
Scuola e Università
Maria Nicla Loviglio finalista all'ASHG
Storia di un’eccellenza gravinese emigrata oltralpe.
Gravina - lunedì 28 ottobre 2013
14.10
Cronaca di una giovane eccellenza italiana, ma prima di tutto gravinese.
E' la storia della dottoressa Maria Nicla Loviglio, finalista per il premio "ASGH (American Society of Human Genetics) Charles J. Epstein Trainee Awards for Excellence in Human Genetics Research".
Gravinese di nascita e svizzera di adozione, da circa due anni, Maria Nicla vive e lavora a Losanna: "Mi occupo di un progetto che riguarda lo studio di una regione del cromosoma 16 implicata nell'autismo. Nello specifico sto utilizzando una tecnica speciale, nota come 4C, chromosome conformation capture on chip, che permette la caratterizzazione della struttura 3D di questa particolare regione, e la definizione di interazioni fra alcuni geni e i loro elementi regolatori".
Un percorso di studi partito dalla Puglia: "Mi sono laureata nel 2010 all'Università degli Studi di Bari in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare", e dopo il tirocinio:"Ho voluto inviare delle applications per un dottorato all'estero, perché da sempre interessata alla genetica medica e desiderosa di mettermi alla prova con un'esperienza di tipo internazionale. Sono stata accettata nel programma di dottorato in Life Science dell'Università di Ginevra e in quello dell'Università di Losanna in Integrated Experimental and Computational Biology. Quest'ultima è stata la destinazione da me scelta".
Grandi soddisfazioni per la dottoressa gravinese: "Ad agosto ho appreso che l'abstract che riportava alcuni miei recenti risultati era stato selezionato per il plenary talk al ASGH Meeting 2013 ed era finalista per il premio ASGH/Charles J. Epstein Trainee Awards for Excellence in Human Genetics Research".
Una selezione durissima, che ha previsto la scelta di soli sei abstract a livello mondiale, su 3.500. La discussione si è svolta a Boston, la scorsa settimana, alla presenza di 6.000 persone: "E' stato piuttosto impegnativo ed emozionate, ma i feedback sono stati molto positivi, con grande soddisfazione per il mio laboratorio e un'ulteriore ragione di orgoglio per me è stata l'essere l'unica PhD student nonché la piu' giovane selezionata".
Maria Nicla spiega perchè i frutti del suo indiscutibile talento siano stati "esportati" oltralpe: "Per chi lavora nel mio campo è senza dubbio vero che nazioni come la Svizzera, che hanno puntato sull'innovazione e sulla ricerca scientifica, offrano molte piu' possibilità in campo lavorativo, basti pensare che nella sola Losanna sono moltissimi gli studenti che provengono dall'università di Bari", specificando, "credo sia sbagliato considerare un'esperienza di questo tipo, che pur ti costringe a lavorare lontano dalla tua terra e dai tuoi affetti, soltanto un sacrificio o una necessità, perché è invece un'opportunità meravigliosa per mettersi alla prova con un'altra lingua e in un ambiente internazionale che offre molte possibilità di crescita, lavorative e personali".
Incoraggiando così i suoi conterranei ad utilizzare una chiave di lettura differente a quello che è visto come un espatrio, spesso forzatamente necessario: "Oggi mi sento molto di piu' una cittadina del mondo, forte di questa esperienza in Svizzera e del percorso di studi in Puglia, che si è rivelato non discriminante ma anzi decisivo per la selezione nelle scuole di dottorato. Credo sia un segnale piuttosto incoraggiante".
Se pur propositiva ed ottimista, la dottoressa conclude: "Certo, sarebbe bello se l'Italia oltre ad esportare talenti lavorasse per attirarne e per permettere a chi ha studiato fuori di scegliere se ritornare un giorno e mettere a frutto quanto imparato".
E' la storia della dottoressa Maria Nicla Loviglio, finalista per il premio "ASGH (American Society of Human Genetics) Charles J. Epstein Trainee Awards for Excellence in Human Genetics Research".
Gravinese di nascita e svizzera di adozione, da circa due anni, Maria Nicla vive e lavora a Losanna: "Mi occupo di un progetto che riguarda lo studio di una regione del cromosoma 16 implicata nell'autismo. Nello specifico sto utilizzando una tecnica speciale, nota come 4C, chromosome conformation capture on chip, che permette la caratterizzazione della struttura 3D di questa particolare regione, e la definizione di interazioni fra alcuni geni e i loro elementi regolatori".
Un percorso di studi partito dalla Puglia: "Mi sono laureata nel 2010 all'Università degli Studi di Bari in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare", e dopo il tirocinio:"Ho voluto inviare delle applications per un dottorato all'estero, perché da sempre interessata alla genetica medica e desiderosa di mettermi alla prova con un'esperienza di tipo internazionale. Sono stata accettata nel programma di dottorato in Life Science dell'Università di Ginevra e in quello dell'Università di Losanna in Integrated Experimental and Computational Biology. Quest'ultima è stata la destinazione da me scelta".
Grandi soddisfazioni per la dottoressa gravinese: "Ad agosto ho appreso che l'abstract che riportava alcuni miei recenti risultati era stato selezionato per il plenary talk al ASGH Meeting 2013 ed era finalista per il premio ASGH/Charles J. Epstein Trainee Awards for Excellence in Human Genetics Research".
Una selezione durissima, che ha previsto la scelta di soli sei abstract a livello mondiale, su 3.500. La discussione si è svolta a Boston, la scorsa settimana, alla presenza di 6.000 persone: "E' stato piuttosto impegnativo ed emozionate, ma i feedback sono stati molto positivi, con grande soddisfazione per il mio laboratorio e un'ulteriore ragione di orgoglio per me è stata l'essere l'unica PhD student nonché la piu' giovane selezionata".
Maria Nicla spiega perchè i frutti del suo indiscutibile talento siano stati "esportati" oltralpe: "Per chi lavora nel mio campo è senza dubbio vero che nazioni come la Svizzera, che hanno puntato sull'innovazione e sulla ricerca scientifica, offrano molte piu' possibilità in campo lavorativo, basti pensare che nella sola Losanna sono moltissimi gli studenti che provengono dall'università di Bari", specificando, "credo sia sbagliato considerare un'esperienza di questo tipo, che pur ti costringe a lavorare lontano dalla tua terra e dai tuoi affetti, soltanto un sacrificio o una necessità, perché è invece un'opportunità meravigliosa per mettersi alla prova con un'altra lingua e in un ambiente internazionale che offre molte possibilità di crescita, lavorative e personali".
Incoraggiando così i suoi conterranei ad utilizzare una chiave di lettura differente a quello che è visto come un espatrio, spesso forzatamente necessario: "Oggi mi sento molto di piu' una cittadina del mondo, forte di questa esperienza in Svizzera e del percorso di studi in Puglia, che si è rivelato non discriminante ma anzi decisivo per la selezione nelle scuole di dottorato. Credo sia un segnale piuttosto incoraggiante".
Se pur propositiva ed ottimista, la dottoressa conclude: "Certo, sarebbe bello se l'Italia oltre ad esportare talenti lavorasse per attirarne e per permettere a chi ha studiato fuori di scegliere se ritornare un giorno e mettere a frutto quanto imparato".