
La città
Legambiente premia i Comuni Ricicloni. Gravina menzione speciale per l’indifferenza
Legambiente: “Puglia nella mani del partito delle discariche”
Gravina - lunedì 23 febbraio 2015
8.50
Legambiente premia i comuni ricicloni ovvero le pubbliche amministrazioni che hanno fatto della differenziata uno stile di vita.
Sono 12 i Comuni che ricevono il riconoscimento di Legambiente per aver avviato un modello di gestione dei rifiuti orientato al recupero, con oltre il 65% di raccolta differenziata imposto dalla legge nazionale e raggiunto nel 2013. Anche quest'anno svetta al primo posto della classifica generale il Comune barese di Rutigliano. Nel 2013 il Comune con 18.157 abitanti ha raggiunto una percentuale media di differenziata del 79,8%. Seguono poi il Comune di Cellamare e di Monteparano, entrambi con il 72,4%, Casalvecchio Di Puglia (72,1%), Canosa di Puglia (69,7%), Casalnuovo Monterotaro (69,6%), Torre Santa Susanna (68%), San Pancrazio Salentino (67,5%), Andria (67,2%), Troia (66,4%), Erchie (66,1%) e Roccaforzata (65,7%).
I dati regionali però, restano sconfortanti dicono da Legambiente "Aumenta il numero dei comuni ricicloni mentre si conferma il trend decisamente negativo dei Capoluoghi di Provincia ad eccezione dei Comuni di Andria e di Barletta. Per il resto i problemi rimangono gli stessi da anni: la media percentuale regionale di raccolta differenziata è ancora troppo bassa, si attesta intorno al 27% nel 2014; il ritardo incredibilmente lungo e totalmente inaccettabile nella realizzazione degli impianti di trattamento e compostaggio che sta mettendo in crisi il ciclo dei rifiuti nella nostra regione; la mancata penalizzazione economica dello smaltimento in discarica a causa dei continui rinvii e rimodulazione dell'ecotassa. A tal proposito, nonostante i proclami e le dichiarazioni ad effetto, in questi anni il quantitativo dei rifiuti urbani smaltiti in discarica è aumentato dell'8% passando dal 59% al 67%" ha spiegato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente.
Menzione speciale, invece, per i Comuni soprannominati "Gli indifferenti" ovvero coloro che nei primi dieci mesi del 2014 non hanno raggiunto il 10% di differenziata. Trenta in tutto le amministrazioni pugliesi che rientrano in questa categoria. Oltre a Gravina ci sono Accadia, Alberona, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Fragagnano, Leporano, Lesina, San Cassiano, Sant'Agata di Puglia, Zapponeta, Isole Tremiti, Torremaggiore, Deliceto, Foggia, Carosino, Torricella, Martina Franca, Avetrana, Faeto, Cerignola, Stornara, Sammichele di Bari, Volturara Appula, Palagianello, Noicattaro, Salice Salentino, Castelluccio dei Sauri, San Donaci e Valenzano.
"Nelle regioni italiane più arretrate sul ciclo dei rifiuti come la Puglia - conclude Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente - continua a vincere il partito delle discariche. Si tratta di una formazione politica trasversale che punta a mantenere il potere consolidato di chi si è arricchito smaltendo sotto terra materiali preziosi che dovrebbero essere valorizzati diversamente. Crediamo sia arrivato il momento di dare rappresentanza politica alle esperienze virtuose che fino ad oggi non hanno avuto normative favorevoli e riconoscimenti economici rispetto ai tanti sforzi compiuti fino ad oggi".
Sono 12 i Comuni che ricevono il riconoscimento di Legambiente per aver avviato un modello di gestione dei rifiuti orientato al recupero, con oltre il 65% di raccolta differenziata imposto dalla legge nazionale e raggiunto nel 2013. Anche quest'anno svetta al primo posto della classifica generale il Comune barese di Rutigliano. Nel 2013 il Comune con 18.157 abitanti ha raggiunto una percentuale media di differenziata del 79,8%. Seguono poi il Comune di Cellamare e di Monteparano, entrambi con il 72,4%, Casalvecchio Di Puglia (72,1%), Canosa di Puglia (69,7%), Casalnuovo Monterotaro (69,6%), Torre Santa Susanna (68%), San Pancrazio Salentino (67,5%), Andria (67,2%), Troia (66,4%), Erchie (66,1%) e Roccaforzata (65,7%).
I dati regionali però, restano sconfortanti dicono da Legambiente "Aumenta il numero dei comuni ricicloni mentre si conferma il trend decisamente negativo dei Capoluoghi di Provincia ad eccezione dei Comuni di Andria e di Barletta. Per il resto i problemi rimangono gli stessi da anni: la media percentuale regionale di raccolta differenziata è ancora troppo bassa, si attesta intorno al 27% nel 2014; il ritardo incredibilmente lungo e totalmente inaccettabile nella realizzazione degli impianti di trattamento e compostaggio che sta mettendo in crisi il ciclo dei rifiuti nella nostra regione; la mancata penalizzazione economica dello smaltimento in discarica a causa dei continui rinvii e rimodulazione dell'ecotassa. A tal proposito, nonostante i proclami e le dichiarazioni ad effetto, in questi anni il quantitativo dei rifiuti urbani smaltiti in discarica è aumentato dell'8% passando dal 59% al 67%" ha spiegato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente.
Menzione speciale, invece, per i Comuni soprannominati "Gli indifferenti" ovvero coloro che nei primi dieci mesi del 2014 non hanno raggiunto il 10% di differenziata. Trenta in tutto le amministrazioni pugliesi che rientrano in questa categoria. Oltre a Gravina ci sono Accadia, Alberona, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Fragagnano, Leporano, Lesina, San Cassiano, Sant'Agata di Puglia, Zapponeta, Isole Tremiti, Torremaggiore, Deliceto, Foggia, Carosino, Torricella, Martina Franca, Avetrana, Faeto, Cerignola, Stornara, Sammichele di Bari, Volturara Appula, Palagianello, Noicattaro, Salice Salentino, Castelluccio dei Sauri, San Donaci e Valenzano.
"Nelle regioni italiane più arretrate sul ciclo dei rifiuti come la Puglia - conclude Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente - continua a vincere il partito delle discariche. Si tratta di una formazione politica trasversale che punta a mantenere il potere consolidato di chi si è arricchito smaltendo sotto terra materiali preziosi che dovrebbero essere valorizzati diversamente. Crediamo sia arrivato il momento di dare rappresentanza politica alle esperienze virtuose che fino ad oggi non hanno avuto normative favorevoli e riconoscimenti economici rispetto ai tanti sforzi compiuti fino ad oggi".