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La città

La rigenerazione urbana distrugge la storia

La protesta dell'ex sindaco Laiso e la richiesta di chiarimento dei Cinque Stelle

Solo pochi giorni fa l'annuncio da parte dell'amministrazione comunale a proposito dell'avvio dei lavori per la riqualificazione delle grotte di Fondovito che costeggiano il percorso che conduce a pochi passi dalla chiesa grotta di San Michele. Lavori che consistono nella rimozione del materiale di risulta che nel corso dei decenni si è accumulato nelle grotte prima di realizzare un sistema di illuminazione e la creazione di un percorso dedicato che andrà a fondersi con la gradonata in fase di risistemazione.
Intervento che però non piace al professor Franco Laiso, amante e studioso della storia gravinese nonché ex sindaco che si è posto alla guida di un gruppo di cittadini critici nei confronti dei lavori di rigenerazione urbana. Critiche che mirano a difendere l'autenticità dei luoghi contro quei lavori di rigenerazione che stanno "seppellendo le grotte" scrive Laiso in una missiva indirizzata al primo cittadino.

Sotto accusa la gradinata a metà fra anfiteatro e scalinata di accesso, che a detta dell'ex primo cittadino "compromette l'arcaicità dei luoghi a seguito della sua invasiva presenza di accumulo di materiali perfino sul suo lato prospiciente alle grotte, configurandosi così come una scarpata di contenimento del più infelice tratto di un'anonima strada"
"Rigenerare – scrive ancora lo storico - significa generare di nuovo, ri-nascere. E con il far ri-nascere l'intera facies rupestre si evidenzierebbe un luogo unico e irripetibile, che tutti ci invidiano. Questa sarebbe risultata obbligata e autentica opera di rigenerazione urbana. Allo stato attuale, purtroppo, non credo si possa parlare di ri-generazione, ma di de-generazione".
Di qui l'invito rivolto al sindaco Valente e ai professionisti che hanno progettato il volto nuovo di calata San Michele ad approvare quanto prima una variante al progetto che riporti la scalinata alle antiche dimensioni e soprattutto al piano delle grotte in gran parte scomparse sotto anni di incuria.
"Gravina insiste sul banco tufaceo che miracolosamente costituisce un archivio ambientale, antropico, storico delle forme più varie dell'attività dell'uomo. È questo patrimonio che bisogna salvaguardare a tutti i costi, applicando sempre il criterio del levare, del liberare cioè la facies arcaica rupestre da ogni sedimentazione di materiale incongruo". Dunque togliere cemento, ripristinare gli antichi luoghi e l'antico insediamento rupestre".

Argomentazioni che sino ad ora hanno trovato il favore di molti cittadini e che ora raccolgono il sostegno dell'intero Movimento Cinque stelle.
Gli attivisti, dopo alcuni incontri con il professor Laiso hanno presentato a palazzo di città una richiesta di accesso agli atti del progetto oltre a chiedere un incontro ed un sopralluogo "al fine di ottenere chiarimenti in merito ai lavori di rigenerazione urbana nel rione Fondovito".
Un coro di dissenso "provocato dall'aumento di cubatura relativo alla sopraelevazione della piattaforma che ricopre il calpestio originario e il complesso delle grotte" - e che per altro, denuncia l'associazione Ruotabile - non consentirebbe l'accesso per i disabili all'area delle grotte e alla chiesa rupestre di San Michele".
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