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Gravina come Capannori
Il Comune toscano sostiene le aziende E quello gravinese?. Giovanni Caruso: “Le nostre imprese hanno bisogno di aiuto”.
Gravina - domenica 25 agosto 2013
8.18
Gravina e Capannori non hanno nulla in comune. Tanto più se la cittadina toscana, di circa 45.000 anime in provincia di Lucca, eroga agevolazioni finanziarie a favore di piccole e medie imprese.
Il contributo, "in conto interessi sui finanziamenti concessi dal sistema bancario", si legge scritto nero su bianco nel bando, può essere utilizzato dalle aziende per il ripristino della liquidità, per l'acquisizione di impianti, attrezzature, macchinari e arredi; o ancora, per la ristrutturazione edilizia e per il potenziamento della crescita e della ricerca, anche sul fronte delle energie rinnovabili. A fare da garante presso gli istituti di credito è il Comune.
A portare alla ribalta il caso di buona gestione, ma soprattutto di vera e propria salvaguardia delle industrie locali, è Giovanni Caruso, titolare di una azienda gravinese. Caruso segue gli sviluppi amministrativi della comunità capannorese da tempo: "Ho notato un' organizzazione e una responsabilità amministrativa tale da far invidia ai migliori comuni d' Italia" racconta. "Già da dieci anni questo comune pubblica tutto on line, ha una grande volontà di essere trasparente". Vitale per le imprese è stata "la volontà del Comune, tra l'altro da noi non ci pensa nemmeno la Regione, di concedere dei finanziamenti alle aziende proprio perchè tutte mancano di risorse finanziarie e ad oggi non hanno nemmeno più credibilità". Il settore secondario gravinese, "di eccellenza e molto stimato anche all'estero", continua Caruso, "ha intenzione di sopravvivere ed ha ancora la forza di andare avanti, ma ci vuole un piccolo sostegno" .
Che tipo di aiuto si aspettano da Palazzo di città? La soluzione di Caruso sta nel creare un vero rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e imprenditori: "E' importante cercare un vero contatto con le imprese, sarebbe bene avere una commissione all'interno dell'amministrazione comunale, creando un tavolo permanente, con gli imprenditori o le associazioni di categoria, proprio per evitare di trovare solo soluzioni di facciata", prosegue. "Noi contribuiamo pagando le tasse, non vogliamo essere visti solo come evasori fiscali, abbiamo bisogno di aiuto". E a proposito di mala gestione invece, ricorda: "Tutti gli appalti pubblici nel Comune di Capannori rimangono all'interno della città, se si riesce altrove sicuramente si può fare anche da noi". Secondo l'imprenditore i dati sono allarmanti: "Premettendo che questa è una mia sensazione, io credo che saranno tantissime le imprese che non riapriranno a settembre; per l'esattezza, secondo me almeno una decina entro il prossimo dicembre". Conclude: "Ci vogliono soluzioni concrete che non siano solo di facciata che magari servano solo a prendere voti nel periodo di campagna elettorale, qui alla zona Pip dopo le elezioni non si è fatto più vedere nessuno".
"Nessuna agevolazione presente per questo comune", è questa la frase che campeggia sotto la voce "Informaimpresa" per Gravina in Puglia, sul sito www.murgiaimpresa.it. Sarà un caso?
Il contributo, "in conto interessi sui finanziamenti concessi dal sistema bancario", si legge scritto nero su bianco nel bando, può essere utilizzato dalle aziende per il ripristino della liquidità, per l'acquisizione di impianti, attrezzature, macchinari e arredi; o ancora, per la ristrutturazione edilizia e per il potenziamento della crescita e della ricerca, anche sul fronte delle energie rinnovabili. A fare da garante presso gli istituti di credito è il Comune.
A portare alla ribalta il caso di buona gestione, ma soprattutto di vera e propria salvaguardia delle industrie locali, è Giovanni Caruso, titolare di una azienda gravinese. Caruso segue gli sviluppi amministrativi della comunità capannorese da tempo: "Ho notato un' organizzazione e una responsabilità amministrativa tale da far invidia ai migliori comuni d' Italia" racconta. "Già da dieci anni questo comune pubblica tutto on line, ha una grande volontà di essere trasparente". Vitale per le imprese è stata "la volontà del Comune, tra l'altro da noi non ci pensa nemmeno la Regione, di concedere dei finanziamenti alle aziende proprio perchè tutte mancano di risorse finanziarie e ad oggi non hanno nemmeno più credibilità". Il settore secondario gravinese, "di eccellenza e molto stimato anche all'estero", continua Caruso, "ha intenzione di sopravvivere ed ha ancora la forza di andare avanti, ma ci vuole un piccolo sostegno" .
Che tipo di aiuto si aspettano da Palazzo di città? La soluzione di Caruso sta nel creare un vero rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e imprenditori: "E' importante cercare un vero contatto con le imprese, sarebbe bene avere una commissione all'interno dell'amministrazione comunale, creando un tavolo permanente, con gli imprenditori o le associazioni di categoria, proprio per evitare di trovare solo soluzioni di facciata", prosegue. "Noi contribuiamo pagando le tasse, non vogliamo essere visti solo come evasori fiscali, abbiamo bisogno di aiuto". E a proposito di mala gestione invece, ricorda: "Tutti gli appalti pubblici nel Comune di Capannori rimangono all'interno della città, se si riesce altrove sicuramente si può fare anche da noi". Secondo l'imprenditore i dati sono allarmanti: "Premettendo che questa è una mia sensazione, io credo che saranno tantissime le imprese che non riapriranno a settembre; per l'esattezza, secondo me almeno una decina entro il prossimo dicembre". Conclude: "Ci vogliono soluzioni concrete che non siano solo di facciata che magari servano solo a prendere voti nel periodo di campagna elettorale, qui alla zona Pip dopo le elezioni non si è fatto più vedere nessuno".
"Nessuna agevolazione presente per questo comune", è questa la frase che campeggia sotto la voce "Informaimpresa" per Gravina in Puglia, sul sito www.murgiaimpresa.it. Sarà un caso?