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La città
Museo civico: che fine hanno fatto i reperti?
La gestione affidata alla Fondazione ma Burdi ignora la vicenda
Gravina - mercoledì 11 ottobre 2017
A maggio l'apertura in grande stile del museo civico gravinese in piazza Benedetto XIII. Un'inaugurazione praticamente al fotofinish con la Regione Puglia pronta a riprendersi indietro tutti i finanziamenti concessi dal piano di Area Vasta.
Come si ricorderà una delibera di giunta aveva affidato la gestione del museo alla Fondazione Pomarici Santomasi firmataria di un protocollo di intesa con il "Polo Museale della Puglia" con cui si stabiliva di realizzare "tutte quelle attività e iniziative rivolte a sostegno delle attività nei settori culturali, turistici, ricreativi per lo sviluppo di progetti, iniziative e servizi coerenti con la valorizzazione dei caratteri del territorio".
Il Comune intanto si impegnava a riconoscere un rimborso forfettario di 5.000,00 euro a favore della Fondazione che nell'espletamento del servizio avrebbe potuto avvalersi "delle conoscenze e delle capacità della azienda gravinese che ha gestito in sub appalto i lavori di restauro del museo potendo vantare professionalità esperte nella fruizione dei luoghi e nella conoscenza delle componenti digitali istallate all'interno".
Durante la cerimonia di inaugurazione era stati promessi "pochi mesi per il trasferimento dei reperti e poi finalmente avremo il museo". E invece di mesi ne sono passati parecchi.
Il presidente della Fondazione Mario Burdi interpellato sulla vicenda spiega di "non conoscere i dettagli della questione essendo compito dell'amministrazione comunale curare i rapporti con i fornitori e completare l'allestimento del museo".
Occorre dunque bussare a palazzo di città nella speranza di trovare buone nuove.
Come si ricorderà una delibera di giunta aveva affidato la gestione del museo alla Fondazione Pomarici Santomasi firmataria di un protocollo di intesa con il "Polo Museale della Puglia" con cui si stabiliva di realizzare "tutte quelle attività e iniziative rivolte a sostegno delle attività nei settori culturali, turistici, ricreativi per lo sviluppo di progetti, iniziative e servizi coerenti con la valorizzazione dei caratteri del territorio".
Il Comune intanto si impegnava a riconoscere un rimborso forfettario di 5.000,00 euro a favore della Fondazione che nell'espletamento del servizio avrebbe potuto avvalersi "delle conoscenze e delle capacità della azienda gravinese che ha gestito in sub appalto i lavori di restauro del museo potendo vantare professionalità esperte nella fruizione dei luoghi e nella conoscenza delle componenti digitali istallate all'interno".
Durante la cerimonia di inaugurazione era stati promessi "pochi mesi per il trasferimento dei reperti e poi finalmente avremo il museo". E invece di mesi ne sono passati parecchi.
Il presidente della Fondazione Mario Burdi interpellato sulla vicenda spiega di "non conoscere i dettagli della questione essendo compito dell'amministrazione comunale curare i rapporti con i fornitori e completare l'allestimento del museo".
Occorre dunque bussare a palazzo di città nella speranza di trovare buone nuove.