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Eventi
“Intervento omocromico di Grazia Terribile, trent’anni dopo"
Presentata la mostra fotografica, aperta fino al 7 giugno.
Gravina - domenica 1 giugno 2014
13.05
Si apre la sette giorni dedicata ad "Intervento omocromico di Grazia Terribile, trent'anni dopo".
Presentato ieri sera presso la Fondazione "E. Pomarici Santomasi" e curato da Alba Nardone, in collaborazione con l'associazione "Amici di Michele". Suscita curiosità il titolo della mostra, campione di quello che, trent'anni fa, è stato un evento avveniristico: un sodalizio tra Grazia Terribile e cinquanta artisti nazionali ed internazionali.
A presenziare all'evento - promosso dalla Regione Puglia, con il patrocinio del Comune di Gravina e dalla stessa Fondazione – anche il sindaco Alesio Valente, il quale nei saluti istituzionali ha tenuto a precisare: "Vogliamo che questo evento si collochi in una prospettiva futura, che sia un unicum con altre manifestazione artistiche del territorio e ringrazio Grazia Terribile, perchè questa è stata una grande opera di volontariato per la nostra terra". Dello stesso tono l'intervento dell'assessore alle politiche per le espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti: "E' un peccato che non si sia dato seguito ai messaggi che ci ha lasciato, Gravina si è ripiegata su sé stessa, la ricerca delle proprie radici è importantissima ma bisogna anche guardare oltre" chiosando, "io sono qui per cercare di trovare un sostegno e per recuperare i valori che ci ha lasciato, dando loro un seguito". Ricordando Grazia Terribile, il presidente della Fondazione, Agostino Giglio, ha commentato: "Grazia cercò di ricongiungere l'uomo alla terra. Quello di Alba invece, è stato un grande atto d'amore di una figlia, di grande riconoscenza verso la madre".
Presenti, tre critici e storici dell'arte, i quali hanno spiegato il significato culturale della manifestazione del 1983, in perfetta sintonia con i "land art" degli anni sessanta. "Quello di Grazia Terribile è stato un atteggiamento innovativo", ha commentato Anna D'Elia, docente dell'Accademia delle Belle Arti di Bari, "da grande madre, la natura è diventato uno spazio da depredare, con Intervento omocromico, abbiamo avuto un approccio diverso rispetto alla terra che si lega al lavoro contadino". E aggiunge: "Con grande sensibilità si è andati alla scoperta del paesaggio da un punto di vista simbolico con un dominio innovativo della natura stessa". Pietro Marino – giornalista e critico dell'arte - ricorda quanto Grazia Terribile abbia scritto una pagina di cultura artistica, importante anche a livello nazionale: "I campi di lavoro artistici danno un'idea del suo empito visionario oscuro rispetto a quelle che erano le teorie dell'epoca. Gli artisti stavano tornando a lavorare in studio in quel periodo. Questo è stato un modo singolare di approcciarsi alla terra", precisando, "ci sono ancora tante questioni rimaste aperte anche se quello non fu un evento fine a se stesso". Enzo Battarra, giornalista e critico d'arte, fu uno dei protagonisti di Intervento omocromico: "Ricordo il senso della comunità, io ero in veste di cronista e partecipavo con loro a tutte le attività. Grazia ha messo questi artisti in questa terra sconfinata, artisti che erano ormai metropolitani, di avanguardia" e concludendo ha aggiunto, "era una donna di grande determinazione".
Tra le zolle della tenuta Terribile, testimone dell'antica arte contadina gravinese, tappeti di terra arata di fresco che a perdita d'occhio si srotolano verso l'orizzonte dove si staglia il profilo di performance ed installazioni d'arte contemporanea. Nella sala gremita, alcuni dei cinquanta artisti e mentre scorrono le immagini del film documentario, si percepisce la lungimiranza di una donna, descritta da chi l'ha conosciuta bene come curiosa e caparbia, in grado di guardare anche oltre l'orizzonte.
