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Eventi
Il berretto a sonagli: quando la gelosia viene trasformata in pazzia
La compagnia “Luna nova” di Latina in scena
Gravina - martedì 10 febbraio 2015
17.11
Pirandello, De Filippo e la compagnia "Luna nova"di Latina: un cocktail molto gradito da parte del pubblico del teatro Vida che ha mostrato il suo apprezzamento con un lunghissimo e caloroso applauso a fine rappresentazione del 7 e dell'8 febbraio dell'opera "Il berretto a sonagli".
Tutti gli attori, in questo spettacolo, si sono ben calati nel loro ruolo diventando personaggi vivi e veri alternando pianto e riso durante tutto lo svolgimento del dramma. Il personaggio di Ciampa, interpretato da Roberto Becchimanzi, anche regista dell'opera, apparentemente grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi pirandelliani. A lui, uomo giovane, poco più di quarant'anni, la condanna e la pena di spartire l'amore della propria donna con un altro uomo, pur di non perderla. Memorabile l'interpretazione di Becchimanzi nel suo meraviglioso monologo in cui si colgono i grandi temi della poetica di Pirandello, quello del conflitto insanabile tra la finzione e la verità, l'apparenza e la realtà, in un mondo in cui l'uomo scopre, angosciato, di ritrovarsi da solo. Un personaggio apparentemente piccolo ma infinitamente grande che riesce ad emozionare molto per la sua condizione di uomo ferito nell'onore, tanto che quasi il pubblico è d'accordo con la sua lucida ma ingiusta logica di castigare la vittima, Beatrice Fiorino, senza risultare antipatico.
Memorabile anche l'interpretazione di Rossella Nobile nelle vesti di Beatrice Fiorino, padrona della scena e del personaggio che, preso dalla sua gelosia, architetta un piano per incastrare il marito accusato di commettere adulterio con la moglie di Ciampa.
Beatrice e Ciampa, due attori eccezionali, di assoluta bravura, l'uno di fronte all'altro si sono sfidati in dialoghi serrati tanto che sembrava di non assistere ad una rappresentazione ma ad una naturale quanto drammatica discussione, tra due che sanno essere vittime esse stesse, ma una sola l'avrà vinta con una mistificata ragione. Brava, brava, Rossella Nobile che ha dato un'interpretazione di testa nella ribellione, di espressività nel dolore non rassegnato, di mutazione improvvisa tra riso e pianto, quando si accorge di essere diventata vittima della sua stessa gelosia. Vittima e carnefice resi uguali da un semplice gesto, alla mercé di un ordine sociale spietato, solo che essendo Ciampa uomo, si salva.
La soluzione per Ciampa è la pazzia che "è facile simulare, basta gridare in faccia a tutti la verità".
La rappresentazione è senza sbavature e tutto ciò che si fa vedere in scena, contribuisce a rendere perfetto l'affresco piccolo borghese nel quale si muovono convincenti i personaggi d'altri tempi, ad iniziare da Nannina, la serva obbediente e fidata della Signora Beatrice (Marina Casaburi), per continuare con Fifi La Bella (Cristian Mirante), che si serve dei soldi della sorella per onorare i debiti contratti, con la Saracena (Linda Guarino), bella e spavalda, che interpreta anche Adelina Ciampa, quasi invisibile sulla scena ma di fondamentale importanza nel dramma e con Maria Rosaria Amato, Assunta La Bella, attenta a mantenere lo status quo della famiglia, sia pure a danno della figlia, tutte caratterizzazioni ritagliate perfette su ognuno. La sapiente regia di Roberto Becchimanzi, ha fatto il resto, precisa anche questa volta, nel dirigere gli attori, un gruppo coeso, che sono l'eccellenza per questo tipo di rappresentazione come già dimostrato lo scorso anno con "Filumena Marturano".
I momenti salienti del dramma sono inoltre stati scanditi dall'aria de "La calunnia" dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Prossimo appuntamento con la rassegna "Amattori insieme... Premio Pippo Schinco - Vito D'Agostino", il 21 ed il 22 febbraio con lo spettacolo "Molto piacere" di A. Castelletti a cura della compagnia "Teatro Impiria" di Verona.
