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Scuola e Università

Scuola, gli insegnanti dicono no alla riforma

Proteste e disagi anche a Gravina contro il ddl del Governo


"Sì alla democrazia, no alla scuola del capo".

Lo slogan riportato su uno striscione racchiude il senso della protesta degli insegnanti riunitisi ieri presso l'Auditorium dell'Istituto Bachelet di Gravina in Puglia in seguito alla chiamata delle rappresentanze sindacali e dei comitati spontanei, insieme a genitori, studenti e cittadini, per condividere le iniziative contro il ddl "La Buona Scuola", in vista dello sciopero generale indetto per domani.

Un movimento che vuol essere pacifico, democratico e partecipato, contro quella che viene definita la mercificazione dell'istruzione, e la configurazione dei dirigenti scolastici come manager, dotati di ampi poteri discrezionali nella scelta dei docenti, in base a criteri personali che, questo il timore degli insegnanti, porterà a storture ed abusi.

"La libertà di insegnamento e la continuità didattica sono a rischio", questa la denuncia dei docenti, che paventano il rischio di una frammentazione della scuola in tante monadi isolate. Sotto accusa l'assenza di riferimenti, nelle 136 pagine del testo, a genitori e personale Ata, e la mortificazione degli organi collegiali, ma è soprattutto l'aspetto finanziario a preoccupare: a fronte dei 700 milioni di euro dati ogni anno alle scuole private, il disegno di legge del governo Renzi prevede di recuperare le risorse per gli istituti attraverso il 5x1000: un meccanismo che per i contestatori porterà ad un gettito diseguale in base alla collocazione geografica e di quartiere delle scuole.

"Ogni epoca ha la sua riforma e ce ne sono di buone e cattive - dichiara Franco Laiso, ex docente ed ex sindaco - ma questa non è all'insegna di un processo democratico. Sin dai tempi della riforma Berlinguer si va verso un'aziendalizzazione della scuola, è nostro dovere chiedere conto di come vengono spesi i soldi pubblici, nel nome dei principi costituzionali che parlano di scuola pubblica e gratuita".

Presente all'assemblea anche l'assessore comunale all'istruzione Vito Loglisci, che ha portato il saluto e la solidarietà del sindaco Valente: "In questi mesi, è innegabile – scrive il primo cittadino nella lettera indirizzata ai presenti assicurando il suo personale sostegno alla lotta - il governo del quale il mio partito è anima e sostanza, si è impegnato per rimettere in moto il Paese. E ciò ha fatto gettando i semi di importanti, attese, necessarie riforme. Un cammino difficile ma indispensabile, lungo il quale – e non poteva forse essere altrimenti – non è mancato qualche inciampo, dovuto probabilmente alla fretta di correre per agguantare un futuro che sembrava allontanarsi ogni giorno di più".

"E' innegabile – prosegue Valente - che a fronte delle criticità emerse occorra porre rimedio in sede parlamentare, ove necessario anche in maniera radicale, per portare a termine riforme condivise ed ampiamente condivisibili, specie nel mondo della scuola, asse portante della costruzione della società del domani".

La scuola italiana si ferma per protesta nella speranza che nessuna riforma tolga dignità alla seconda istituzione, dopo la famiglia, chiamata a formare i cittadini del futuro.
12 fotoLa buona scuola
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  • Riforma la buona scuola
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