
La città
Stadio, gli ultras gialloblu manifestano davanti al Comune
I tifosi della FBC: la protesta non finisce qui
Gravina - venerdì 18 luglio 2014
11.20
"State bruciando i nostri sogni", "Più fatti e meno parole".
Questi gli striscioni srotolati dagli ultras della FBC Gravina di fronte a Palazzo di Città, nel corso del sit-in di protesta per la vicenda del manto erboso del campo sportivo. Uno spettacolo inedito per Gravina quello andato in onda ieri sera lungo il corso e poi davanti al Comune, con cori da stadio e sventolio di bandiere, tra lo stupore dei passanti e la solidarietà di più di un cittadino.
Presenti in modo discreto alcuni esponenti della forza pubblica, che però non avranno molto da fare: la manifestazione è chiassosa quanto pacifica. Non solo canti goliardici e inni alla squadra: "Siamo qui per la nostra città", gridano i tifosi gialloblu all'indirizzo del Comune, a sottolineare una battaglia che vuole esprimere anche uno scatto d'orgoglio per una comunità evidentemente rimasta indietro sul tema delle infrastrutture sportive.
Da parte dei tifosi, dopo la replica del sindaco Valente, nessuna voglia di scendere nel merito burocratico della vicenda: "Siamo gente comune, non ci interessano le carte – spiegano – sappiamo solo che ci sono state fatte delle promesse, vogliamo vedere le ruspe al lavoro. Non siamo mai stati avvisati circa i ritardi". Una protesta, la loro, che è della curva e solo di essa: "La società non c'entra nulla", sottolineano.
Le luci di Palazzo di Città sono accese, ma nessuno si affaccia o scende, e del resto, gli ultras non sono venuti per parlare, ma per manifestare il loro sdegno. Alla fine, arrotolati gli striscioni, se ne vanno, ma promettono: la protesta non finisce qui.
Questi gli striscioni srotolati dagli ultras della FBC Gravina di fronte a Palazzo di Città, nel corso del sit-in di protesta per la vicenda del manto erboso del campo sportivo. Uno spettacolo inedito per Gravina quello andato in onda ieri sera lungo il corso e poi davanti al Comune, con cori da stadio e sventolio di bandiere, tra lo stupore dei passanti e la solidarietà di più di un cittadino.
Presenti in modo discreto alcuni esponenti della forza pubblica, che però non avranno molto da fare: la manifestazione è chiassosa quanto pacifica. Non solo canti goliardici e inni alla squadra: "Siamo qui per la nostra città", gridano i tifosi gialloblu all'indirizzo del Comune, a sottolineare una battaglia che vuole esprimere anche uno scatto d'orgoglio per una comunità evidentemente rimasta indietro sul tema delle infrastrutture sportive.
Da parte dei tifosi, dopo la replica del sindaco Valente, nessuna voglia di scendere nel merito burocratico della vicenda: "Siamo gente comune, non ci interessano le carte – spiegano – sappiamo solo che ci sono state fatte delle promesse, vogliamo vedere le ruspe al lavoro. Non siamo mai stati avvisati circa i ritardi". Una protesta, la loro, che è della curva e solo di essa: "La società non c'entra nulla", sottolineano.
Le luci di Palazzo di Città sono accese, ma nessuno si affaccia o scende, e del resto, gli ultras non sono venuti per parlare, ma per manifestare il loro sdegno. Alla fine, arrotolati gli striscioni, se ne vanno, ma promettono: la protesta non finisce qui.