
La città
Toto giunta, fuori nomi e progetti
Spazio ai gravinesi per individuare la miglior giunta possibile per Gravina
Gravina - venerdì 24 ottobre 2014
17.10
A palazzo di città sono ore convulse tra riunioni, richieste, equilibri e tentativi disperatati di trovare un accordo.
Uno spettacolo già visto nel corso degli anni con le diverse amministrazioni che si sono succedute in via Vittorio Veneto e che, per motivi diversi e attraverso percorsi diversi, si sono trovate in balia dei desiderata di singoli consiglieri. In questi giorni lo spettacolo non è meno desolante di quello già vissuto durante l'amministrazione guidata da Giovanni Divella, una copia di quanto accaduto pochi anni prima al governo cittadino formato da Rino Vendola e ancora prima con Remo Barbi. Un film sempre uguale a se stesso di cui conosciamo benissimo la fine ma mai la trama e il regista che l'ha guidata.
Di mezzo una città che stenta a cambiare. Stenta non solo a capire i propri errori ma soprattutto a trovare il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. "Ogni popolo ha il governo che si merita" scriveva Aristotele. Amara affermazione che sembra fotografare fedelmente l'attuale situazione amministrativa.
Da una parte il primo cittadino che invoca un accordo e richiama tutti al senso di responsabilità perché ci sono 15 milioni di euro di opere pubbliche che rischiano di tornare a casa se non saranno aperti i cantieri. Un sindaco che si scaglia contro il consiglio comunale, di cui egli stesso è parte integrante, reo di non aver dato "grande prova di senso di responsabilità".
Accanto al primo cittadino una maggioranza silente e in perenne attesa. Difronte un opposizione che fa va lo voce grossa a corrente alternata. E poi, i vagabondi della politica, quelli che "oggi qui e domani li". Quelli che non si capisce come mai se nessuno li vuole, perché sono sempre presenti e tengono ben strette le fila del potere.
La parte degli spettatori, passivi e spesso nemmeno invitati, tocca sempre ai cittadini. La maggior parte accomodati su una sedia di spine in perenne equilibrio precario. Altri, più fortunati, possono vantare amicizie solide con i protagonisti principali della scena e per questo hanno di diritto il posto riservato in prima fila. E sta a vedere che non hanno nemmeno pagato il biglietto.
Se questa situazione vi sta logorando, se credete davvero che questa città merita un futuro migliore e che non c'è più un minuto da perdere allora, cari gravinesi, archiviate le critiche e le lagne.
Fuori le idee, i progetti, le azioni che una giunta comunale, ovviamente ideale, dovrebbe e potrebbe compiere per meritare il ruolo di classe dirigente in questo paese e magari, migliorare il presente di questa comunità. Quali sono i progetti che vorreste vedere realizzati nei prossimi mesi? quali caratteristiche e quale professionalità deve avere un assessore per essere definito tale? quali le priorità? quale il ruolo del sindaco?
A voi la parola, dunque. Fuori i progetti e magari anche i nomi.
Uno spettacolo già visto nel corso degli anni con le diverse amministrazioni che si sono succedute in via Vittorio Veneto e che, per motivi diversi e attraverso percorsi diversi, si sono trovate in balia dei desiderata di singoli consiglieri. In questi giorni lo spettacolo non è meno desolante di quello già vissuto durante l'amministrazione guidata da Giovanni Divella, una copia di quanto accaduto pochi anni prima al governo cittadino formato da Rino Vendola e ancora prima con Remo Barbi. Un film sempre uguale a se stesso di cui conosciamo benissimo la fine ma mai la trama e il regista che l'ha guidata.
Di mezzo una città che stenta a cambiare. Stenta non solo a capire i propri errori ma soprattutto a trovare il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. "Ogni popolo ha il governo che si merita" scriveva Aristotele. Amara affermazione che sembra fotografare fedelmente l'attuale situazione amministrativa.
Da una parte il primo cittadino che invoca un accordo e richiama tutti al senso di responsabilità perché ci sono 15 milioni di euro di opere pubbliche che rischiano di tornare a casa se non saranno aperti i cantieri. Un sindaco che si scaglia contro il consiglio comunale, di cui egli stesso è parte integrante, reo di non aver dato "grande prova di senso di responsabilità".
Accanto al primo cittadino una maggioranza silente e in perenne attesa. Difronte un opposizione che fa va lo voce grossa a corrente alternata. E poi, i vagabondi della politica, quelli che "oggi qui e domani li". Quelli che non si capisce come mai se nessuno li vuole, perché sono sempre presenti e tengono ben strette le fila del potere.
La parte degli spettatori, passivi e spesso nemmeno invitati, tocca sempre ai cittadini. La maggior parte accomodati su una sedia di spine in perenne equilibrio precario. Altri, più fortunati, possono vantare amicizie solide con i protagonisti principali della scena e per questo hanno di diritto il posto riservato in prima fila. E sta a vedere che non hanno nemmeno pagato il biglietto.
Se questa situazione vi sta logorando, se credete davvero che questa città merita un futuro migliore e che non c'è più un minuto da perdere allora, cari gravinesi, archiviate le critiche e le lagne.
Fuori le idee, i progetti, le azioni che una giunta comunale, ovviamente ideale, dovrebbe e potrebbe compiere per meritare il ruolo di classe dirigente in questo paese e magari, migliorare il presente di questa comunità. Quali sono i progetti che vorreste vedere realizzati nei prossimi mesi? quali caratteristiche e quale professionalità deve avere un assessore per essere definito tale? quali le priorità? quale il ruolo del sindaco?
A voi la parola, dunque. Fuori i progetti e magari anche i nomi.