emergenza cinghiali parco alta murgia
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Territorio

Gestione cinghiali, Parco Alta Murgia e agricoltori si riuniscono

Chiesto alla Regione un tavolo tecnico permanente per affrontare il fenomeno

La pandemia ha messo lo zampino anche sull'emergenza rappresentata dal proliferarsi della presenza dei cinghiali all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Un fenomeno al quale dover porre rimedio per evitare ulteriori danni agli agricoltori e pericoli per la popolazione. Da tempo l'ente di gestione dell'area protetta è impegnato per mettere in campo iniziative di contenimento del fenomeno, che è diventata una vera e propria emergenza su scala nazionale. Ed è per questa ragione che l'ente Parco ha convocato una riunione con le principali associazioni degli agricoltori, proprio per fare il punto della situazione sulla strategia di gestione dei cinghiali.

Nel corso del meeting, cui hanno partecipato i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e CIA, è emersa la necessità di creare una task force regionale, attraverso un tavolo di lavoro permanente che coinvolga tutti i soggetti portatori di interessi, che possano ricoprire un ruolo nella gestione del problema. Un fenomeno che è stato acuito dalla pandemia che ha rallentato le catture. Di qui la necessità di richiedere all'assessore regionale all'agricoltura Donato Pentasuglia di formare una cabina di regia con un approccio organico al problema, che deve prevedere il coinvolgimento anche di tutti gli altri parchi nazionali e regionali.

Al momento l'ente di gestione del Parco dell'Alta Murgia prevede il monitoraggio degli ungulati ed il coordinamento delle catture effettuate attraverso i chiusini. Ma non basta. Diventa indispensabile l'approvazione del regolamento delle aree contigue, che pone tra i suoi obiettivi la regolamentazione della caccia controllata nelle aree limitrofe al Parco, come previsto dalla Legge Quadro sulle Aree Protette. Non solo, ma "per andare incontro alle difficoltà degli agricoltori – i più colpiti dall'emergenza – il Parco ha modificato il regolamento dei danni da fauna, attualmente in fase di approvazione per incrementare gli indennizzi di risarcimento" - spiega il presidente dell'ente di protezione dell'area murgiana, Francesco Tarantini.

Altro questione trattata nel corso dell'incontro riguarda la Filiera Pilota del cinghiale e degli ovicaprini nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia" (FiCiPAM). Un progetto che pone i cinghiali quali risorse agroalimentari e che prevede l'introduzione di innovativi sistemi di cattura, macellazione e uso in totale sicurezza delle carni. Un progetto che vede l'ente Parco Capofila di un gruppo di lavoro composto dal Dipartimento di Medicina Veterinaria (responsabile scientifico) e quattro aziende dell'Alta Murgia. Allo stato attuale il progetto è fermo alla prima fase che ha portato alla realizzazione di chiusini innovativi e di un impianto mobile di macellazione, in attesa di mettere in campo ulteriori step.

Insomma, il Parco e gli agricoltori sono in prima linea per affrontare un problema che necessità però dell'impegno e della collaborazione delle istituzioni. Infatti, -sottolinea in chiusura Tarantini,- "le associazioni agricole fanno fronte comune non solo per risolvere l'emergenza cinghiali, anche altre criticità come il furto di bestiame e mezzi agricoli. Serve però il forte appoggio delle istituzioni, per arginare un fenomeno che oltre a creare danni alle colture, crea squilibri ecologici e mette a rischio l'incolumità delle persone".
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