
La città
L’estate gravinese sul colle Botromagno
In programma un campo scuola archeologico ed eventi culturali e musicali
Gravina - sabato 12 luglio 2014
09.26
Candidato ad essere uno dei tre poli di eccellenza archeologica della Puglia, il colle di Botromagno merita sicuramente più visibilità. Corre in questa direzione l' "Estate Gravinese a Botromagno", l'iniziativa programmata da palazzo di città che intende restituire dignità all'area archeologica da ormai troppo tempo vittima dell'incuria.
Trenta laureati o laureandi in archeologia e materie affini avranno la possibilità di svolgere un campo scuola coordinato della Sovrintendenza per i beni Archeologici per la Puglia, che garantirà la presenza sul posto di due archeologi impegnati nelle attività di formazione dei partecipanti. A coinvolgere l'intera città saranno invece i convegni e i molti eventi culturali e musicali previsti. L'area necessita inoltre di una cartellonistica storico archeologica adeguata che in questa occasione sarà adeguatamente sistemata.
Ancora pochi però i dettagli forniti. E' noto che le attività sono previste per il periodo che va dal 21 al 31 luglio e che spetterà alla Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" la completa organizzazione dell'evento. Nei prossimi giorni la stessa Fondazione dovrà provvedere infatti a pubblicare un avviso per la selezione dei corsisti, per i quali è previsto un rimborso spesa di 150 euro. L'estate gravinese a Botromagno costerà alle casse comunali 23.000 euro.
Tutte le attività saranno finalizzate a rendere visitabile l'area di maggior pregio di Botromagno, detta "Contrada Angellotti". Lo scorso ottobre la Sovrintendenza, in seguito ad un sopralluogo, ha mostrato grande interesse per quest'area, che vede la presenza di preesistenze archeologiche dalla preistoria all'età romana, ma ha rilevato anche la necessità di interventi urgenti finalizzati al recupero e alla valorizzazione, anche in occasione del bando per i prossimi fondi europei 2014-2020. Gli interventi urgenti da attuare sul parco archeologico sono il ripristino degli antichi camminamenti, dei muretti a secco e delle recinzioni divelte; vanno messi in sicurezza gli "scavi a cielo aperto" e svolti interventi di restauro delle strutture archeologiche a rischio, oltre agli interventi periodici di manutenzione, di custodia e guardiania del sito.
C'è ancora molto da fare, ma questo può essere certo un inizio.
Trenta laureati o laureandi in archeologia e materie affini avranno la possibilità di svolgere un campo scuola coordinato della Sovrintendenza per i beni Archeologici per la Puglia, che garantirà la presenza sul posto di due archeologi impegnati nelle attività di formazione dei partecipanti. A coinvolgere l'intera città saranno invece i convegni e i molti eventi culturali e musicali previsti. L'area necessita inoltre di una cartellonistica storico archeologica adeguata che in questa occasione sarà adeguatamente sistemata.
Ancora pochi però i dettagli forniti. E' noto che le attività sono previste per il periodo che va dal 21 al 31 luglio e che spetterà alla Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" la completa organizzazione dell'evento. Nei prossimi giorni la stessa Fondazione dovrà provvedere infatti a pubblicare un avviso per la selezione dei corsisti, per i quali è previsto un rimborso spesa di 150 euro. L'estate gravinese a Botromagno costerà alle casse comunali 23.000 euro.
Tutte le attività saranno finalizzate a rendere visitabile l'area di maggior pregio di Botromagno, detta "Contrada Angellotti". Lo scorso ottobre la Sovrintendenza, in seguito ad un sopralluogo, ha mostrato grande interesse per quest'area, che vede la presenza di preesistenze archeologiche dalla preistoria all'età romana, ma ha rilevato anche la necessità di interventi urgenti finalizzati al recupero e alla valorizzazione, anche in occasione del bando per i prossimi fondi europei 2014-2020. Gli interventi urgenti da attuare sul parco archeologico sono il ripristino degli antichi camminamenti, dei muretti a secco e delle recinzioni divelte; vanno messi in sicurezza gli "scavi a cielo aperto" e svolti interventi di restauro delle strutture archeologiche a rischio, oltre agli interventi periodici di manutenzione, di custodia e guardiania del sito.
C'è ancora molto da fare, ma questo può essere certo un inizio.