
La città
Montemurro, Casareale risponde al Comune
L'Amministrazione non è immune da responsabilità
Gravina - sabato 18 aprile 2015
Dopo l'archiviazione del procedimento penale a carico del sindaco Alesio Valente e dell'ex dirigente dell'area tecnica, Michele Stasi, disposta dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Abbattista, l'avvocato Sergio Casareale torna a far sentire la propria voce per offrire una sua versione dei fatti.
Pur confermando quanto disposto dal Gip, l'avvocato pone l'accento su un ammonimento ben preciso, sottoscritto dal giudice a margine del provvedimento nel quale ribadisce che "allo stato, l'ente locale deve ritenersi formalmente informato in ordine alla necessità di intervento, mediante l'effettuazione di lavori di messa in sicurezza, presso il predetto plesso scolastico, pertanto ogni eventuale ulteriore ritardo ingiustificato potrebbe risultare astrattamente idoneo ad integrare gli estremi di altre, e più gravi, ipotesi di reato, certamente riconducibili, ad esempio, nell'alveo dell'art. 328 o 323 c.p., circostanza su cui si invita sin d'ora il P.M. a vigilare ed eventualmente intervenire".
Parole che a detta di Casareale siano più che sufficienti "per affermare come, stante la mancata esecuzione di lavori di messa in sicurezza da parte del Comune, quest'ultimo e l'amministrazione che la rappresenta, sono tutt'altro che immuni da responsabilità, e c'è da augurarsi che il procedimento di accertamento tecnico preventivo, finalizzato alla individuazione di eventuali responsabilità civili, non costituisca un pretesto per differire l'esecuzione di lavori che, anche a detta del Gip, sono assolutamente indispensabili, pena la configurazione di precisi e gravi reati" quali l'abuso d'ufficio.
L'occasione è propizia per l'avvocato anche per rivendicare una certa paternità nella vicenda della Montemurro: "si deve sottolineare – scrive ancora Casareale - che solo grazie all'attenzione ed all'impegno profuso, quali liberi cittadini, dal sottoscritto e dal signor Nicola D'Ecclesiis, quest'ultimo Presidente del Consiglio di Istituto, e sopperendo al disinteresse mostrato da tutte le forze politiche espresse in Consiglio comunale e non, è stato possibile accendere i fari su una vicenda come quella relativa alla scuola "Montemurro" che, allo stato, resta in ogni caso scandalosa se non altro perché il Comune di Gravina, dopo averne programmato il suo ampliamento e speso una somma di un miliardo di vecchie lire, ha consegnato alla città un'opera pubblica che ha presentato vistose e preoccupanti crepe sin dal momento del suo collaudo avvenuto nel 2007".
"Solo grazie a detto interessamento ed alla conseguente denuncia penale, pur in presenza di reati certamente esistenti, ma oramai prescritti, si è riusciti ad indurre il Comune ad avviare un procedimento civile per l'accertamento delle responsabilità giuridiche a carico di progettisti, direttore dei lavori ed imprese esecutrici, anche in regime di subappalto, giungendo in tal guisa a scoprire che, per effetto dello studio geologico eseguito dal dottor Salvatore Valletta, laddove oggi sorgono ben due corpi di fabbrica, costituente l'oggetto dell'ampliamento, in realtà, avrebbe potuto costruirsi soltanto un seminterrato".
Da ultimo si attendono le risultanze della perizia tecnica disposta dal Tribunale di Bari nell'ambito della procedura di accertamento di eventuali responsabilità legate ai malesseri strutturali dell'istituto, prima di dare il via alla gara per l'affidamento dei lavori di messa in sicurezza.
Pur confermando quanto disposto dal Gip, l'avvocato pone l'accento su un ammonimento ben preciso, sottoscritto dal giudice a margine del provvedimento nel quale ribadisce che "allo stato, l'ente locale deve ritenersi formalmente informato in ordine alla necessità di intervento, mediante l'effettuazione di lavori di messa in sicurezza, presso il predetto plesso scolastico, pertanto ogni eventuale ulteriore ritardo ingiustificato potrebbe risultare astrattamente idoneo ad integrare gli estremi di altre, e più gravi, ipotesi di reato, certamente riconducibili, ad esempio, nell'alveo dell'art. 328 o 323 c.p., circostanza su cui si invita sin d'ora il P.M. a vigilare ed eventualmente intervenire".
Parole che a detta di Casareale siano più che sufficienti "per affermare come, stante la mancata esecuzione di lavori di messa in sicurezza da parte del Comune, quest'ultimo e l'amministrazione che la rappresenta, sono tutt'altro che immuni da responsabilità, e c'è da augurarsi che il procedimento di accertamento tecnico preventivo, finalizzato alla individuazione di eventuali responsabilità civili, non costituisca un pretesto per differire l'esecuzione di lavori che, anche a detta del Gip, sono assolutamente indispensabili, pena la configurazione di precisi e gravi reati" quali l'abuso d'ufficio.
L'occasione è propizia per l'avvocato anche per rivendicare una certa paternità nella vicenda della Montemurro: "si deve sottolineare – scrive ancora Casareale - che solo grazie all'attenzione ed all'impegno profuso, quali liberi cittadini, dal sottoscritto e dal signor Nicola D'Ecclesiis, quest'ultimo Presidente del Consiglio di Istituto, e sopperendo al disinteresse mostrato da tutte le forze politiche espresse in Consiglio comunale e non, è stato possibile accendere i fari su una vicenda come quella relativa alla scuola "Montemurro" che, allo stato, resta in ogni caso scandalosa se non altro perché il Comune di Gravina, dopo averne programmato il suo ampliamento e speso una somma di un miliardo di vecchie lire, ha consegnato alla città un'opera pubblica che ha presentato vistose e preoccupanti crepe sin dal momento del suo collaudo avvenuto nel 2007".
"Solo grazie a detto interessamento ed alla conseguente denuncia penale, pur in presenza di reati certamente esistenti, ma oramai prescritti, si è riusciti ad indurre il Comune ad avviare un procedimento civile per l'accertamento delle responsabilità giuridiche a carico di progettisti, direttore dei lavori ed imprese esecutrici, anche in regime di subappalto, giungendo in tal guisa a scoprire che, per effetto dello studio geologico eseguito dal dottor Salvatore Valletta, laddove oggi sorgono ben due corpi di fabbrica, costituente l'oggetto dell'ampliamento, in realtà, avrebbe potuto costruirsi soltanto un seminterrato".
Da ultimo si attendono le risultanze della perizia tecnica disposta dal Tribunale di Bari nell'ambito della procedura di accertamento di eventuali responsabilità legate ai malesseri strutturali dell'istituto, prima di dare il via alla gara per l'affidamento dei lavori di messa in sicurezza.