Ufficio stampa teatro Vida
Dr.ssa Emanuela Grassi
Tutti gli attori, in questo spettacolo, si sono ben calati nel loro ruolo diventando personaggi vivi e veri alternando pianto e riso durante tutto lo svolgimento del dramma. Il personaggio di Ciampa, interpretato da Roberto Becchimanzi, anche regista dell'opera, apparentemente grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi pirandelliani. A lui, uomo giovane, poco più di quarant'anni, la condanna e la pena di spartire l'amore della propria donna con un altro uomo, pur di non perderla. Memorabile l'interpretazione di Becchimanzi nel suo meraviglioso monologo in cui si colgono i grandi temi della poetica di Pirandello, quello del conflitto insanabile tra la finzione e la verità, l'apparenza e la realtà, in un mondo in cui l'uomo scopre, angosciato, di ritrovarsi da solo. Un personaggio apparentemente piccolo ma infinitamente grande che riesce ad emozionare molto per la sua condizione di uomo ferito nell'onore, tanto che quasi il pubblico è d'accordo con la sua lucida ma ingiusta logica di castigare la vittima, Beatrice Fiorino, senza risultare antipatico.
Memorabile anche l'interpretazione di Rossella Nobile nelle vesti di Beatrice Fiorino, padrona della scena e del personaggio che, preso dalla sua gelosia, architetta un piano per incastrare il marito accusato di commettere adulterio con la moglie di Ciampa.
Beatrice e Ciampa, due attori eccezionali, di assoluta bravura, l'uno di fronte all'altro si sono sfidati in dialoghi serrati tanto che sembrava di non assistere ad una rappresentazione ma ad una naturale quanto drammatica discussione, tra due che sanno essere vittime esse stesse, ma una sola l'avrà vinta con una mistificata ragione. Brava, brava, Rossella Nobile che ha dato un'interpretazione di testa nella ribellione, di espressività nel dolore non rassegnato, di mutazione improvvisa tra riso e pianto, quando si accorge di essere diventata vittima della sua stessa gelosia. Vittima e carnefice resi uguali da un semplice gesto, alla mercé di un ordine sociale spietato, solo che essendo Ciampa uomo, si salva.
La soluzione per Ciampa è la pazzia che "è facile simulare, basta gridare in faccia a tutti la verità".
La rappresentazione è senza sbavature e tutto ciò che si fa vedere in scena, contribuisce a rendere perfetto l'affresco piccolo borghese nel quale si muovono convincenti i personaggi d'altri tempi, ad iniziare da Nannina, la serva obbediente e fidata della Signora Beatrice (Marina Casaburi), per continuare con Fifi La Bella (Cristian Mirante), che si serve dei soldi della sorella per onorare i debiti contratti, con la Saracena (Linda Guarino), bella e spavalda, che interpreta anche Adelina Ciampa, quasi invisibile sulla scena ma di fondamentale importanza nel dramma e con Maria Rosaria Amato, Assunta La Bella, attenta a mantenere lo status quo della famiglia, sia pure a danno della figlia, tutte caratterizzazioni ritagliate perfette su ognuno. La sapiente regia di Roberto Becchimanzi, ha fatto il resto, precisa anche questa volta, nel dirigere gli attori, un gruppo coeso, che sono l'eccellenza per questo tipo di rappresentazione come già dimostrato lo scorso anno con "Filumena Marturano".
I momenti salienti del dramma sono inoltre stati scanditi dall'aria de "La calunnia" dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Prossimo appuntamento con la rassegna "Amattori insieme... Premio Pippo Schinco - Vito D'Agostino", il 21 ed il 22 febbraio con lo spettacolo "Molto piacere" di A. Castelletti a cura della compagnia "Teatro Impiria" di Verona.
Ufficio stampa teatro Vida
Dr.ssa Emanuela Grassi