Torero- Davide Mangione
Torero- Davide Mangione
Mondo Giovane

Lo stato dell’arte ai tempi del Covid

Pittori, attori e musicisti gravinesi: tante difficoltà e molte speranze

Quello dell'artista non è un mestiere facile. Lo è da sempre, già prima che il coronavirus entrasse di prepotenza nella nostra quotidianità. Difficoltà a definire un pittore, un attore o un musicista "uno che lavora"; un retaggio culturale che in Italia, a differenza di molti altri paesi europei, si paga ancora a caro prezzo. Molti ignorano il lavoro costante, i soldi spesi in strumentazione e corsi, le notti in bianco per provare "la parte" e le tante porte in faccia ricevute (da inserire anch'esse nel curriculum).

Poi però chiudono i teatri, i cinema, annullano concerti e manifestazioni, cala il silenzio nelle città, restiamo tutti a casa come è giusto in questo momento storico. Ci manca lo stare insieme, condividere, abbracciarci, manca quella libertà di divertirci e arricchirci, perché questo fa l'arte a tutti i livelli: nutre la nostra anima, molto spesso è il balsamo delle nostre emozioni, ci cura in molti modi. E non c'è netflix o amazon prime che tenga: la performance dal vivo è tutta un'altra cosa!

La morte di Gigi Proietti ha colpito tutti, porta con sé molte riflessioni, è "il segno che non bisogna dimenticare la cultura", le parole profetiche in diretta tv dell'amico collega Enrico Brignano ai funerali dell'amato attore romano. Da una parte c'è il pubblico che vuole emozionarsi e evadere dal quotidiano, dall'altra c'è chi è fermo in panchina perché in questo momento non si può giocare e bisogna evitare il "superfluo", termine quanto mai abusato a cui, però, ognuno dà il significato che preferisce.

Gravina ha un humus artistico molto fertile, abbiamo sentito alcuni rappresentativi protagonisti per porre alcune semplici domande: cosa stanno facendo adesso, che problematiche stanno riscontrando e a quali nuove iniziative, in linea con le restrizioni covid, stanno pensando.
C'è "FN KEY?" che il pittore lo fa per hobby ma lamenta che, nell'incertezza totale, meno gente investe per la realizzazione di un quadro. Riesce però a barcamenarsi non solo con i pennelli ma anche con la grafica e l'illustrazione in digitale.

Il batterista Lele D'Addario asserisce che "non è facile per un artista privarsi della possibilità di esprimersi. Sono molto scettico sulla possibilità di sostituire il live alle dirette web di spettacoli o ad altre cose similari, mi riesce difficile essere creativo dinanzi a delle attrezzature tecnologiche che sostituiscono il pubblico".

Il cantautore Paologatto lancia un invito: "i fruitori per primi dovrebbero mobilitarsi e sostenere gli artisti, ma in Italia è un discorso utopico, così come lo è ottenere una regolamentazione fiscale che consenta a tutti di lavorare con dignità e diritti". L'attore Donato Paternoster ha molti spettacoli fermi sia per il teatro che per il cinema, un set cinematografico con tappa anche nella nostra città, ci sono progetti video in cantiere ma c'è bisogno degli sponsor per avere un guadagno. Sossio ha la creatività in stand by, il lockdown non aiuta il musicista che si nutre di partecipazione e auspica un'esplosione creativa da parte di tutti.

Il poliedrico Davide Mangione sta affrontando delle tematiche nuove e approfondendo l'aspetto culturale, sociale ed emozionale di questo periodo: "Fortunatamente tutti gli spazi mentali sono ancora liberi e infiniti o comunque ancora esplorabili e fruibili. Bisogna reinventarsi per non morire, non cambiare ma semplicemente trovare altre soluzioni per promuovere al meglio il proprio operato artistico, tra cui i social".

Il performer Sandro Varvara ha immaginato una sorta di "kit-sensoriale" con il quale interagire con lo spettatore (tocca ciò che sto toccando, annusa ciò che sto annusando, guarda ciò che sto guardando ecc.). "Userò questo sistema considerandolo un momento di studio, per poi magari integrarlo nelle esibizioni dal vivo. Penso sia il momento per tutti gli artisti di spogliarsi delle proprie certezze, solo così si alimenta la creatività sopita!"

Il cantautore Larocca pensa positivo: "da un lato credo che questo periodo stia mettendo a dura prova i nervi e la capacità di molte persone di sopravvivere, dall'altro credo che questa emergenza abbia acceso i riflettori su un settore che vive una crisi ormai cronica. Una crisi spesso dovuta alla frammentazione del sistema e alla incapacità delle istituzioni di regolamentarlo. Tuttavia, sono fiducioso perché mi accorgo, sempre di più, che tra i miei amici artisti e musicisti si avverte una voglia di riscatto, di sentirsi riconosciuti come professionisti, di sentirsi riconosciuto il diritto al lavoro, un lavoro che è tale con tutta la dignità che merita".

Michele Mindicini, in merito al suo teatro Vida, è propositivo: "Ci siamo inventati e reinventati e continueremo a farlo. A differenza di quanto le istituzioni abbiano fatto con noi, noi non abbiamo abbandonato, neanche nei mesi di lockdown tutti i bambini, ragazzi, uomini, donne e pubblico che credono nel teatro ed in esso trovano la serenità e la grinta per affrontare la vita. Abbiamo utilizzato i canali telematici, le piattaforme multimediali per restare in contatto, per continuare a creare Arte. Abbiamo istituito un canale web per la proiezione degli spettacoli in streaming". Necessità del pubblico in presenza, invece, per il Cinema Sidion che non può far altro che aspettare la riapertura per le proiezioni in sala.

C'è chi, poi, come Domingo Mastromatteo insieme all'amico Mimmo Misciagna, utilizza i social per diffondere arte e tenere compagnia: "Io e Mimmo non siamo professionisti ma abbiamo creato un contenitore, Into the Deep, per dare volto e voce agli artisti oltre che dibattere di musica. Essendo nati in periodo di pieno lockdown della prima ondata, la dimensione web è consona alle nostre attività e abbiamo intenzione, ieri come oggi, di allietare i nostri social ascoltatori".

Salvatore "Ugo" Digennaro continua a trasmettere dalla sua web radio: "Ci siamo ritrovati un assurdo déjà-vu a breve termine, il tempo di un'estate il famoso "andrà tutto bene" è scaduto anche come slogan, lasciando il passo a un più cinico "si salvi chi può". L'unica cosa utile che io possa fare è utilizzare i social e la rete per condividere pensieri, musica, parole, immagini e bellezza".

Ne usciremo (migliori…forse), attendiamo che l'onda passi e non ci travolga in pieno, e l'attesa non ci tolga quella vitale voglia di partecipare e emozionarci. Gli artisti ci aspettano, torneremo prima o poi ad uscire di casa e ad essere ancora una volta pubblico.
  • Giovani artisti
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