
Libri
Le pergamene dell’Archivio Diocesiano
Presentato il volume di storia inedita gravinese.
Gravina - domenica 23 febbraio 2014
13.50
Le pergamene dell' Archivio diocesiano gravinese custodiscono in uno scrigno antico, una storia lontana ma non troppo.
Si è tenuta ieri, presso il salone "Giovanni Paolo II" dell' Episcopio di Gravina, la presentazione del volume XXXVII del Codice Diplomatico Pugliese, "Le pergamene dell'Archivio Diocesiano di Gravina (secoli XI-XIV)", evento curato dell'Associazione biblioteca Finya. Il corpus, che racchiude l'edizione critica delle pergamene, a cura Di Corinna Drago Tedeschini, è stato realizzato grazie alla collaborazione della Società di Storia Patria per la Puglia e del Lions club di Gravina. "Esprimo orgoglio e gioia a nome del club, perchè siamo riusciti a fare qualcosa per Gravina, il nostro motto è we serve e in questo modo abbiamo servito la nostra città" ha affermato Donato Antonacci, past president del club che ha poi raccontato l'attività dei Lions in tutto il mondo.
"La ricerca non deve essere riservata a pochi" ha commentato Monsignor Giuseppe Lofrese, presidente del Capitolo cattedrale di Gravina, "di qualunque tendenza essi siano e chiunque mostri di avere le capacità per farlo, tutti sono invitati a compiere le proprie ricerche". E anche nelle parole del vescovo, Monsignor Giovanni Ricchiuti, si rintraccia la volontà di "allestire contenitori culturali, continuando a preservare la conoscenza e soprattutto a tramandarla, proseguendo un cammino volto ad innalzare il livello culturale della città, purtroppo ci stiamo adeguando alla mediocritas, trascurando invece quelle che sono le nostre radici, custodite nelle chiese, negli archivi parrocchiali che contengono il senso di una storia che collega il passato al futuro".
Riscoprire un periodo storico inedito, quello compreso tra 1091 ed il 1346, portando alla luce aneddoti, fatti storici, cronache quotidiane, luci, ombre e sfumature, "affascinanti, che si affermano e negano che mostrano tanto ma celano altrettanto", commenta Pasquale Cordasco, docente di Diplomatica presso l'Università "Aldo Moro" di Bari, nonché vicepresidente e consigliere della Società di Storia Patria per la Puglia, "i documenti provenienti dalle zone dell'entroterra, dai piccoli centri e quello rinvenuti risalgono quasi tutti al quattordicesimo secolo all'incirca" sottolinenando l'importanza del ritrovamento e della diligenza mostrata nel lavoro editoriale della Tedeschini.
Dello stesso avviso Angelantonio Spagnoletti, docente di Storia moderna presso l'Università di Bari che spiega: "Il documento è il segno di un sistema, è scritto secondo le categorie mentali di un uomo ed è per questo che va letto ed interpretato tenendone conto. Importante è anche la comparazione con altri documenti" ed entrando nel merito del contenuto delle pergamene, "si tratta di trentatrè pergamene che raccontano la storia gravinese come una città di frontiera, divisa tra il culto latino e quello greco, tra diversi tipi di attività, molto diversa dalle città costiere, con un vescovo spesso assente a causa delle poche rendite della diocesi e dell'attività presso la corte napoletana e di un clero locale che si approfitta di questo. Raccontano di uomini che vivono nella paura della malattia, della fame e dell'inferno, come tutti in epoca medioevale e che per questo, in punto di morte effettuano donazioni alla chiesa. Parlano di tutto questo e tanto altro".
Presenti nel pubblico, oltre al sindaco, Alesio Valente, docenti e ricercatori dell'Università "Aldo Moro" di Bari tra cui Clelia Grattagrisi, che ha collaborato al volume. "Sono tante le pubblicazioni importanti fatte in passato e continueremo la nostra attività anche in futuro" ha assicurato don Giacomo Lorusso, promotore dell'iniziativa con Francesco Bernardi, con la soddisfazione di aver raggiunto un altro importante traguardo.
