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Eventi
Jérôme Lejeune: in mostra alle Officine
Dal 17 settembre al 5 ottobre.
Gravina - sabato 27 settembre 2014
16.56
Jérôme Lejeune alle Officine culturali "Peppino impastato" di Gravina, dal 27 settembre al 5 ottobre.
"Che cos'è l'uomo perchè te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune", questo il titolo dell'esposizione, preso in prestito dal Salmo 8 della Bibbia. Indizi per ricostruire la vita, intreccio di fede e scienza, del genetista e pediatra francese. Scopritore dell'anomalia determinante nella sindrome di Down, altrimenti detta, trisomia 21.
"Non si parla della sua vita o della sindrome di Down in particolare" spiega Mario Cristiano, presidente dell'associazione "Amici di Michele". Il gruppo di volontariato è stato supportato dalla diocesi di Acquaviva Altamura e Gravina, dal centro Pastorale sociale San Francesco da Paola della parrocchia Spirito Santo, dalla Caritas diocesiana, dalla scuola paritaria "Il girotondo" e patrocinata dal Centro di servizio al volontariato San Nicola. Presenti il presidente del CSV barese, Rosa Franco ed il direttore Sandra Gernone.
"E' stata esposta al Meeting dell'Amicizia dei popoli, curata dall'associazione Euresis e dalla Fondazione Lejeune" continua Cristiano e aggiunge, "abbiamo voluto portare questa rassegna itinerante a Gravina perchè pone delle verità. Per capire quello che è stato il suo modo di porsi nei confronti della realtà". "Siamo unici ed irripetibili, anche i singoli momenti della nostra vita lo sono ed è su questo che dobbiamo riflettere".
La rassegna diventa una lente o forse un prisma attraverso il quale rintracciare le testimonianze che conducono all'interrogativo di base, sul significato dell'esistenza umana. "Dobbiamo sforzarci di capire cosa sia una persona, quale sia il suo valore" conclude il presidente.
Proiettati sui muri delle Officine, bagliori che raccontano i suoi studi e la sua missione: "Curare e non uccidere". Strenuo oppositore della "selezione" così come lui interpretava la diagnosi pre-natale, contrario alla legge "Peyret" del 1970 ed alla legalizzazione dell'aborto. Insignito di numerosi premi, tranne che del Nobel è stato consegnato alla storia con una frase: "Non abbiate paura". Invito a farsi avanti, spogliandosi del timore e dei pregiudizi che a quell'epoca dipingevano la sindrome di Down come una colpa inflitta ad una vita di dissolutezze.
"Per visitare questa mostra bisogna spogliarsi di tutti i pregiudizi" precisa Beppe Varvara. E' lui tra i curatori e le voci narranti, ad aver proposto l'iniziativa alle facoltà di biologia e medicina dell'Università "A. Moro" di Bari, "con molto successo", precisano gli organizzatori.
"Che cos'è l'uomo perchè te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune", questo il titolo dell'esposizione, preso in prestito dal Salmo 8 della Bibbia. Indizi per ricostruire la vita, intreccio di fede e scienza, del genetista e pediatra francese. Scopritore dell'anomalia determinante nella sindrome di Down, altrimenti detta, trisomia 21.
"Non si parla della sua vita o della sindrome di Down in particolare" spiega Mario Cristiano, presidente dell'associazione "Amici di Michele". Il gruppo di volontariato è stato supportato dalla diocesi di Acquaviva Altamura e Gravina, dal centro Pastorale sociale San Francesco da Paola della parrocchia Spirito Santo, dalla Caritas diocesiana, dalla scuola paritaria "Il girotondo" e patrocinata dal Centro di servizio al volontariato San Nicola. Presenti il presidente del CSV barese, Rosa Franco ed il direttore Sandra Gernone.
"E' stata esposta al Meeting dell'Amicizia dei popoli, curata dall'associazione Euresis e dalla Fondazione Lejeune" continua Cristiano e aggiunge, "abbiamo voluto portare questa rassegna itinerante a Gravina perchè pone delle verità. Per capire quello che è stato il suo modo di porsi nei confronti della realtà". "Siamo unici ed irripetibili, anche i singoli momenti della nostra vita lo sono ed è su questo che dobbiamo riflettere".
La rassegna diventa una lente o forse un prisma attraverso il quale rintracciare le testimonianze che conducono all'interrogativo di base, sul significato dell'esistenza umana. "Dobbiamo sforzarci di capire cosa sia una persona, quale sia il suo valore" conclude il presidente.
Proiettati sui muri delle Officine, bagliori che raccontano i suoi studi e la sua missione: "Curare e non uccidere". Strenuo oppositore della "selezione" così come lui interpretava la diagnosi pre-natale, contrario alla legge "Peyret" del 1970 ed alla legalizzazione dell'aborto. Insignito di numerosi premi, tranne che del Nobel è stato consegnato alla storia con una frase: "Non abbiate paura". Invito a farsi avanti, spogliandosi del timore e dei pregiudizi che a quell'epoca dipingevano la sindrome di Down come una colpa inflitta ad una vita di dissolutezze.
"Per visitare questa mostra bisogna spogliarsi di tutti i pregiudizi" precisa Beppe Varvara. E' lui tra i curatori e le voci narranti, ad aver proposto l'iniziativa alle facoltà di biologia e medicina dell'Università "A. Moro" di Bari, "con molto successo", precisano gli organizzatori.