.jpg)
La città
Gli affreschi di San Vito vecchio non sono in pericolo
La Soprintendenza smorza l'allarme: " Stato di conservazione buono"
Gravina - venerdì 24 aprile 2015
12.42
Gli affreschi conservati nella ricostruzione della chiesa di San Vito Vecchio "versano in uno stato di conservazione generalmente buono".
La notizia arriva direttamente dalla Fondazione Pomarici Santomasi, custode degli affreschi, a seguito della relazione rilasciata dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia sullo stato di salute delle opere oggetto da qualche tempo di ripetuti allarmi sul loro stato di conservazione.
I dipinti, dunque, "versano in uno stato di conservazione generalmente buono, così come la situazione ambientale è in linea di massima favorevole ad una buona conservazione", si legge nel documento a firma delle restauratrici De Bellis Vitti e Zambrini e del Funzionario Storico dell'arte Antonella Simonetti, redatto a seguito di verifiche ed accertamenti effettuati dalle stesse nel mese di dicembre 2014 e poi ripetuti il 13 marzo 2015. A sollecitare l'intervento dell'Organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stata la formale richiesta di un sopralluogo inviata il 21 ottobre 2014 dal Presidente della Fondazione Mario Burdi.
Nella relazione tecnica a cura della Soprintendenza si segnalano, tuttavia, alcune manifestazioni di umidità che ne alterano l'aspetto cromatico e si individua il frammento più bisognoso di attenzioni. "Prima di intervenire sui dipinti è necessario esaminare il piano stradale e la pavimentazione interna ed ispezionare le intercapedini per individuare le infiltrazioni ed eliminare le cause", si legge ancora nella redazione in cui si anticipano eventuali provvedimenti da mettere in campo per salvaguardare le opere, preventivando "una revisione del restauro" dell'intera cripta e il distacco e restauro completo dell'intero pannello su cui è posizionato il dipinto che presenta più esteso degrado.
"Dalla Soprintendenza fanno sapere, inoltre, che si sta definendo un ulteriore sopralluogo con l'architetto Giuseppe Teseo per pianificare eventuali interventi sul vano che ospita gli affreschi", anticipa il presidente Burdi prima di elencare una serie di provvedimenti messi in campo negli ultimi tempi per salvaguardare le opere e limitare i danni tra cui il divieto di scattare fotografie, consentire l'accesso solo a gruppi contenuti di visitatori oltre alla sostituzione dell'impianto di illuminazione.
Parole molto diverse giungono dalla Soprintendenza a due anni dalla prima ispezione effettuata a cura dei professori Giuseppe Fabretti e Giuseppe Moro che chiedevano un intervento urgente sugli affreschi. Parole diametralmente opposte rispetto a quelle utilizzate dal professor Ottorino Nonfarmale che aveva preventivato una spesa di oltre 400.000 euro per restaurare l'intera struttura.
Su un punto però gli esperti sembrano tutti d'accordo: la Fondazione Santomasi ospita un tesoro dal valore inestimabile e indipendentemente dal livello di allarme, sugli affreschi di San Vito occorre intervenire.
La notizia arriva direttamente dalla Fondazione Pomarici Santomasi, custode degli affreschi, a seguito della relazione rilasciata dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia sullo stato di salute delle opere oggetto da qualche tempo di ripetuti allarmi sul loro stato di conservazione.
I dipinti, dunque, "versano in uno stato di conservazione generalmente buono, così come la situazione ambientale è in linea di massima favorevole ad una buona conservazione", si legge nel documento a firma delle restauratrici De Bellis Vitti e Zambrini e del Funzionario Storico dell'arte Antonella Simonetti, redatto a seguito di verifiche ed accertamenti effettuati dalle stesse nel mese di dicembre 2014 e poi ripetuti il 13 marzo 2015. A sollecitare l'intervento dell'Organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stata la formale richiesta di un sopralluogo inviata il 21 ottobre 2014 dal Presidente della Fondazione Mario Burdi.
Nella relazione tecnica a cura della Soprintendenza si segnalano, tuttavia, alcune manifestazioni di umidità che ne alterano l'aspetto cromatico e si individua il frammento più bisognoso di attenzioni. "Prima di intervenire sui dipinti è necessario esaminare il piano stradale e la pavimentazione interna ed ispezionare le intercapedini per individuare le infiltrazioni ed eliminare le cause", si legge ancora nella redazione in cui si anticipano eventuali provvedimenti da mettere in campo per salvaguardare le opere, preventivando "una revisione del restauro" dell'intera cripta e il distacco e restauro completo dell'intero pannello su cui è posizionato il dipinto che presenta più esteso degrado.
"Dalla Soprintendenza fanno sapere, inoltre, che si sta definendo un ulteriore sopralluogo con l'architetto Giuseppe Teseo per pianificare eventuali interventi sul vano che ospita gli affreschi", anticipa il presidente Burdi prima di elencare una serie di provvedimenti messi in campo negli ultimi tempi per salvaguardare le opere e limitare i danni tra cui il divieto di scattare fotografie, consentire l'accesso solo a gruppi contenuti di visitatori oltre alla sostituzione dell'impianto di illuminazione.
Parole molto diverse giungono dalla Soprintendenza a due anni dalla prima ispezione effettuata a cura dei professori Giuseppe Fabretti e Giuseppe Moro che chiedevano un intervento urgente sugli affreschi. Parole diametralmente opposte rispetto a quelle utilizzate dal professor Ottorino Nonfarmale che aveva preventivato una spesa di oltre 400.000 euro per restaurare l'intera struttura.
Su un punto però gli esperti sembrano tutti d'accordo: la Fondazione Santomasi ospita un tesoro dal valore inestimabile e indipendentemente dal livello di allarme, sugli affreschi di San Vito occorre intervenire.