
Religioni
Quando Papa Francesco ricordò Benedetto XIII Pontefice “che non cedette a mondanità e carrierismo”
Un messaggio per ricordare il legame tra il papa argentino, il papa gravinese e la nostra città
Gravina - giovedì 24 aprile 2025
10.33
La morte di Papa Francesco, se ha avuto, in Puglia, una vasta eco, considerando le numerose visite compiute dal papa argentino, altrettanto, non è passata inosservata ai gravinesi. Non solo nel ricordo della sua lettera indirizzata al vescovo diocesano, mons. Giuseppe Russo, in occasione delle celebrazioni per il terzo centenario della elevazione al Soglio di Pietro del suo predecessore, il cardinale Frà Vincenzo Maria Orsini, che assunse il nome di Benedetto XIII, ma per la lettera che il Pontefice ricevette, per la medesima futura ricorrenza, dal sindaco di Gravina, Fedele Lagreca, in occasione dell'udienza, in piazza San Pietro, del 30 novembre 2022, per invitarlo a presiedere, nella città natale di Benedetto XIII le celebrazioni centenarie.
In vista del 29 maggio, giorno tricentenario della elezione del gravinese Orsini alla guida della Barca di Pietro, papa Bergoglio, il 26 maggio 2024, coincidente con la festa liturgica di San Filippo Neri, un giorno non qualsiasi e non a caso, vista la forte devozione che l'Orsini nutriva e ha nutrito nei confronti di questo taumaturgo, da San Giovanni in Laterano, scrisse un messaggio carico di affetto e stima nei confronti del papa gravinese. Per ricordare un siffatto e singolare evento, riproduciamo, integralmente, il testo papale, sicuri di rendere la giusta memoria nei confronti di due pontefici, che, se pur lontani nel tempo, oggi, vivono la luce beata dell'eternità.
"La significativa ricorrenza del terzo centenario dell'elezione al soglio pontificio di Papa Benedetto XIII, è per me una felice occasione per rivolgere un cordiale saluto a Lei, caro Fratello e alla intera Comunità civile ed ecclesiale di codesta Diocesi, che ricorda con riconoscenza un figlio illustre dalla singolare spiritualità e incisiva passione evangelica. Fu uomo di preghiera, prudente, fedele e umile discepolo del Maestro, compagno dei poveri e guida esemplare del suo clero. A quanti prendono parte alla celebrazione conclusiva dell'"Anno Orsiniano" desidero manifestare spirituale vicinanza esortando tutti a trarre dall'esperienza umana e cristiana di Papa Orsini l'esempio per rinvigorire il nostro cammino.
Rileggendo nella vita del mio amato Predecessore, personalità di fede d'animo buono, non si può non riconoscere come egli, anche se primogenito di una famiglia dell'alta aristocrazia, a differenza del giovane ricco del Vangelo (Mt, 19, 16 – 30), ebbe il coraggio di lasciare tutto e seguire Gesù Cristo, entrando nell'Orsine dei Predicatori e così rinunciando alle lusinghe della carriera per lui già orientata. Nonostante la contrarietà a ricevere incarichi di prestigio, un anno dopo l'Ordinazione sacerdotale per obbedienza accettò di entrare nel Collegio dei Cardinali e successivamente essere nominato Vescovo dell'allora Siponto. Piuttosto che ribellarsi o adattarsi allo stile mondano del tempo, coltivò il sogno di farsi pastore del gregge, trasformando quindi la contrarietà interiore in un'opportunità. Capì che la Provvidenza gli offriva la possibilità di essere docile strumento per far rinascere la "Chiesa delle anime".
Mantenne sempre il fervore di religioso pio e umile. Nelle tre Diocesi da lui servite, Manfredonia, Cesena e Benevento, non ha risparmiato le proprie forze per adempiere alle responsabilità episcopali, manifestando tanta attenzione per il rinnovamento spirituale del clero, andando incontro ai fedeli, e specialmente grande è stata la predilezione verso i poveri. Fu modello di abbandono fiducioso e orante alla volontà di Dio, nonché di chiara prudenza. Si narra difatti che dopo l'elezione rimase i primi tre giorni in preghiera.
