
La città
Renzo Paternoster riceve il "Premio Speciale della Giuria" al 42° Premio Letterario Casentino
Premiato per il suo libro "La politica del terrore. Il terrorismo. Storia, concetti, metodi"
Gravina - sabato 1 luglio 2017
Anche Gravina era presente alla 42^ edizione del tradizionale "Premio scientifico-letterario Casentino", tenutosi lo scorso 17 giugno nella famosa e storica cornice dell'Abbazia di San Fedele a Poppi (Arezzo). Ad accrescere il prestigio della nostra città, facendone risuonare il nome oltre i confini regionali, è l'autore Renzo Paternoster, il cui libro, intitolato "La politica del terrore. Il terrorismo: storia, concetti, metodi", ha ricevuto il "Premio Speciale della Giuria per la Narrativa/Saggistica" nella sezione "Giuseppe Frunzi" dell'edizione 2017 di questa importante kermesse tra le più antiche e significative organizzate su scala nazionale.
Il libro - presentato alla città di Gravina in data 10 marzo 2016 presso le Officine Culturali alla presenza del Senatore Nicola Latorre, Presidente della Commissione Permanente Difesa (leggi l'articolo dedicato) - affronta il tema del terrorismo e delle sue logiche.
Un libro ben strutturato, frutto di mesi di studio che la Commissione Giudicante - composta da personalità illustri tra cui Marino Biondi (accademico dell'Università di Firenze), Neuro Bonifazi (professore emerito dell'Università di Urbino e poeta), Giancarlo Quiriconi (professore presso Università degli Studi Gabriele D'Annunzio) e Silvio Ramat (poeta e saggista) - ha premiato per la capacità di "ricostruire la storia del terrorismo, dal I secolo a.C. ai giorni nostri, riportando alla memoria eventi che hanno sconvolto la nostra storia recente. L'autore realizza una trattazione agile ed efficace, libera da pregiudizi e preconcetti, su un argomento che è troppo spesso oggetto di strumentalizzazioni e luoghi comuni".
Paternoster infatti nel suo libro, definisce il terrorismo "un fenomeno complesso, dalle molteplici modalità e dalle diverse motivazioni. Esso è un'azione politica con una violenta strategia comunicativa: uccide e attraverso le vittime drammaticamente si esprime. Questo saggio porta alla memoria eventi che spesso, più che insegnarci qualcosa, sono stati "terribilmente" strumentalizzati con luoghi comuni. Perché il terrore non sta, non è mai stato, né mai starà da una parte sola".
A pochi giorni dalla cerimonia di premiazione, rivela alla Redazione le emozioni di quel momento: "Ricevere un premio per un ricercatore vuol dire essere stato valutato positivamente. Quando mi hanno premiato, tra le altre cose, ho ribadito che in Italia far cultura è difficile. È la seconda volta - continua Paternoster - che un mio libro partecipa ad un concorso letterario. Questo stesso libro si è qualificato tra i finalisti al Premio Nabokov. Purtroppo non ho potuto partecipare alla cerimonia finale, per via di quella abbondante nevicata di gennaio di quest'anno, che mi ha bloccato per strada, perdendo l'occasione".
L'attenzione dello scrittore gravinese in questi giorni è focalizzata sul suo ultimo lavoro, pubblicato una decina di giorni addietro, intitolato "Campi. Deportare e concentrare. La dimensione politica dell'esclusione", che definisce come "un lavoro pluridisciplinare sui campi di concentramento, internamento e di sterminio, con testimonianze inedite".
Quando si ripone passione e dedizione in ciò che si ama, viene sempre riconosciuto e il sacrificio è così appagato con enormi soddisfazioni.
Il libro - presentato alla città di Gravina in data 10 marzo 2016 presso le Officine Culturali alla presenza del Senatore Nicola Latorre, Presidente della Commissione Permanente Difesa (leggi l'articolo dedicato) - affronta il tema del terrorismo e delle sue logiche.
Un libro ben strutturato, frutto di mesi di studio che la Commissione Giudicante - composta da personalità illustri tra cui Marino Biondi (accademico dell'Università di Firenze), Neuro Bonifazi (professore emerito dell'Università di Urbino e poeta), Giancarlo Quiriconi (professore presso Università degli Studi Gabriele D'Annunzio) e Silvio Ramat (poeta e saggista) - ha premiato per la capacità di "ricostruire la storia del terrorismo, dal I secolo a.C. ai giorni nostri, riportando alla memoria eventi che hanno sconvolto la nostra storia recente. L'autore realizza una trattazione agile ed efficace, libera da pregiudizi e preconcetti, su un argomento che è troppo spesso oggetto di strumentalizzazioni e luoghi comuni".
Paternoster infatti nel suo libro, definisce il terrorismo "un fenomeno complesso, dalle molteplici modalità e dalle diverse motivazioni. Esso è un'azione politica con una violenta strategia comunicativa: uccide e attraverso le vittime drammaticamente si esprime. Questo saggio porta alla memoria eventi che spesso, più che insegnarci qualcosa, sono stati "terribilmente" strumentalizzati con luoghi comuni. Perché il terrore non sta, non è mai stato, né mai starà da una parte sola".
A pochi giorni dalla cerimonia di premiazione, rivela alla Redazione le emozioni di quel momento: "Ricevere un premio per un ricercatore vuol dire essere stato valutato positivamente. Quando mi hanno premiato, tra le altre cose, ho ribadito che in Italia far cultura è difficile. È la seconda volta - continua Paternoster - che un mio libro partecipa ad un concorso letterario. Questo stesso libro si è qualificato tra i finalisti al Premio Nabokov. Purtroppo non ho potuto partecipare alla cerimonia finale, per via di quella abbondante nevicata di gennaio di quest'anno, che mi ha bloccato per strada, perdendo l'occasione".
L'attenzione dello scrittore gravinese in questi giorni è focalizzata sul suo ultimo lavoro, pubblicato una decina di giorni addietro, intitolato "Campi. Deportare e concentrare. La dimensione politica dell'esclusione", che definisce come "un lavoro pluridisciplinare sui campi di concentramento, internamento e di sterminio, con testimonianze inedite".
Quando si ripone passione e dedizione in ciò che si ama, viene sempre riconosciuto e il sacrificio è così appagato con enormi soddisfazioni.