioranza attraverso le parole del capogruppo Pd, Sante Giordano, che confermando tutte le indiscrezioni dei giorni scorsi, propone i due nomi: Mario Burdi e Stefano Valente.
I consiglieri ascoltano, pronti a scrivere quando Rino Vendola avanza nomi imprevisti e sfida la maggioranza.
"Siamo pronti a votare all'unanimità- spiega Vendola, che nominò il cda ancora in carica guidato da Agostino Giglio - se voi accettate di votare persone che per comprovato merito e passione nei confronti del beni culturali meritano più di altri di entrare nel consiglio della Fondazione" e tira fuori dal cilindro il nome della professoressa Marisa D'agostino e dell'avvocato Nunzio Langiulli.
Poi, prima di sedersi, forse consapevole che la maggioranza non ha intenzione di assecondare le sue richieste, tira fuori il terzo nome: "il nostro candidato è l'avvocato Raffaele Moretti".
Parte la votazione. "Segreta e separata" spiega la segretaria comunale Teresa Gentile. In pratica tocca solo alla maggioranza votare e assegnare, alla fine del voto, 14 preferenze per Mario Burdi, 11 per Stefano Valente e solo 3 per Nunzio Langiulli.
Quando tocca all'opposizione votare, Petrara solleva dei dubbi sulla legittimità della votazione criticando la possibilità data la consigliere Michele Tedesco di votare con la maggioranza, contravvenendo così al regolamento secondo cui "devono votare i consiglieri assegnati a ciascun schieramento dall'esito elettorale".
Dunque 9 consiglieri per l'opposizione e 13 per la maggioranza indipendentemente dalle vicende politiche.
Tra dubbi e perplessità il presidente Lupoli chiede una nuova sospensione e quando torna in aula il Consiglio Comunale vota all'unanimità l'annullamento della votazione e il rinvio del punto a data da destinarsi.
Di mezzo, restano le intenzioni esplicitate durante il dibattito. Da una parte l'opposizione che chiede di rivalutare il ruolo culturale della Fondazione e di rivedere lo statuto che regolamenta l'Ente morale pensando anche di dividere la parte culturale legata la museo e alla biblioteca dalla parte aziendale ossia dall'azienda agricola che il barone Santomasi ha donato a Gravina.
Dall'altra il consigliere Raffaele Lorusso che ricorda i tempi bui della Fondazione "costretta ad indebitarsi perché il Comune non sempre ha rispettato il suo ruolo e i suoi impegni economici " e poi l'assessore Laura Marchetti che, rispondendo a Petrara, ricorda "da statuto l'azienda agraria non può essere divisa dalla fondazione perché è nelle intenzioni del barone utilizzare i proventi dell'azienda per finanziare la cultura e promuovere la crescita personale".
L'assessore dal canto suo difende il ruolo della Fondazione e ringrazia il consiglio uscente "e in modo particolare il presidente Agostino Giglio per il lavoro svolto sono qui e per le tante iniziative che abbiamo svolto insieme". La delegata alla cultura ricorda l'apertura del castello Svevo, l'avvio degli esami di diagnostica sugli affreschi di San Vito Vecchio e tanti eventi culturali e realizzati insieme "solo ed esclusivamente grazie alla sinergia tra la fondazione e questa amministrazione".
Sinergia che però non è bastata a dare un futuro all'ente
La maggioranza attraverso le parole del capogruppo Pd, Sante Giordano, che confermando tutte le indiscrezioni dei giorni scorsi, propone i due nomi: Mario Burdi e Stefano Valente.
I consiglieri ascoltano, pronti a scrivere quando Rino Vendola avanza nomi imprevisti e sfida la maggioranza.
"Siamo pronti a votare all'unanimità- spiega Vendola, che nominò il cda ancora in carica guidato da Agostino Giglio - se voi accettate di votare persone che per comprovato merito e passione nei confronti del beni culturali meritano più di altri di entrare nel consiglio della Fondazione" e tira fuori dal cilindro il nome della professoressa Marisa D'agostino e dell'avvocato Nunzio Langiulli.
Poi, prima di sedersi, forse consapevole che la maggioranza non ha intenzione di assecondare le sue richieste, tira fuori il terzo nome: "il nostro candidato è l'avvocato Raffaele Moretti".
Parte la votazione. "Segreta e separata" spiega la segretaria comunale Teresa Gentile. In pratica tocca solo alla maggioranza votare e assegnare, alla fine del voto, 14 preferenze per Mario Burdi, 11 per Stefano Valente e solo 3 per Nunzio Langiulli.
Quando tocca all'opposizione votare, Petrara solleva dei dubbi sulla legittimità della votazione criticando la possibilità data la consigliere Michele Tedesco di votare con la maggioranza, contravvenendo così al regolamento secondo cui "devono votare i consiglieri assegnati a ciascun schieramento dall'esito elettorale".
Dunque 9 consiglieri per l'opposizione e 13 per la maggioranza indipendentemente dalle vicende politiche.
Tra dubbi e perplessità il presidente Lupoli chiede una nuova sospensione e quando torna in aula il Consiglio Comunale vota all'unanimità l'annullamento della votazione e il rinvio del punto a data da destinarsi.
Di mezzo, restano le intenzioni esplicitate durante il dibattito. Da una parte l'opposizione che chiede di rivalutare il ruolo culturale della Fondazione e di rivedere lo statuto che regolamenta l'Ente morale pensando anche di dividere la parte culturale legata la museo e alla biblioteca dalla parte aziendale ossia dall'azienda agricola che il barone Santomasi ha donato a Gravina.
Dall'altra il consigliere Raffaele Lorusso che ricorda i tempi bui della Fondazione "costretta ad indebitarsi perché il Comune non sempre ha rispettato il suo ruolo e i suoi impegni economici " e poi l'assessore Laura Marchetti che, rispondendo a Petrara, ricorda "da statuto l'azienda agraria non può essere divisa dalla fondazione perché è nelle intenzioni del barone utilizzare i proventi dell'azienda per finanziare la cultura e promuovere la crescita personale".
L'assessore dal canto suo difende il ruolo della Fondazione e ringrazia il consiglio uscente "e in modo particolare il presidente Agostino Giglio per il lavoro svolto sono qui e per le tante iniziative che abbiamo svolto insieme". La delegata alla cultura ricorda l'apertura del castello Svevo, l'avvio degli esami di diagnostica sugli affreschi di San Vito Vecchio e tanti eventi culturali e realizzati insieme "solo ed esclusivamente grazie alla sinergia tra la fondazione e questa amministrazione".
Sinergia che però non è bastata a dare un futuro all'ente