
Palazzo di città
Puzza e piattole: bufale social
La verità sui finti allarmi diffusi ieri via facebook
Gravina - mercoledì 4 luglio 2018
11.22
Nessuna invasione di insetti, nessuna bomba ecologica dietro il cattivo odore portato in città nella notte dal vento.
Sono da derubricarsi a bufale social gli allarmi - infondati ed ingiustificati - irresponsabilmente diffusi attraverso Facebook nelle ultime 24 ore, causa di decine di preoccupate telefonate anche ai centralini del Comune. Il primo riguardava un post, condiviso da centinaia di persone, col quale si lamentava, testualmente, la colonizzazione della città da parte "di piattole, portatori di molte malattie tra i quali anche il tifo", come comprovato (dai sostenitori della teoria) dallo scotch con le iniziali "Aqp" apposto sui tombini per le operazioni di disinfestazione e da foto allegata. Mezze verità trasformate in colossali bugie: le piattole, anzitutto, sono parassiti dell'uomo. Più precisamente: i pidocchi del pube. I quali, notoriamente e per definizione, non vivono nelle fogne. Vero è invece che all'incirca venti giorni fa i tombini ed alcuni tratti fognari di alcuni rioni della città sono stati interessati dalle stagionali operazioni di disinfestazione dell'Aqp: lo scotch sui tombini viene apposto per indicare che in quel punto si è proceduto alla disinfestazione ma anche per tappare le possibili vie d'uscite degli insetti (nello specifico, le blatte, confuse per piattole). Sul punto, si precisa che nessun fenomeno di proliferazione abnorme di blatte è in atto, come confermato dalle autorità sanitarie.
Altra questione, quella del fetore diffusosi sulla città a partire dalla mezzanotte. Diverse le ipotesi fiorite (da roghi di spazzatura a sversamenti fognari, per fare qualche esempio), unica la verità, emersa nitida a seguito degli accertamenti effettuati dalla Polizia Municipale: si è trattato di uno sversamento di sansa per finalità agricole - peraltro debitamente autorizzato - in alcuni terreni alla periferia est di Gravina.
Insomma, da elementi oggettivi si è giunti a conclusioni completamente sballate, ingenerando allarmismo e panico. A tal proposito, l'Amministrazione comunale invita la cittadinanza ad un uso consapevole dei social forum, ricordando che il procurato allarme è anche un reato perseguibile come per legge.
Sono da derubricarsi a bufale social gli allarmi - infondati ed ingiustificati - irresponsabilmente diffusi attraverso Facebook nelle ultime 24 ore, causa di decine di preoccupate telefonate anche ai centralini del Comune. Il primo riguardava un post, condiviso da centinaia di persone, col quale si lamentava, testualmente, la colonizzazione della città da parte "di piattole, portatori di molte malattie tra i quali anche il tifo", come comprovato (dai sostenitori della teoria) dallo scotch con le iniziali "Aqp" apposto sui tombini per le operazioni di disinfestazione e da foto allegata. Mezze verità trasformate in colossali bugie: le piattole, anzitutto, sono parassiti dell'uomo. Più precisamente: i pidocchi del pube. I quali, notoriamente e per definizione, non vivono nelle fogne. Vero è invece che all'incirca venti giorni fa i tombini ed alcuni tratti fognari di alcuni rioni della città sono stati interessati dalle stagionali operazioni di disinfestazione dell'Aqp: lo scotch sui tombini viene apposto per indicare che in quel punto si è proceduto alla disinfestazione ma anche per tappare le possibili vie d'uscite degli insetti (nello specifico, le blatte, confuse per piattole). Sul punto, si precisa che nessun fenomeno di proliferazione abnorme di blatte è in atto, come confermato dalle autorità sanitarie.
Altra questione, quella del fetore diffusosi sulla città a partire dalla mezzanotte. Diverse le ipotesi fiorite (da roghi di spazzatura a sversamenti fognari, per fare qualche esempio), unica la verità, emersa nitida a seguito degli accertamenti effettuati dalla Polizia Municipale: si è trattato di uno sversamento di sansa per finalità agricole - peraltro debitamente autorizzato - in alcuni terreni alla periferia est di Gravina.
Insomma, da elementi oggettivi si è giunti a conclusioni completamente sballate, ingenerando allarmismo e panico. A tal proposito, l'Amministrazione comunale invita la cittadinanza ad un uso consapevole dei social forum, ricordando che il procurato allarme è anche un reato perseguibile come per legge.