Di seguito, la fotogallery dell'evento e di alcune delle antiche pergamene esposte nella biblioteca capitolare Finya.
Si è tenuta ieri, presso il salone "Giovanni Paolo II" dell' Episcopio di Gravina, la presentazione del volume XXXVII del Codice Diplomatico Pugliese, "Le pergamene dell'Archivio Diocesiano di Gravina (secoli XI-XIV)", evento curato dell'Associazione biblioteca Finya. Il corpus, che racchiude l'edizione critica delle pergamene, a cura Di Corinna Drago Tedeschini, è stato realizzato grazie alla collaborazione della Società di Storia Patria per la Puglia e del Lions club di Gravina. "Esprimo orgoglio e gioia a nome del club, perchè siamo riusciti a fare qualcosa per Gravina, il nostro motto è we serve e in questo modo abbiamo servito la nostra città" ha affermato Donato Antonacci, past president del club che ha poi raccontato l'attività dei Lions in tutto il mondo.
"La ricerca non deve essere riservata a pochi" ha commentato Monsignor Giuseppe Lofrese, presidente del Capitolo cattedrale di Gravina, "di qualunque tendenza essi siano e chiunque mostri di avere le capacità per farlo, tutti sono invitati a compiere le proprie ricerche". E anche nelle parole del vescovo, Monsignor Giovanni Ricchiuti, si rintraccia la volontà di "allestire contenitori culturali, continuando a preservare la conoscenza e soprattutto a tramandarla, proseguendo un cammino volto ad innalzare il livello culturale della città, purtroppo ci stiamo adeguando alla mediocritas, trascurando invece quelle che sono le nostre radici, custodite nelle chiese, negli archivi parrocchiali che contengono il senso di una storia che collega il passato al futuro".
Riscoprire un periodo storico inedito, quello compreso tra 1091 ed il 1346, portando alla luce aneddoti, fatti storici, cronache quotidiane, luci, ombre e sfumature, "affascinanti, che si affermano e negano che mostrano tanto ma celano altrettanto", commenta Pasquale Cordasco, docente di Diplomatica presso l'Università "Aldo Moro" di Bari, nonché vicepresidente e consigliere della Società di Storia Patria per la Puglia, "i documenti provenienti dalle zone dell'entroterra, dai piccoli centri e quello rinvenuti risalgono quasi tutti al quattordicesimo secolo all'incirca" sottolinenando l'importanza del ritrovamento e della diligenza mostrata nel lavoro editoriale della Tedeschini.
Dello stesso avviso Angelantonio Spagnoletti, docente di Storia moderna presso l'Università di Bari che spiega: "Il documento è il segno di un sistema, è scritto secondo le categorie mentali di un uomo ed è per questo che va letto ed interpretato tenendone conto. Importante è anche la comparazione con altri documenti" ed entrando nel merito del contenuto delle pergamene, "si tratta di trentatrè pergamene che raccontano la storia gravinese come una città di frontiera, divisa tra il culto latino e quello greco, tra diversi tipi di attività, molto diversa dalle città costiere, con un vescovo spesso assente a causa delle poche rendite della diocesi e dell'attività presso la corte napoletana e di un clero locale che si approfitta di questo. Raccontano di uomini che vivono nella paura della malattia, della fame e dell'inferno, come tutti in epoca medioevale e che per questo, in punto di morte effettuano donazioni alla chiesa. Parlano di tutto questo e tanto altro".
Presenti nel pubblico, oltre al sindaco, Alesio Valente, docenti e ricercatori dell'Università "Aldo Moro" di Bari tra cui Clelia Grattagrisi, che ha collaborato al volume. "Sono tante le pubblicazioni importanti fatte in passato e continueremo la nostra attività anche in futuro" ha assicurato don Giacomo Lorusso, promotore dell'iniziativa con Francesco Bernardi, con la soddisfazione di aver raggiunto un altro importante traguardo.
Di seguito, la fotogallery dell'evento e di alcune delle antiche pergamene esposte nella biblioteca capitolare Finya.