
Eventi
La Fondazione Santomasi riparte dal testamento del Barone
Presentato un piano quinquennale di attività e connessioni con gli Enti regionali.
Gravina - sabato 25 aprile 2015
10.24
Programma lungimirante e ricco di connessioni con gli enti regionali, quello della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi".
Presentati ieri pomeriggio nella sala convegni del quartiere fieristico, una gamma di progetti culturali di ampio respiro. Senza mai tagliare il cordone ombelicale con quelle volontà testamentarie del barone Santomasi del quale è figlia: una scuola agraria, un caseificio e una dote da destinare alle ragazze più indigenti. Condizioni queste, rivisitate in chiave contemporanea: "Alcune progettualità sono state messe in cantiere, altre sono state realizzate", ha commentato in apertura il presidente della Fondazione Mario Burdi, "vogliamo lanciare alla città un messaggio forte. Per questo abbiamo stilato un programma di crescita culturale che va dal 2015 al 2020".
Tante le attività già proposte e quelle ancora da realizzare, snocciolate nell'intervento di Antonio Prota, amministratore delegato di Exiteam S.r.l. Spin-off: "E' importante integrarsi nella realtà di Matera, l'idea è quella di costruire un percorso fatto di recupero e valorizzazione". Il percorso è lastricato di obiettivi annuali, tasselli che in 365 giorni permetterebbero alla comunità locale di raggiungere un passo alla volta, la sponda di un rinnovato polo culturale: "Per il 2015, iniziamo a riprendere in mano i luoghi della conoscenza da riaprire ai cittadini con progetti nell'ambito dell'agricoltura sociale, caffè letterari per creare nuove relazioni e l'aggregazione dei giovani".
La Fondazione ha supportato inoltre la creazione di due piattaforme web: "Scegliere salute" e "Gigart". La prima, consente di scegliere i migliori professionisti della salute, sulla base delle recensioni degli utenti. "Gigart" invece, permette di esplorare i tesori della nostra terra a tutto tondo, grazie ad un team di storici dell'arte, archeologi e consulenti scientifici.
"La scatola nera", continua Prota spiegando le finalità del piano quinquennale, "sarà uno spazio espositivo utile ad artisti ed artigiani di stampo anche promozionale; una nuova pinacoteca aperta e global per favorire l'inclusione, il castello svevo on stage per tutti gli eventi, creare un'antenna Pon, sulla quale far convergere i progetti europei, tutto questo per il 2016; il 2017 sarà dedicato tutto alle donne; il 2018 sarà all'onore, per dare onore alla città; il 2019 alla crescita ed alla sperimentazione in campo scientifico proprio perché il barone capiva l'importanza della specializzazione per la creazione di ricchezza, di produzione e fatturato mentre nel 2020, ne festeggeremo il centenario".
Creare uno scrigno dei tesori locali è l'interpretazione che il sindaco, Alesio Valente, ha offerto durante la conferenza: "Avete in mano il cuore pulsante della città", ha commentato, "attraverso il gesto del barone Santomasi, materialmente detenete il nostro patrimonio, sappiate farne tesoro e fate in modo che questa realtà possa portare un vento diverso nella nostra città ed ai nostri cittadini". "Il barone era un uomo illuminato", ha aggiunto Giuseppe De Mastro, docente presso la l'ex facoltà di Agraria dell'università degli studi di Bari "Aldo Moro", "in quei tempi si cominciò ad immaginare come si potesse creare una classe di tecnici di un settore agricolo con un livello di conoscenza più elevata", ricostruendo così la cronistoria dalle cattedre ambulanti di agricoltura, fino alla Facoltà di Agraria di Bari unitamente ad una panoramica sulla struttura universitaria, dei dipartimenti e dei percorsi formativi di eccellenza.
"Con la fondazione abbiamo iniziato una collaborazione su alcune questioni", ha chiarito il direttore generale del "Parco dell'Alta Murgia", Fabio Modesti, "lavorare per la memoria, per l'ecologia storica, ricreando la storia del territorio per indicare strade future di gestione e delle risorse. Il programma messo a punto dalla Fondazione si incontra anche con le attività dell'ente". Modesti non è per le pianificazioni a lungo termine e chiosa: "Nessuna pianificazione, nessuna strategia. O ci rendiamo conto che un territorio è forte e si impone all'attenzione della politica e dei cittadini perché è un punto complessivo e coordinato di offerte dei beni naturali, culturali, paesaggistici oppure il tutto si trasforma in una guerra tra poveri che creano un piccolo giardinetto di ricaduta per alcuni, ma non provoca nessun effetto sul territorio".
E di pianificazione parla invece, parla Luigi Boccaccio, direttore generale Gal Murgiapiù: "Incrociando la pianificazione con le potenzialità non abbiamo che l'imbarazzo della scelta, innovare filiere agricole, turismo, conservazione dei beni, inclusione sociale. I fondi regionali ci sono, ma dobbiamo avere una proposta che sia credibile e realizzabile con un grande impatto. Dobbiamo inoltre riflettere su quanto il modello proposto dal barone, potesse essere attuato e trasferibile come modello per il futuro, come riferimento formazione e ricerca nel comparto agricolo".