Papa Orsini possedeva una lungimirante intelligenza, ma oltre alla provata cultura di cui era adornato, assieme alle evidenti virtù che possedeva, si distinse per la sollecitudine pastorale e per la bontà d'animo. Auspico che l'eredità spirituale di questo apprezzato Successore dell'Apostolo Pietro possa far rinascere tra i fedeli di codesta Diocesi il medesimo amore che il vostro Concittadino gravinese ha nutrito per la Chiesa e per i prediletti del Vangelo, i poveri, suscitando sentimenti di amorevole compassione per il prossimo. A voi sacerdoti, in particolare affido il compito di sperimentare nel ministero sacerdotale lo stesso afflato che ha infiammato l'intera esistenza del Pontefice Benedetto XIII; imitatene la fede, l'ardore, la disponibilità a donarvi senza riserve per santificare il vostro cuore (cfr. Gc 4, 8b).
In vista del 29 maggio, giorno tricentenario della elezione del gravinese Orsini alla guida della Barca di Pietro, papa Bergoglio, il 26 maggio 2024, coincidente con la festa liturgica di San Filippo Neri, un giorno non qualsiasi e non a caso, vista la forte devozione che l'Orsini nutriva e ha nutrito nei confronti di questo taumaturgo, da San Giovanni in Laterano, scrisse un messaggio carico di affetto e stima nei confronti del papa gravinese. Per ricordare un siffatto e singolare evento, riproduciamo, integralmente, il testo papale, sicuri di rendere la giusta memoria nei confronti di due pontefici, che, se pur lontani nel tempo, oggi, vivono la luce beata dell'eternità.
"La significativa ricorrenza del terzo centenario dell'elezione al soglio pontificio di Papa Benedetto XIII, è per me una felice occasione per rivolgere un cordiale saluto a Lei, caro Fratello e alla intera Comunità civile ed ecclesiale di codesta Diocesi, che ricorda con riconoscenza un figlio illustre dalla singolare spiritualità e incisiva passione evangelica. Fu uomo di preghiera, prudente, fedele e umile discepolo del Maestro, compagno dei poveri e guida esemplare del suo clero. A quanti prendono parte alla celebrazione conclusiva dell'"Anno Orsiniano" desidero manifestare spirituale vicinanza esortando tutti a trarre dall'esperienza umana e cristiana di Papa Orsini l'esempio per rinvigorire il nostro cammino.
Rileggendo nella vita del mio amato Predecessore, personalità di fede d'animo buono, non si può non riconoscere come egli, anche se primogenito di una famiglia dell'alta aristocrazia, a differenza del giovane ricco del Vangelo (Mt, 19, 16 – 30), ebbe il coraggio di lasciare tutto e seguire Gesù Cristo, entrando nell'Orsine dei Predicatori e così rinunciando alle lusinghe della carriera per lui già orientata. Nonostante la contrarietà a ricevere incarichi di prestigio, un anno dopo l'Ordinazione sacerdotale per obbedienza accettò di entrare nel Collegio dei Cardinali e successivamente essere nominato Vescovo dell'allora Siponto. Piuttosto che ribellarsi o adattarsi allo stile mondano del tempo, coltivò il sogno di farsi pastore del gregge, trasformando quindi la contrarietà interiore in un'opportunità. Capì che la Provvidenza gli offriva la possibilità di essere docile strumento per far rinascere la "Chiesa delle anime".
Mantenne sempre il fervore di religioso pio e umile. Nelle tre Diocesi da lui servite, Manfredonia, Cesena e Benevento, non ha risparmiato le proprie forze per adempiere alle responsabilità episcopali, manifestando tanta attenzione per il rinnovamento spirituale del clero, andando incontro ai fedeli, e specialmente grande è stata la predilezione verso i poveri. Fu modello di abbandono fiducioso e orante alla volontà di Dio, nonché di chiara prudenza. Si narra difatti che dopo l'elezione rimase i primi tre giorni in preghiera.
Papa Orsini possedeva una lungimirante intelligenza, ma oltre alla provata cultura di cui era adornato, assieme alle evidenti virtù che possedeva, si distinse per la sollecitudine pastorale e per la bontà d'animo. Auspico che l'eredità spirituale di questo apprezzato Successore dell'Apostolo Pietro possa far rinascere tra i fedeli di codesta Diocesi il medesimo amore che il vostro Concittadino gravinese ha nutrito per la Chiesa e per i prediletti del Vangelo, i poveri, suscitando sentimenti di amorevole compassione per il prossimo. A voi sacerdoti, in particolare affido il compito di sperimentare nel ministero sacerdotale lo stesso afflato che ha infiammato l'intera esistenza del Pontefice Benedetto XIII; imitatene la fede, l'ardore, la disponibilità a donarvi senza riserve per santificare il vostro cuore (cfr. Gc 4, 8b).