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La Turandot al teatro Vida

Terzo appuntamento con la Compagnia dei Teatranti.

La Turandot arriva al teatro Vida di Gravina e lo fa in una veste diversa, rivisitata, dal regista Enzo Matichecchia, e interpretata dalla Comapagnia dei Teatranti di Bisceglie.

"Mi sono innamorato di quest'opera tanto drammatica quanto ricca di gioia e struggenti sentimenti" racconta Mantecchia, ricordando quando nel 2002, ha vestito i panni del principe Calaf (principe di Astrakan che si innamora perdutamente della protagonista, Turandot).

La prima Turandot, è quella nata dal genio di Carlo Gozzi, drammaturgo e scrittore veneziano che la scrisse in versi nel 1702, in cinque atti. Tradotta e rappresentata in numerose versioni, la più conosciuta ed erroneamente molto spesso a lui attribuita, è quella incompiuta da Giacomo Puccini.

"Rispetto all'opera originale di Gozzi, ho preferito eliminare i personaggi della commedia dell'arte (Truffaldino, Brighella, Pantalone e Tartaglia) ed inserire i pucciniani Ping, Pong e Pang, affidando loro gli unici passaggi farseschi di questo adattamento", spiega il regista che continua: "Ismaela, nutrice del Principe di Persia, ha sostituito Ismaele, tutore del Principe di Samarcanda: tale scelta per rendere ancor più toccante uno dei passaggi più drammatici dell'intera vicenda, poiché la perdita cruenta di un "figlio" sicuramente è più dolorosa e meno distaccata di quella di un protetto". Per quanto concerne le musiche invece, la scelta è ricaduta su quelle delle famose pièces teatrali di Busoni e Puccini, indimenticabile la "Nessun dorma" pucciniana che nell'opera di Mantecchia perderà la sua connotazione lirica per calarsi in un recitato "prettamente in bello stile". Le coreografie, sono invece tutte originali e nuove. a tal proposito il regista spiega: "Sono stati ripetuti gli esperimenti fatti sempre con la Compagnia dei Teatranti in Rugantino e cioè l'inserimento di passi e combinazioni moderne integrate a quelle più classiche".

Un connubio di tradizione ed innovazione nell' interpretazione mantecchiana, assolutamente da non perdere.
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