
Eventi
“I percorsi del sacro”: San Michele tra fede, storia e cultura
Alla Finia un convegno apre il programma dei festeggiamenti
Gravina - giovedì 8 maggio 2014
10.11
Il culto micaelico: un ancestrale connubio di fede, tradizione e cultura rupestre che unisce Gravina e la sua identità storica ad altri luoghi simbolo della storia europea.
Il programma di manifestazioni religiose e civili di San Michele delle Grotte inizia con un convegno di studi tenutosi presso la Biblioteca capitolare Finia. Dopo i saluti istituzionali del direttore don Giacomo Lorusso e del sindaco Alesio Valente, è toccato all'assessore Laura Marchetti, docente di antropologia, introdurre i lavori con una riflessione sui retaggi antichissimi di un percorso del sacro fondato sulla presenza ricorrente della pietra e dell'acqua, che unisce e accomuna gli antichi credi pagani alla successiva tradizione cristiana.
La dottoressa Angela Forte, giovane ricercatrice di storia del cristianesimo antico dell'ateneo barese, si è soffermata sugli aspetti scritturali e biblici della figura di San Michele, capo delle milizie celesti dalle molteplici funzioni, il cui culto giunse dall'Oriente proprio attraverso la Puglia, e poi diffuso dai Longobardi. Un passaggio che non può prescindere dal ruolo cruciale del santuario di Monte Sant'Angelo, meta secolare di pellegrinaggi lungo la via per la Terrasanta.
E proprio sulla cultura e sulle tradizioni popolari legate al centro garganico ed alla sua devozione per San Michele si è incentrato l'intervento dello studioso Francesco Nasuti: una storia fatta di invocazioni contro calamità e sciagure, espressioni artistiche, leggende e canti del folklore religioso che uniscono Monte Sant'Angelo e Gravina nel nome di San Michele.
La professoressa Marisa D'Agostino, esperta di storia locale ed autrice con il collega Fedele Raguso di diversi testi, tra cui uno dedicato proprio al culto dell'arcangelo, ha sottolineato i parallelismi tra il complesso di San Michele delle Grotte e gli altri santuari micaelici d'Europa, come Mont Saint-Michel, evidenziando il ruolo storicamente rilevante di Gravina all'interno della rete murgiana dei luoghi di culto dedicati al nostro santo patrono.
Un legame, quello di Gravina con San Michele, ancora tutta da studiare, anche in vista del recupero di un patrimonio architettonico e artistico rupestre unico e spesso dimenticato.
Il programma di manifestazioni religiose e civili di San Michele delle Grotte inizia con un convegno di studi tenutosi presso la Biblioteca capitolare Finia. Dopo i saluti istituzionali del direttore don Giacomo Lorusso e del sindaco Alesio Valente, è toccato all'assessore Laura Marchetti, docente di antropologia, introdurre i lavori con una riflessione sui retaggi antichissimi di un percorso del sacro fondato sulla presenza ricorrente della pietra e dell'acqua, che unisce e accomuna gli antichi credi pagani alla successiva tradizione cristiana.
La dottoressa Angela Forte, giovane ricercatrice di storia del cristianesimo antico dell'ateneo barese, si è soffermata sugli aspetti scritturali e biblici della figura di San Michele, capo delle milizie celesti dalle molteplici funzioni, il cui culto giunse dall'Oriente proprio attraverso la Puglia, e poi diffuso dai Longobardi. Un passaggio che non può prescindere dal ruolo cruciale del santuario di Monte Sant'Angelo, meta secolare di pellegrinaggi lungo la via per la Terrasanta.
E proprio sulla cultura e sulle tradizioni popolari legate al centro garganico ed alla sua devozione per San Michele si è incentrato l'intervento dello studioso Francesco Nasuti: una storia fatta di invocazioni contro calamità e sciagure, espressioni artistiche, leggende e canti del folklore religioso che uniscono Monte Sant'Angelo e Gravina nel nome di San Michele.
La professoressa Marisa D'Agostino, esperta di storia locale ed autrice con il collega Fedele Raguso di diversi testi, tra cui uno dedicato proprio al culto dell'arcangelo, ha sottolineato i parallelismi tra il complesso di San Michele delle Grotte e gli altri santuari micaelici d'Europa, come Mont Saint-Michel, evidenziando il ruolo storicamente rilevante di Gravina all'interno della rete murgiana dei luoghi di culto dedicati al nostro santo patrono.
Un legame, quello di Gravina con San Michele, ancora tutta da studiare, anche in vista del recupero di un patrimonio architettonico e artistico rupestre unico e spesso dimenticato.