Presentati ieri pomeriggio nella sala convegni del quartiere fieristico, una gamma di progetti culturali di ampio respiro. Senza mai tagliare il cordone ombelicale con quelle volontà testamentarie del barone Santomasi del quale è figlia: una scuola agraria, un caseificio e una dote da destinare alle ragazze più indigenti. Condizioni queste, rivisitate in chiave contemporanea: "Alcune progettualità sono state messe in cantiere, altre sono state realizzate", ha commentato in apertura il presidente della Fondazione Mario Burdi, "vogliamo lanciare alla città un messaggio forte. Per questo abbiamo stilato un programma di crescita culturale che va dal 2015 al 2020".
Tante le attività già proposte e quelle ancora da realizzare, snocciolate nell'intervento di Antonio Prota, amministratore delegato di Exiteam S.r.l. Spin-off: "E' importante integrarsi nella realtà di Matera, l'idea è quella di costruire un percorso fatto di recupero e valorizzazione". Il percorso è lastricato di obiettivi annuali, tasselli che in 365 giorni permetterebbero alla comunità locale di raggiungere un passo alla volta, la sponda di un rinnovato polo culturale: "Per il 2015, iniziamo a riprendere in mano i luoghi della conoscenza da riaprire ai cittadini con progetti nell'ambito dell'agricoltura sociale, caffè letterari per creare nuove relazioni e l'aggregazione dei giovani".
La Fondazione ha supportato inoltre la creazione di due piattaforme web: "Scegliere salute" e "Gigart". La prima, consente di scegliere i migliori professionisti della salute, sulla base delle recensioni degli utenti. "Gigart" invece, permette di esplorare i tesori della nostra terra a tutto tondo, grazie ad un team di storici dell'arte, archeologi e consulenti scientifici.
"La scatola nera", continua Prota spiegando le finalità del piano quinquennale, "sarà uno spazio espositivo utile ad artisti ed artigiani di stampo anche promozionale; una nuova pinacoteca aperta e global per favorire l'inclusione, il castello svevo on stage per tutti gli eventi, creare un'antenna Pon, sulla quale far convergere i progetti europei, tutto questo per il 2016; il 2017 sarà dedicato tutto alle donne; il 2018 sarà all'onore, per dare onore alla città; il 2019 alla crescita ed alla sperimentazione in campo scientifico proprio perché il barone capiva l'importanza della specializzazione per la creazione di ricchezza, di produzione e fatturato mentre nel 2020, ne festeggeremo il centenario".
Creare uno scrigno dei tesori locali è l'interpretazione che il sindaco, Alesio Valente, ha offerto durante la conferenza: "Avete in mano il cuore pulsante della città", ha commentato, "attraverso il gesto del barone Santomasi, materialmente detenete il nostro patrimonio, sappiate farne tesoro e fate in modo che questa realtà possa portare un vento diverso nella nostra città ed ai nostri cittadini". "Il barone era un uomo illuminato", ha aggiunto Giuseppe De Mastro, docente presso la l'ex facoltà di Agraria dell'università degli studi di Bari "Aldo Moro", "in quei tempi si cominciò ad immaginare come si potesse creare una classe di tecnici di un settore agricolo con un livello di conoscenza più elevata", ricostruendo così la cronistoria dalle cattedre ambulanti di agricoltura, fino alla Facoltà di Agraria di Bari unitamente ad una panoramica sulla struttura universitaria, dei dipartimenti e dei percorsi formativi di eccellenza.
"Con la fondazione abbiamo iniziato una collaborazione su alcune questioni", ha chiarito il direttore generale del "Parco dell'Alta Murgia", Fabio Modesti, "lavorare per la memoria, per l'ecologia storica, ricreando la storia del territorio per indicare strade future di gestione e delle risorse. Il programma messo a punto dalla Fondazione si incontra anche con le attività dell'ente". Modesti non è per le pianificazioni a lungo termine e chiosa: "Nessuna pianificazione, nessuna strategia. O ci rendiamo conto che un territorio è forte e si impone all'attenzione della politica e dei cittadini perché è un punto complessivo e coordinato di offerte dei beni naturali, culturali, paesaggistici oppure il tutto si trasforma in una guerra tra poveri che creano un piccolo giardinetto di ricaduta per alcuni, ma non provoca nessun effetto sul territorio".
E di pianificazione parla invece, parla Luigi Boccaccio, direttore generale Gal Murgiapiù: "Incrociando la pianificazione con le potenzialità non abbiamo che l'imbarazzo della scelta, innovare filiere agricole, turismo, conservazione dei beni, inclusione sociale. I fondi regionali ci sono, ma dobbiamo avere una proposta che sia credibile e realizzabile con un grande impatto. Dobbiamo inoltre riflettere su quanto il modello proposto dal barone, potesse essere attuato e trasferibile come modello per il futuro, come riferimento formazione e ricerca nel comparto agricolo".