
La città
Siamo già proiettati alla nuova “rigenerazione urbana”
Ma come si presenta oggi il centro storico rigenerato qualche anno fa?
Gravina - domenica 22 ottobre 2017
Solo ieri avevamo parlato di Rigenerazione e del nuovo progetto che l'Amministrazione Comunale ha presentato alla Regione e che ha candidato a finanziamento.
Un progetto che va ad integrarsi con quello già realizzato solo un paio d'anni fa, che ha rifatto il look dell'asse monumentale, da piazza della Repubblica fino a Calata San Michele.
Non solo pavimentazione ma anche nuove sedute, nuove piazzette, nuove fontane ed un'area verde con annesso anfiteatro nei pressi della Chiesa di San Michele delle Grotte.
Lavori che tutto sommato hanno soddisfatto la comunità gravinese, fatta eccezione per le nuove sedute, oggettivamente un po' scomode e forse troppo innovative per accogliere i viandanti stanchi e gli anziani abituati ad altri agi. Come ci si attendevano servizi pubblici nei pressi della stessa area, prima inseriti nel progetto e poi omessi. Un'area molto frequentata che avrebbe dovuto avere bagni pubblici, cosa normale per una città che mira ad essere a "vocazione turistica".
Lavori terminati non un secolo fa ma da appena un paio d'anni che mostrano però già i primi segni del degrado, usura e vandalismo.
I più "colpiti" sono i dissuasori a forma sferica in Piazza Plebiscito, colpiti ripetutamente dalle autovetture. Stessa cosa per le sedute in Piazza Notar Domenico, già scheggiate, rotte e già più volte rattoppate.
Altra cosa che colpisce, ma in negativo, sono diverse basole in piazza Cattedrale, già completamente divelte e sbriciolate, sicuramente a seguito della pressione esercitata dal passaggio delle autovetture, che stanno già mietendo le prime vittime tra rischio di inciampi e storte.
Stessa sorte poco felice per le fioriere che mostrano già i primi segni di ossidazione dovuti alla corrosione esercitata dall'acqua.
Non vogliamo dimenticare la panchina in Piazza della Repubblica completamente distrutta da un'autovettura e non ancora sostituita.
Forse è il caso che si intervenga con nuove soluzioni e già con manutenzioni straordinarie per impedire che oggi piccoli danni diventino lo spettro di quello già vissuto dal centro storico prima degli interventi di rigenerazione.
Un progetto che va ad integrarsi con quello già realizzato solo un paio d'anni fa, che ha rifatto il look dell'asse monumentale, da piazza della Repubblica fino a Calata San Michele.
Non solo pavimentazione ma anche nuove sedute, nuove piazzette, nuove fontane ed un'area verde con annesso anfiteatro nei pressi della Chiesa di San Michele delle Grotte.
Lavori che tutto sommato hanno soddisfatto la comunità gravinese, fatta eccezione per le nuove sedute, oggettivamente un po' scomode e forse troppo innovative per accogliere i viandanti stanchi e gli anziani abituati ad altri agi. Come ci si attendevano servizi pubblici nei pressi della stessa area, prima inseriti nel progetto e poi omessi. Un'area molto frequentata che avrebbe dovuto avere bagni pubblici, cosa normale per una città che mira ad essere a "vocazione turistica".
Lavori terminati non un secolo fa ma da appena un paio d'anni che mostrano però già i primi segni del degrado, usura e vandalismo.
I più "colpiti" sono i dissuasori a forma sferica in Piazza Plebiscito, colpiti ripetutamente dalle autovetture. Stessa cosa per le sedute in Piazza Notar Domenico, già scheggiate, rotte e già più volte rattoppate.
Altra cosa che colpisce, ma in negativo, sono diverse basole in piazza Cattedrale, già completamente divelte e sbriciolate, sicuramente a seguito della pressione esercitata dal passaggio delle autovetture, che stanno già mietendo le prime vittime tra rischio di inciampi e storte.
Stessa sorte poco felice per le fioriere che mostrano già i primi segni di ossidazione dovuti alla corrosione esercitata dall'acqua.
Non vogliamo dimenticare la panchina in Piazza della Repubblica completamente distrutta da un'autovettura e non ancora sostituita.
Forse è il caso che si intervenga con nuove soluzioni e già con manutenzioni straordinarie per impedire che oggi piccoli danni diventino lo spettro di quello già vissuto dal centro storico prima degli interventi di rigenerazione.