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Il Vida va “A ruota libera”

I “maketipi” in una commedia davvero esilarante

Cosa sarebbe la vita senza libertà? … senza la libertà di pensare, esprimersi, agire, decidere senza costrizioni esterne? Sarebbe una bella ruota, libera di andare a suo piacimento, senza regole, né leggi da rispettare, un mondo dove i ladri non sono altro che vittime della società che rubano per guadagnarsi il pane quotidiano. Una società stretta a tutti dove solo la propria verità aiuta a sentirsi davvero liberi.
Questa la morale dello spettacolo andato in scena il 22 e 23 marzo al teatro Vida come ultimo appuntamento in gara della quinta edizione della rassegna "Amattori insieme Premio Pippo Schinco-Vito D'Agostino".

La compagnia MaKeTipi di Santeramo in Colle (BA) con la commedia "A ruota libera", mescolando il cabaret alla commedia teatrale e coinvolgendo, in prima persona, gli spettatori è riuscita ad alleggerire tematiche molto profonde come quella del significato della libertà ai nostri giorni.
Con semplici ingredienti ovvero due soli attori, una scenografia essenziale quasi inesistente costituita da due sedie, due giornali, un comodino con luce e delle coperte a far vivere i diversi momenti della giornata, i Maketipi hanno dato dimostrazione che, per fare teatro basta davvero poco se l'intento finale è comunicare e far riflettere.

Lode alla bravura dei due attori, Antonio e Peppino, in scena rispettivamente Marco Di Cecca e Tiberio Lassandro, i poeti del furto o gli artisti della rapina, che spostandosi nello spazio e mescolandosi al pubblico, hanno abbattuto il tradizionale confine tra pubblico ed attore e grazie alla loro espressività corporea ed alla loro reale immedesimazione nel personaggio, hanno sostenuto l'interesse sia visivo che emotivo dei presenti per tutta la durata dello spettacolo.

Lode al testo scritto da Marco Di Cecca per tutti i doppi sensi ed i giochi di interpretazione della lingua italiana con cui si mescolano tristi e profonde verità come l'importanza di un abbraccio, la carezza del sole, la necessità di creare il proprio colore per sentirsi liberi ed appagati dalla propria vita, di uscire dalle nostre prigioni psicologiche e sociali che ci fanno sentire inadeguati a questo mondo, all'utilizzo di equivoci e sagaci battute dettate dal seguire alla lettera ciò che Peppino dice ad Antonio. E' così che la rapina del secolo ad un ufficio postale si trasforma nella rapina ad un fruttivendolo. Ed è così che il risultato del colpo del secolo non è costituito da soldi ma da grana padana, verdure e frutta fresca, tutta roba fresca da poter mangiare. Perché d'altronde, non è vero che i ladri fanno le rapine per i soldi ma per poter mangiare con i soldi che rubano. Sottile constatazione che aiuta a far riflettere.

Ufficio stampa teatro Vida
Dr.ssa Emanuela Grassi
22 fotoI maketipi al Vida
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