
La città
Il Sant’Emidio di Donadio torna finalmente a casa
L’opera, adesso restaurata, ricollocata nella omonima chiesetta di Via Moro
Gravina - venerdì 5 febbraio 2021
18.00
Lo storico dipinto raffigurante Sant'Emidio, protettore dei terremoti, opera dell'artista glocale Giovanni Donadio, risalente al 1818, per anni conservato nell'omonima chiesetta ubicata in corso Aldo Moro, ma poi, trasmigrato e allocato per un lungo periodo presso alcuni ambienti della sagrestia della nostra Basilica Cattedrale, ha ripreso la strada del ritorno nei luoghi della sua antica residenza. Col passare del tempo, oltre due secoli, il dipinto necessitava di restauro.
La tela, infatti, è stata sottoposta ad un restauro conservativo, ad opera di una restauratrice gravinese, grazie all' impegno delle Suore Missionarie del Sacro Costato, custodi della succitata chiesa in cui, per anni, officiò il fondatore della medesima Congregazione, il sacerdote medico don Eustachio Montemurro.
Il Sant'Emidio pitturato è tornato nel suo antico splendore, non solo grazie all'intervento mirato alla riadesione e consolidamento della pellicola pittorica, oltre alle consuete operazioni di pulitura e reintegrazione estetica dell'opera, perché, purtroppo, l'opera aveva risentito del distacco e della caduta di colore, ma, anche grazie alla sostituzione del telaio perché la sua funzione di sostegno era abbastanza compromessa dall'attacco degli insetti xilofagi.
Del Donadio, purtroppo, si hanno scarne notizie biografiche ed artistiche. Le uniche fonti di cui disponiamo lo dicono nato e morto a Gravina nei primi decenni del XIX secolo, oltre a quelle sulla produzione artistica, che riguardano il quadro della Madonna delle Grazie, allocato nell'omonima chiesa, il quadro di cui ci stiamo occupando e un ritratto di Antonio Pomarici Santomasi, che si trova presso l'omonima Fondazione.
L'opera meritoria per il recupero va, senz'altro, riconosciuta alla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Costato, che ha sostenuto il maggiore onere finanziario, alleviato, incoraggiato e supportato, anche da altri due anonimi benefattori. Verso costoro non ci può non essere che la giusta e doverosa gratitudine da parte della intera cittadinanza.
La tela, infatti, è stata sottoposta ad un restauro conservativo, ad opera di una restauratrice gravinese, grazie all' impegno delle Suore Missionarie del Sacro Costato, custodi della succitata chiesa in cui, per anni, officiò il fondatore della medesima Congregazione, il sacerdote medico don Eustachio Montemurro.
Il Sant'Emidio pitturato è tornato nel suo antico splendore, non solo grazie all'intervento mirato alla riadesione e consolidamento della pellicola pittorica, oltre alle consuete operazioni di pulitura e reintegrazione estetica dell'opera, perché, purtroppo, l'opera aveva risentito del distacco e della caduta di colore, ma, anche grazie alla sostituzione del telaio perché la sua funzione di sostegno era abbastanza compromessa dall'attacco degli insetti xilofagi.
Del Donadio, purtroppo, si hanno scarne notizie biografiche ed artistiche. Le uniche fonti di cui disponiamo lo dicono nato e morto a Gravina nei primi decenni del XIX secolo, oltre a quelle sulla produzione artistica, che riguardano il quadro della Madonna delle Grazie, allocato nell'omonima chiesa, il quadro di cui ci stiamo occupando e un ritratto di Antonio Pomarici Santomasi, che si trova presso l'omonima Fondazione.
L'opera meritoria per il recupero va, senz'altro, riconosciuta alla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Costato, che ha sostenuto il maggiore onere finanziario, alleviato, incoraggiato e supportato, anche da altri due anonimi benefattori. Verso costoro non ci può non essere che la giusta e doverosa gratitudine da parte della intera cittadinanza.