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Franco Piperno chiude Archè

Ultima serata del Festival dell'archeologia. Marchetti: “La prossima volta avvicineremo al festival i giovanissimi”.

"Il cielo ci ricorda dove siamo e chi eravamo", esordisce Franco Piperno, ospite della serata conclusiva di Archè.

Un panama calcato sul capo canuto, con un filo di voce e tra le mani un laser per indicare le stelle. Ed è in un castello senza il soffitto, illuminato fiocamente, in una fresca serata settembrina, che gli irriducibili, tanti anche i bambini, hanno puntato gli occhi verso il cielo. Uno scenario suggestivo, che ha contribuito a far lavorare di fantasia gli spettatori: lo stesso cielo che guardavano gli antichi, gli stessi astri dei quali raccontano i miti e avvolti nella coltre spessa del buio hanno immaginato, e forse ricordato storie senza tempo. Seguendo quel filo di Arianna non si sono persi tra le numerose galassie e costellazioni, ma hanno ascoltato (sebbene non tutti in religioso silenzio) una lezione di astronomia, dalla quale sono stati volutamente esclusi gli eccessivi tecnicismi.

In apertura, il saluto del presidente della fondazione Santomasi, Agostino Giglio. Invece, ad accompagnare il fisico e professore di astronomia visiva della materia, Marcello Ciminale, professore associato di geofisica applicata all'Università degli studi "Aldo Moro" e Angela Zavaglia, dottoressa di ricerca presso l'Università della Calabria. E proprio lei racconta: "Gravina è legata all'astronomia molto più di quanto possiate pensare, innanzitutto in questo posto che trovandosi su un'altura è lontano dalle luci della città e quindi congeniale all'osservazione delle galassie". E poi, facendo riferimento alla Madonna della Stella, aggiunge: "Sto compiendo degli studi in proposito, che mi stanno portando alla conclusione che sia legata al cielo, lo dice il nome stesso che fa riferimento alla Stella del mattino, quindi alla religione bizantina che fa riferimento a sua volta a Venere".

La lezione di Piperno parte dagli antichi egizi: "La stella polare è la stella che resta ferma mentre tutto il cielo ruota. Gli egizi avevano una concezione per cui l'anima del faraone, che era considerato un dio, finiva su Kochab perchè era l'unica stella nel cielo che restava ferma. Questo perchè ai tempi di cui parliamo l'asse della terra ruotava in maniera diversa rispetto ad oggi". Non manca di illustrare, inoltre, i vari spostamenti che ha subito l'asse terrestre nel corso dei millenni. "La vera dimensione della natura è ciclica", continua il fisico, facendo riferimento anche alla recessione. "E' nel cielo ed anche nella nostra natura: i cicli si ripetono nell'ordine dell'anno sebbene non tutti completamente identici. Ad esempio le stagioni noi le riconosciamo nel loro susseguirsi. Ed è così anche per l'economia".

E' curioso pensare che si parli di economia e di denaro durante un "incontro ravvicinato con gli astri", ma ci si ritrova ben presto, catapultati nella realtà: "Uno degli aspetti che ci rende servili è il fatto di chiedere soldi, soldi che poi nn sappiamo spendere e che ci portano alla corruzione soprattutto dei politici". E prosegue: "Dovremmo tentare di fare delle cose desiderando ciò che abbiamo, se non avete un rapporto con il luogo dove state sarà difficilissimo che non abbiate del disprezzo contro voi stessi. I soldi hanno senso se si possiedono per una sicurezza personale, ma se poi diventano talmente tanti che non c'è più dimensione umana in quella cosa si perde la realtà. Le stelle sono fuori dalla dimensione umana, il cielo è la manifestazione più vicina all'eternità, ci da l'idea della lunghezza temporale". E così per tutto l'incontro, con un continuo rimbalzo tra cielo e terra si passa dall'economia alla filosofia fino all'oroscopo; ancora dal mito al mondo animale; dalla nascita dei pianeti e delle stelle alla vita sulla terra. "Le galassie sono cento miliardi", e premesso questo, "pensate alla stella più vicina a noi, la Proxima centauri, dista quattro anni luce dalla terra. Siamo salvi perchè se avessimo avuto solo due stelle sarebbe stata la nostra fine. Questa distanza enorme dalle stelle permette la vita".

Alla fine prende la parola l'assessore alla cultura Laura Marchetti: "La prossima volta cercheremo di avvicinare maggiormente i giovani, gli studenti, le scuole perchè possano vedere che c'è un mondo più ampio, quello del cielo, pieno di tanti dei e di tante storie. Vi ringrazio tutti".

La serata giunge al termine e così anche l'Archè ma ormai gli spettatori, stregati dalla luna, di tornare a casa presto non ne vogliono sapere, in una fila composta si avvicinano ai telescopi del Goa (Gruppo per l'osservazione astronomica) e continuano a guardare verso le luci passatto.
14 fotoArchè: Franco Piperno
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