
Politica
Valente: “Sindaco…ci riprovate, ancora una volta?
Comunicato stampa del consigliere comunale Alesio Valente sulla vicenda della Cava in contrada Graviglione
Gravina - sabato 17 maggio 2025
11.04
Pubblichiamo di seguito la nota stampa del consigliere comunale Alesio Valente relativa alla vicenda della vendita della Cava ubicata in località Graviglione.
"Ancora una volta si cerca di vendere una cava comunale, un bene pubblico, per favorire interessi privati.
Una vicenda che va avanti da anni e che ormai ha davvero dell'incredibile.
Già in passato l'Amministrazione aveva tentato di cederla, con trattativa diretta, a una ditta riconducibile a un consigliere comunale in carica. Su esplicita richiesta della stessa azienda.
Quando la stima dell'Agenzia delle Entrate superò la soglia che impediva la vendita diretta, che si è fatto? Si è frazionata la cava, eliminando proprio la parte che non interessava alla ditta, così da abbassare il valore. E a chi fu affidato il frazionamento? Alla stessa azienda interessata all'acquisto.
Uno schema inaccettabile, denunciato pubblicamente da diversi consiglieri comunali, tra cui Conca, e che portò la Giunta a revocare quella trattativa.
Ma oggi la storia si ripete. Cambia il metodo, non la sostanza.
Il dirigente comunale riattiva la vendita con un'asta pubblica, senza alcun atto di indirizzo da parte della Giunta. Lo fa da solo? No. Lo fa con la complicità silenziosa dell'Amministrazione, vendendo solo la particella utile all'azienda interessata, escludendo il resto della cava.
Un danno economico per il Comune. Una scelta che grida vendetta.
Chiedo l'immediata revoca del bando.
Questa operazione è viziata da un evidente conflitto di interessi, da scelte opache e parziali.
Non c'è alcuna urgenza, né necessità, di vendere questa cava.
Perché proprio questa cava?
Perché proprio adesso?
Perché solo quella particella?
Gravina merita trasparenza, rispetto, visione.
Non si governa assecondando il volere di pochi intimi, ignorando il bene collettivo.
Ci sono ben altri problemi in città. Una città ormai abbandonata.
Questo è solo uno dei tanti casi, in cui si dà priorità a cose di pochi. Sindaco basta.
Questa vicenda non finisce qui.
E per voi, sarà l'ennesima figuraccia."
"Ancora una volta si cerca di vendere una cava comunale, un bene pubblico, per favorire interessi privati.
Una vicenda che va avanti da anni e che ormai ha davvero dell'incredibile.
Già in passato l'Amministrazione aveva tentato di cederla, con trattativa diretta, a una ditta riconducibile a un consigliere comunale in carica. Su esplicita richiesta della stessa azienda.
Quando la stima dell'Agenzia delle Entrate superò la soglia che impediva la vendita diretta, che si è fatto? Si è frazionata la cava, eliminando proprio la parte che non interessava alla ditta, così da abbassare il valore. E a chi fu affidato il frazionamento? Alla stessa azienda interessata all'acquisto.
Uno schema inaccettabile, denunciato pubblicamente da diversi consiglieri comunali, tra cui Conca, e che portò la Giunta a revocare quella trattativa.
Ma oggi la storia si ripete. Cambia il metodo, non la sostanza.
Il dirigente comunale riattiva la vendita con un'asta pubblica, senza alcun atto di indirizzo da parte della Giunta. Lo fa da solo? No. Lo fa con la complicità silenziosa dell'Amministrazione, vendendo solo la particella utile all'azienda interessata, escludendo il resto della cava.
Un danno economico per il Comune. Una scelta che grida vendetta.
Chiedo l'immediata revoca del bando.
Questa operazione è viziata da un evidente conflitto di interessi, da scelte opache e parziali.
Non c'è alcuna urgenza, né necessità, di vendere questa cava.
Perché proprio questa cava?
Perché proprio adesso?
Perché solo quella particella?
Gravina merita trasparenza, rispetto, visione.
Non si governa assecondando il volere di pochi intimi, ignorando il bene collettivo.
Ci sono ben altri problemi in città. Una città ormai abbandonata.
Questo è solo uno dei tanti casi, in cui si dà priorità a cose di pochi. Sindaco basta.
Questa vicenda non finisce qui.
E per voi, sarà l'ennesima figuraccia."