Intervento omocromico riporta il soffio caldo di una atipica primavera meridionale, nella quale tutto è stato possibile.
Presentato ieri sera presso la Fondazione "E. Pomarici Santomasi" e curato da Alba Nardone, in collaborazione con l'associazione "Amici di Michele". Suscita curiosità il titolo della mostra, campione di quello che, trent'anni fa, è stato un evento avveniristico: un sodalizio tra Grazia Terribile e cinquanta artisti nazionali ed internazionali.
A presenziare all'evento - promosso dalla Regione Puglia, con il patrocinio del Comune di Gravina e dalla stessa Fondazione – anche il sindaco Alesio Valente, il quale nei saluti istituzionali ha tenuto a precisare: "Vogliamo che questo evento si collochi in una prospettiva futura, che sia un unicum con altre manifestazione artistiche del territorio e ringrazio Grazia Terribile, perchè questa è stata una grande opera di volontariato per la nostra terra". Dello stesso tono l'intervento dell'assessore alle politiche per le espressività artistiche e culturali, Laura Marchetti: "E' un peccato che non si sia dato seguito ai messaggi che ci ha lasciato, Gravina si è ripiegata su sé stessa, la ricerca delle proprie radici è importantissima ma bisogna anche guardare oltre" chiosando, "io sono qui per cercare di trovare un sostegno e per recuperare i valori che ci ha lasciato, dando loro un seguito". Ricordando Grazia Terribile, il presidente della Fondazione, Agostino Giglio, ha commentato: "Grazia cercò di ricongiungere l'uomo alla terra. Quello di Alba invece, è stato un grande atto d'amore di una figlia, di grande riconoscenza verso la madre".
Presenti, tre critici e storici dell'arte, i quali hanno spiegato il significato culturale della manifestazione del 1983, in perfetta sintonia con i "land art" degli anni sessanta. "Quello di Grazia Terribile è stato un atteggiamento innovativo", ha commentato Anna D'Elia, docente dell'Accademia delle Belle Arti di Bari, "da grande madre, la natura è diventato uno spazio da depredare, con Intervento omocromico, abbiamo avuto un approccio diverso rispetto alla terra che si lega al lavoro contadino". E aggiunge: "Con grande sensibilità si è andati alla scoperta del paesaggio da un punto di vista simbolico con un dominio innovativo della natura stessa". Pietro Marino – giornalista e critico dell'arte - ricorda quanto Grazia Terribile abbia scritto una pagina di cultura artistica, importante anche a livello nazionale: "I campi di lavoro artistici danno un'idea del suo empito visionario oscuro rispetto a quelle che erano le teorie dell'epoca. Gli artisti stavano tornando a lavorare in studio in quel periodo. Questo è stato un modo singolare di approcciarsi alla terra", precisando, "ci sono ancora tante questioni rimaste aperte anche se quello non fu un evento fine a se stesso". Enzo Battarra, giornalista e critico d'arte, fu uno dei protagonisti di Intervento omocromico: "Ricordo il senso della comunità, io ero in veste di cronista e partecipavo con loro a tutte le attività. Grazia ha messo questi artisti in questa terra sconfinata, artisti che erano ormai metropolitani, di avanguardia" e concludendo ha aggiunto, "era una donna di grande determinazione".
Tra le zolle della tenuta Terribile, testimone dell'antica arte contadina gravinese, tappeti di terra arata di fresco che a perdita d'occhio si srotolano verso l'orizzonte dove si staglia il profilo di performance ed installazioni d'arte contemporanea. Nella sala gremita, alcuni dei cinquanta artisti e mentre scorrono le immagini del film documentario, si percepisce la lungimiranza di una donna, descritta da chi l'ha conosciuta bene come curiosa e caparbia, in grado di guardare anche oltre l'orizzonte.
Intervento omocromico riporta il soffio caldo di una atipica primavera meridionale, nella quale tutto è stato possibile.