
Associazioni
Internet, una nuova forma di dipendenza
Convegno organizzato dal Lions Club Gravina su un tema attuale
Gravina - lunedì 9 novembre 2015
19.25
Se Internet nei primi anni 2000 è stata una rivoluzione, oggi può sembrare un'arma a doppio taglio che riesce a condizionare la società e le generazioni. È attualità constatare che mai come ora siamo quasi diventati "schiavi" del web e di tutto il mondo che circonda il panorama virtuale, tanto da tralasciare momenti, situazioni e affetti da vivere nella vita reale.
Di una nuova forma di dipendenza da Internet, si è parlato durante un incontro organizzato dai Lions Club di Gravina nella sala convegni della Banca popolare di Puglia e Basilicata. Alla presenza di un pubblico rappresentato anche da molti giovani, hanno voluto salutare la platea: l'arcivescovo monsignor, Giovanni Ricchiuti, il consigliere comunale, Giovanni Carbone come delegato del sindaco e il presidente dei Lions Club Gravina, Francesco Zingariello. Tra i relatori presenti, esperti in materia di sociologia e di pedagogia.
Stare connessi è oramai parte di noi e della nostra vita, ma spesso non ci accorgiamo che questa continua connessione in realtà ci fa stare "disconnessi" tra di noi. Nello specifico, è sovente incrociare scene di ordinaria vita quotidiana tra persone che comunicano solamente con smartphone, tablet o pc. La società attuale vive di una comunicazione sempre meno fisica e diretta, ma non solo, spesso tra persone in gruppo non c'è più dialogo e ognuno si rinchiude nel suo mondo, davanti a un display.
Quella di oggi è una comunità che interagisce virtualmente e non vede solamente coinvolti i giovani ma anche e soprattutto gli adulti.
Il consigliere comunale, Giovanni Carbone, ha assicurato che l'amministrazione "cercherà di seguire la comunità attraverso uno sviluppo del minore e dell'adolescente al fine di evitarne l'isolamento dalla società"; mentre monsignor Ricchiuti ha confermato che presto sarà istituito un consultorio familiare dove ognuno potrà raccontare le esperienze e le problematiche.
Dal punto di vista sociologico, come ha spiegato la professoressa Anna Civita, qualcosa è nettamente cambiato con l'avvento del web e di tutto ciò che concerne la tecnologia smart. "Tuttavia non serve demonizzare Internet perché oramai è parte di noi, ma serve trovare un equilibrio e trarre solo i vantaggi che esso produce", spiega la docente di Sociologia Generale al dipartimento di Scienze della Formazione dell'università degli studi di Bari.
Internet, purtroppo, non è solo uno strumento da utilizzare per soddisfare le nostre esigenze ma può diventare una trappola che crea dipendenza come il gioco, i social network, lo shopping, l'erotismo ecc…
"Ora internet, oltre alla tv, accompagna lo sviluppo delle nuove generazioni che vivono una crescita virtuale con un contesto più vicino alla teoria del social network e degli sms, e riversano nella rete i loro problemi anziché parlarne con i propri cari", ha ammonito la docente.
Secondo il parere pedagogico, il docente di Pedagogia Sperimentale, Alberto Fornasari, ha invece insistito sul fatto che oramai la tecnologia e lo sviluppo fanno parte di noi, tuttavia si deve cercare di sfruttarli meglio e trarne i benefici. "Si devono avviare insegnamenti d'educazione al web, anche e soprattutto nelle scuole, perché solo così si riescono a captare meglio quelli che sono gli strumenti che Internet offre", ha concluso il professor Fornasari.
Pertanto l'invito dei relatori presenti è stato rivolto in primis ai giovani, ma anche agli adulti che sui social network hanno trovato una nuova identità, ad appropriarsi della propria vita e cercare di dedicare più tempo fisico e non virtuale ai propri amici.
Di una nuova forma di dipendenza da Internet, si è parlato durante un incontro organizzato dai Lions Club di Gravina nella sala convegni della Banca popolare di Puglia e Basilicata. Alla presenza di un pubblico rappresentato anche da molti giovani, hanno voluto salutare la platea: l'arcivescovo monsignor, Giovanni Ricchiuti, il consigliere comunale, Giovanni Carbone come delegato del sindaco e il presidente dei Lions Club Gravina, Francesco Zingariello. Tra i relatori presenti, esperti in materia di sociologia e di pedagogia.
Stare connessi è oramai parte di noi e della nostra vita, ma spesso non ci accorgiamo che questa continua connessione in realtà ci fa stare "disconnessi" tra di noi. Nello specifico, è sovente incrociare scene di ordinaria vita quotidiana tra persone che comunicano solamente con smartphone, tablet o pc. La società attuale vive di una comunicazione sempre meno fisica e diretta, ma non solo, spesso tra persone in gruppo non c'è più dialogo e ognuno si rinchiude nel suo mondo, davanti a un display.
Quella di oggi è una comunità che interagisce virtualmente e non vede solamente coinvolti i giovani ma anche e soprattutto gli adulti.
Il consigliere comunale, Giovanni Carbone, ha assicurato che l'amministrazione "cercherà di seguire la comunità attraverso uno sviluppo del minore e dell'adolescente al fine di evitarne l'isolamento dalla società"; mentre monsignor Ricchiuti ha confermato che presto sarà istituito un consultorio familiare dove ognuno potrà raccontare le esperienze e le problematiche.
Dal punto di vista sociologico, come ha spiegato la professoressa Anna Civita, qualcosa è nettamente cambiato con l'avvento del web e di tutto ciò che concerne la tecnologia smart. "Tuttavia non serve demonizzare Internet perché oramai è parte di noi, ma serve trovare un equilibrio e trarre solo i vantaggi che esso produce", spiega la docente di Sociologia Generale al dipartimento di Scienze della Formazione dell'università degli studi di Bari.
Internet, purtroppo, non è solo uno strumento da utilizzare per soddisfare le nostre esigenze ma può diventare una trappola che crea dipendenza come il gioco, i social network, lo shopping, l'erotismo ecc…
"Ora internet, oltre alla tv, accompagna lo sviluppo delle nuove generazioni che vivono una crescita virtuale con un contesto più vicino alla teoria del social network e degli sms, e riversano nella rete i loro problemi anziché parlarne con i propri cari", ha ammonito la docente.
Secondo il parere pedagogico, il docente di Pedagogia Sperimentale, Alberto Fornasari, ha invece insistito sul fatto che oramai la tecnologia e lo sviluppo fanno parte di noi, tuttavia si deve cercare di sfruttarli meglio e trarne i benefici. "Si devono avviare insegnamenti d'educazione al web, anche e soprattutto nelle scuole, perché solo così si riescono a captare meglio quelli che sono gli strumenti che Internet offre", ha concluso il professor Fornasari.
Pertanto l'invito dei relatori presenti è stato rivolto in primis ai giovani, ma anche agli adulti che sui social network hanno trovato una nuova identità, ad appropriarsi della propria vita e cercare di dedicare più tempo fisico e non virtuale ai propri amici.