fiori pietro capone
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Editoriale

Il coraggio di reagire

Una giornata di silenzio per Gravinalife

A chi ha avuto l'onore di conoscere Pierino resta la consolazione di aver conosciuto uno dei migliori figli di Gravina. Per tutti gli altri c'è l'obbligo al rispetto e al silenzio.

Pietro Capone non era banalmente un paladino della giustizia, non ha passato la sua vita a difendere gli ultimi o a condurre battaglie per la salvaguardia di chissà quale diritto. Difendeva, invece, i suoi diritti e i suoi interessi. Era però, un uomo che amava le regole e le rispettava. E in nome di quelle regole ha speso i suoi giorni, studiando, cercando e condividendo con gli altri. E cosa non da poco, ha colpito utilizzando solo le vie legali, dando sempre la possibilità a chiunque di difendersi. Possibilità che a lui è stata negata.
A pochi giorni dalla sua tragica fine, tante sono state le parole dette, e forse anche sprecate. Tante le polemiche scatenate da chi ha voluto ad ogni costo incasellarlo, tra i buoni o tra i cattivi. Tra le vittime o i carnefici.

Sorvolando su chi, meschinamente e con troppa superficialità, ha sentenziato che "Pierino se l'è cercata" preferiamo rispondere con il silenzio. Lo stesso silenzio in cui si rifugiava Pierino quando si accorgeva che le parole erano inutili e l'interlocutore poco disposto all'ascolto.
Quello che oggi vogliamo ribadire è che tra le tante parole e il ridondante chiacchiericcio, si è persa l'elementare verità che Pierino era prima di tutto una persona. Un uomo a cui è stata strappata la vita barbaramente e vigliaccamente. Dinanzi a tanta violenza avremmo prima di tutto dovuto indignarci, ribellarci dinanzi a questo gesto, e lasciare agli organi competenti il compito di chiarire chi, come e perché.

Doveva essere chiaro a tutti, sin dal primo momento, che quel gesto andava condannato senza se e senza ma. Perché la vita è bene molto più prezioso delle singole ideologie e delle singole vicende personali.
Alla luce di quanto accaduto, il Portale di Gravinalife, raccogliendo l'invito dei suoi lettori, condanna il vile gesto che ha colpito un comune cittadino, libero e incensurato. Uno come tanti di noi.

Noi della redazione, invece, dopo aver assolto al compito di cronisti, dedichiamo questa giornata di silenzio al signor Capone, come lo chiamavamo in redazione, per manifestargli il nostro rispetto e la nostra gratitudine.
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