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La città

Martino, il randagio salvato e destinato al canile

Le volontarie della Lega del cane contro i veterinari Asl

Non c'è pace per il povero "Martino" il randagio recuperato pochi giorni fa dai vigili del fuoco dopo essere stato gettato su una cabina elettrica.

Salvato e affidato alle cure di un veterinario, al piccolo trovatello sono state diagnosticate due fratture alle zampe posteriori, problemi muscolari oltre ad un evidente stato di denutrizione.
Per recuperare le zampe posteriori sarebbe necessario un intervento chirurgico e poi una lunga degenza oltre ad un periodo di riabilitazione. Operazione e assistenza che costerebbero circa 1000 euro (cifra non confermata dall'ambulatorio privato) o forse anche più.
L'alternativa è lasciare che il cane continui a vivere come ha fatto sino ad ora, con due zampe fratturate ma con una capacità di adattamento straordinaria. Ed è questo il parere espresso dai veterinari della Asl intervenuti in via Fazzatoia per accertare le condizioni del cane. Un parere che ha scatenato le ire delle volontarie della Lega del cane che sui social network non hanno risparmiato critiche in direzione della Asl.

"In ambulatorio, dov'è ricoverato Martino, le dottoresse hanno ricevuto una telefonata dalla polizia municipale, la quale comunica che per Martino devono fermarsi all'operazione di primo soccorso e dimettere il piccolo – riposta un post che in pochi minuti ha fatto il giro delle bacheche animaliste - Tutto questo dopo che il veterinario Asl intervenuto quel giorno, il dottor Angelo Loglisci, ritiene non opportuno operare il cane, trattandosi di vecchie fratture. Il medico Asl ritiene pertanto che Martino, con una zampa al momento steccata, possa essere già trasferito in canile questa settimana".

Poche righe che sono bastate per scatenare una pioggia di commenti. E tra chi si chiede come mai "si spendono tanti soldi e poi non si trovano i fondi per Martino" e chi invece accusa i veterinari, qualcuno rivolge un appello al Municipio a provvedere velocemente alla riapertura del canile sanitario.
La discussione, per quanto virtuale, non ha lasciato impassibili i veterinari della Asl che a loro discolpa continuano a ripetere "facciamo ciò che ci dice la legge".
A fare chiarezza sulla vicenda è il dottore Derosa responsabile del servizio veterinario di Gravina che senza replicare alle polemiche chiarisce: "A decidere del destino del cane non sono i veterinari della Asl ma, così come impone la legge, è il proprietario dell'animale. Nel caso dei randagi il proprietario è il Comune di Gravina. Quindi se il cane in questione deve essere operato o se è il caso di ricoverarlo in un canile o in alternativa deve essere rimesso sul territorio spetta al Municipio deciderlo".
Nessuna replica alle volontarie della Lega tranne che una richiesta: " A rispettare il lavoro altrui".
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